Il lavoro di indicizzazione dei post pubblicati in questi trenta mesi di vita di Solarpunk Italia, per orientare i lettori nella grande quantità di materiale pubblicata, continua con l’indice ragionato delle letture a tema che abbiamo consigliato, e delle recensioni libraria. Non si tratta unicamente di opere solarpunk, ma di libri sul cambiamento climatico e culturale in corso, e su come reagire, sia saggistica che fiction.
Letture a tema
Narrativa
AA.VV., Hortus Mirabilis. Storie di piante immaginarie, Moscabianca edizioni, 2021
AA.VV., Recognize Fascism, World Weaver Press 2020
Alessandro Ardovini e Simranjit Bison con illustrazioni di Iruka, La rueda. Una novel·la il·lustrada sobre Permacultura en clave Solarpunk, ed. Kaicron, 2020
J.G. Ballard, La città definitiva (La civiltà del vento), 1976
Gloria Bernareggi, Medusa rossa, Delos Digital 2022
Elly Blue (a cura di), Biketopia. Feminist Bicycle Science Fiction Stories in Extreme Futures, Microcosm Publ., 2017
Romina Braggion, La Compagnia perfetta, Delos Digital 2020
John Brunner, Tutti a Zanzibar, Editrice Nord 1977
John Brunner, Il gregge alza la testa, Editrice Nord 1975
Becky Chambers, A psalm for the wild-built, Tor.com 2021
Becky Chambers, A prayer for whe crown-shy, Tor.com 2022
Laura Conti, Questo pianeta, Fandango 2022
Samuel R. Delany, Driftglass, Armenia 1979
Davide Del Popolo Riolo, Cinque stagioni su Eureka, Delos Digital 2021
Lisa Goldstein, Una maschera per il generale, Mondadori 1988
Byung-Chul Han, Elogio della terra, Nottetempo 2022
Camille Leboulanger, Eutopia, Argyll 2022
Ursula K. Le Guin, Sempre la valle, Mondadori 1986
Ursula K. Le Guin, L’occhio dell’airone, Thema 1995
Léonora Miano, Rouge impératrice, Grasset 2019
Frederik Pohl, Gli anni della città, Editrice Nord 1984
Giovanna Repetto, Educazione critica, Delos Digital 2022
Franco Ricciardiello, Sole distante Luna di sale, Delos Digital 2022
Kim Stanley Robinson, La Costa dei Barbari, Interno Giallo 1990
Kim Stanley Robinson, Pacific Edge (1990), Orb Books 1995
Kim Stanley Robinson, New York 2140, (New York 2140, 2017) Fanucci 2017
Kim Stanley Robinson, I marziani, Fanucci 2020
Vandana Singh, Entanglement (Entanglement, da AA.VV., Hieroglyph: stories and visions for a better future, 2015), traduzione di Emanuele Boccianti, Future Fiction 2017
Bruce Sterling, Atmosfera letale (Heavy Weather, 1994) traduzione di Stefano Cardinale, Oscar Mondadori 2009
Bruce Sterling, Giorni verdi nel Brunei (Green Days in Brunei, 1985), traduzione di Mirko Tavosanis, Delos Digital 2021
Theodore Sturgeon, Venere più X, La Tribuna 1972
Sarena Ulibarri (a cura di), Glass and Gardens: solarpunk summers, World Weaver Press, 2018
Narrativa per bambini
Sam Boughton, Un giardino straordinario, Terre di mezzo 2018
Cristophe Léon, Granpà, Camelozampa 2021
Libri utopici raccomandati per i bambini, di Sheryl M. Medlicott
Peter Brown, Il signor Tigre si scatena, Il Castoro 2017
Saggistica
AA.VV., Earthbound. Superare l’Antropocene, Kabul Magazine, 2018
David Attenborough, La vita sul nostro pianeta. Come sarà il futuro?, Piemme 2020
Luca Beverina, Futuro materiale, Il Mulino 2020
Gaia Bindi, Arte, ambiente, ecologia, Postmedia books, 2019
Renato Bruni, Erba Volant. Imparare l’innovazione dalle piante, Codice Edizioni 2015
Emanuela Borgnino, Ecologie native, Eléuthera, 2022
Francesca Buoninconti, Senza confini: Le straordinarie storie degli animali migratori, Codice Edizioni, 2019
Dipesh Chakrabarty, Clima Storia e Capitale, ed. Nottetempo
Vybarr Cregan-Reid, Il corpo dell’Antropocene. Come il mondo che abbiamo creato ci sta cambiando, Codice edizioni, 2020
Danny Dorling, Rallentare. La fine della grande accelerazione e perché è un bene, Raffaello Cortina 2021
Cordelia Fine, Testosterone Rex. Miti di sesso, scienza e società, La Nave di Teseo, 2019
Nathalie Gontard con Hélène Seingier, C’è vita senza la plastica. Perché farne ameno prima di morire soffocati, Emi 2021
Elena Granata, Biodivercity. Città aperte, creative e sostenibili che cambiano il mondo, Giunti/Slowfood 2021
Helen Hester, Xenofemminismo, Not 2018
Rob Hopkins, Immagina se… Libera il potere dell’immaginazione per creare il futuro che desideri, Chiarelettere 2020
Eduardo Kohn, Come pensano le foreste, Nottetempo 2021
Elizabeth Kolbert, La sesta estinzione, BEAT, 2016
Claude Lévi-Strauss, Tristi tropici (Tristes tropiques, 1955), traduzione di Bianca Garufi, Il Saggiatore, 2015
Anna Lowenhaupt Tsing, Il fungo alla fine del mondo, Keller 2021
Michael Löwy, Ecosocialismo. Una alternativa radicale alla catastrofe capitalista, Ombre Corte 2021
Marco Malvestio, Raccontare la fine del mondo. Fantascienza e antropocene, Nottetempo 2021
Mauro Mandrioli, Nove miliardi a tavola, Zanichelli, 2020
Emma Marris, Anime selvagge. La rigogliosa libertà del mondo non umano, Il Margine 2022
Antonio Massarutto, Un mondo senza rifiuti?, Il Mulino 2019
Barbara Mazzolai, La natura geniale, Longanesi, 2019
Barbara Mazzolai, Il futuro raccontato dalle piante, Longanesi 2021
Marco Melis, Infernomuto, 2022
Paulo Mendes da Rocha, La città per tutti, Nottetempo 2021
George Monbiot, Selvaggi, Biano B 2018
Timothy Morton, Noi esseri ecologici, Laterza 2020
Anna Pellizzari e Emilio Genovesi, Neomateriali 2.0, Edizioni Ambiente 2021
Telmo Pievani, Mauro Varotto, Viaggio nell’Italia dell’Antropocene: La geografia visionaria del nostro futuro, ABOCA, 2021
Laura Pugno, In territorio selvaggio, Nottetempo, 2018
Massimo Sandal, La malinconia del mammut. Specie estinte e come riportarle in vita, Il Saggiatore, 2019
Vandana Shiva con Kartikey Shiva, Il pianeta di tutti. Come il capitalismo ha colonizzato la Terra, Feltrinelli 2019
Carolyn Steel, Sitopia. Come il cibo può salvare il mondo, Piano B 2021
Simone Tagliapietra, L’energia del mondo, Il Mulino 2020
Paulo Tavares e Ursula Bieman, Forest Law / Foresta giuridica, Nottetempo 2020
Federica Timeto, Bestiario Haraway. Per un femminismo multispecie, Mimesis, 2020
Edward O. Wilson, Metà della Terra. Salvare il futuro della vita (Half-Earth: Our Planet’s Fight for Life, 2016), Codice edizioni, 2016
Edward O. Wilson, Biofilia. Il nostro legame con la natura. Piano B 2021
Consigli di lettura in occasione dell’Otto Marzo, di Giulia Abbate
Altri consigli di lettura in occasione dell’Otto Marzo, di Giulia Abbate
Consigli di lettura in occasione dell’Otto Marzo, di Romina Braggion
Consigli di lettura in occasione dell’Otto Marzo, di Silvia Treves
Consigli di lettura sullo sciamanesimo, di Elena Di Fazio
Recensioni
dall’Italia
Violenza e cooperazione in “Memorie di una ragazza interrotta” di Romina Braggion
Franco Ricciardiello
“Memorie di una ragazza interrotta” di Romina Braggion è un’opera particolare, anche all’interno di una collana che vuole fare della particolarità (tematica, stilistica, culturale) la propria bandiera. La struttura è tipica del racconto lungo, o del romanzo breve, che ha l’ambizione di coprire un lungo arco di tempo narrativo: un’alternanza di brevi capitoli che raccontano due storie temporalmente separate, ma collegate da una sorta di “risonanza” per cui avvenimenti dell’una spiegano elementi dall’altra; tipicamente, la linea narrativa nel passato (linea-1) è anche una chiave per interpretare il futuro (linea-2).
“Fenice Citoplasmatica” di Irene Drago. Recensione di Silvia Treves
“Andrea ha studiato e collaborato con le migliori menti della biotecnologia […] adesso ha accettato un lavoro in una divisione all’avanguardia della ricerca medica a Teheran, nella Seconda Repubblica Islamica. Ma tutte le sue conoscenze e reazioni, e tutti i mezzi dell’ingegneria genetica avanzata sembrano impotenti contro il cancro che sta per mangiare viva sua figlia”. Cito queste poche righe, tratte dalla prefazione al nuovo romanzo breve di Irene Drago, per collocare la storia nel contesto di un futuro non troppo lontano. Fenice Citoplasmatica è un testo ricco e complesso che si svolge in più luoghi e riecheggia tra un passato e un presente separati da pochi anni.
Silvia Treves, “Margine di incertezza“
di Romina Braggion
Dalla micronazione galleggiante di Fortunata alle basi lunari, una prova di forza tra intelligenze straordinarie. Perché il Ministero spedisce sull’isola artificiale di Fortunata, agro-cooperativa libertaria e aspirante micronazione nata nel periodo più buio dell’emergenza climatica, un inviato speciale come il T-consulente Ignas, dotato di poteri extrasensoriali? Perché l’isola ha chiesto di non invadere il suo spazio aereo, e cosa sta succedendo nelle dinamiche tra i suoi abitanti originari, i consorti, e gli ultimi arrivati, i cugini, dirottati qui dalle basi lunari di Pandia e dalla Fascia degli asteroidi dove avevano scelto di emigrare? Dichiarati in esubero dalle compagnie private che sfruttano i satelliti, per rappresaglia contro le onerose direttive eso-ambientali approvate dalla Nuova Sostenibilità Responsabile che governa la civiltà umana, i cugini male si adattano a questa sistemazione di ripiego che delude le loro aspettative. Chiamato a comporre una trattativa di lavoro, Ignas si trova invischiato in un pre-conflitto civile che si fa improvvisamente pericoloso quando scopre che la sua antagonista diretta ha a sua volta poteri mentali fuori dall’ordinario. Per sistemare la questione e neutralizzare il pericolo sociale, Ignas dovrà ricostruire la dinamica di un incidente mortale avvenuto sulla Luna, e trovarsi faccia a faccia con gli ottimati che ancora detengono un potere quasi incontrastabile grazie all’entità della loro ricchezza.
Bruno Arpaia, “Qualcosa, là fuori“
di Franco Ricciardiello
In molti si stanno rendendo conto che presentare al pubblico situazioni disperate, senza via d’uscita, come per esempio la difficoltà di porre rimedio all’innalzamento della temperatura globale, provoca rassegnazione e cauterizza la volontà di reagire; mi sembra un po’ il difetto di questo libro. Il suo pregio, invece, come detto, è nello specchio deformante che sostituisce noi stessi, i mostri amici e parenti, l’intera nostra civiltà, ai disgraziati che cercano scampo all’idea di equilibrio politico mondiale creato dal capitalismo e dal suo apparato militar-industriale.
Andrea Franco, “Un bel dì vedremo”
di Silvia Treves
Nel mondo evocato da Andrea Franco, che ci attende alla fine di questo secolo, l’opera lirica prospera più che mai ed è frutto, come sempre, di un lavoro collettivo nel quale genio e perfezionismo hanno uguale importanza.
Il solarpunk futuro presente: “Oasi” di Marco Melis
Repost da Studio 83
“Ho voluto scrivere “Oasi” per portare un po’ di biofilia nel panorama solarpunk. La perdita degli ecosistemi e della biodiversità sono tra i principali “problemi” della nostra era, ma vengono spesso oscurati dal termine: cambiamento climatico. Le parole “Antropocene” e “cambiamento climatico” sono diventate ormai delle parole-ombrello per racchiudere una moltitudine di problemi, conflitti e disastri derivanti dal nostro operato umano. In queste parole però si perde l’estrema complessità del mondo e della biosfera, e finisce così che temi come quello della biodiversità vengano sempre messi in fondo alla lista delle agende politiche e dei dibattiti pubblici (ammesso che ci arrivino).”
Francesco Verso, “I Pulldogs“
di Franco Ricciardiello
Questo libro, primo di due volumi di Francesco Verso, è il primo (e sinora unico) romanzo di autore italiano esplicitamente pubblicato sotto l’etichetta “solarpunk”. La trama è costruita secondo un’opposizione classica: accettazione dell’esistente/ribellione, o conformismo/indipendenza di pensiero. I tre protagonisti, i cui punti di vista si alternano nella trama, abitano a Roma, in un futuro prossimo caratterizzato da precarizzazione del lavoro e liberismo senza regole, e in un quadro di grave degrado delle abitudini alimentari.
Giorgio Rimondi, “L’invasione degli Afronauti“
di Erremme Dibbì
Odio profondamente Giorgio Rimondi perchè ha pubblicato il libro che stavo per scrivere io. Anzi, mentre dormivo mi ha succhiato via tutte le mie idee, iniettandomi (con la complicità del professor Franco Minganti che infatti lui ringrazia alla fine) una dose di tze-tzeina. Non lo dico a vanvera: almeno 42 testimoni – fra cui Marie Laveau e Papa LaBas – possono confermare sotto giuramento che circa il 27 per cento del libro di Rimondi era già nel mio cervellino.
Commando Jugendstil, “Colpo di una notte di mezza estate“
di Silvia Treves
Quando ho terminato la lettura, mi sono detta: questo racconto è – anche – un raffinato gioco di specchi! E poi mi sono accorta che era proprio ciò che aveva compiuto – in senso non soltanto figurato – il Commando della narrazione: un gran gioco di specchi e di magia. Calpestiamo quindi liberamente la nuova erba di Milano e, per attuare iniziative di protesta che lascino il segno, non dimentichiamo di coltivare la bellezza.
AA.VV., “Distopia vs. Utopia“
di Marco Melis
Distopia vs Utopia resta in definitiva una buona antologia di autor* italian* con la quale indagare sugli incubi, sui sogni, le speranze e i problemi dell’umanità presente e futura, nonché sul ruolo della fantascienza in sé, grazie anche alla prefazione e alla postfazione de* due curator*.
Laura Silvestri, “Lasciate fare a Elvis“
di Giulia Abbate
Siamo in un romanesco letterario, che ripulisce le articolazioni più dialettali per mantenere la parlata, e dà a chi legge una versione immediatamente comprensibile, che mantiene però il proprio spirito. Questo compito è reso facile dal fatto che la romanità impera nella comicità: dunque è probabile che lettori e lettrici di qualsiasi provenienza nazionale ne conoscano le inflessioni ironiche, sarcastiche, corrosive, iconoclaste. Più difficile è rendere un altro aspetto della romanità, ovvero quel fondo di amarezza e malinconia depositato sotto l’effervescenza del lazzo.
Clelia Farris, “I vegumani“
di Franco Riciardiello
In questi anni infatti Clelia Farris, nata a Cagliari nel 1967, laureata in psicologia, si è conquistata una nicchia di affezionati grazie alla qualità della sua scrittura, decisamente più curata, più raffinata, più efficace di quella della grande maggioranza di colleghi e colleghe della science fiction italiana. Nel fandom di fantascienza, la regola è essere presente a tutti i costi, in tutti i social, in ogni antologia e in più convention possibili; Farris si è invece conquistata una fama di riservatezza estrema, al punto che in un mondo in cui le immagini sono onnipresenti, non sembra possibile reperire una sua foto in rete — un aspetto che personalmente apprezzo oltremisura.
AA.VV., “Archeologie del basso futuro“
di Antonio Ippolito e Marco Melis
Dopo che l’estate 2022 ha dato anche agli scettici un assaggio del futuro che ci aspetta, la terza antologia del solarpunk italiano arriva in tempo a suggerirci alcune strade per ribellarci a un sistema autodistruttivo e a come uscirne. Un’importante differenza tra il solarpunk e il suo parente più anziano, il cyberpunk, è infatti il rifiuto alla rassegnazione, e a essere stritolati dalla tecnologia, che dovrebbe stare invece al servizio dell’individuo e non in potere alle grandi aziende multinazionali.
Sephy Riva, “Identità nomade“
di Marco Melis
Il mondo di Jagoda è tarato sulla singolarità, sull’identità genetica. Le speranze del marito, Umut, si riversano sulla tecnologia CRISPR di editing genetico, per modificare i parametri e far prevalere una delle cinque etnie, e ripristinare quindi la cittadinanza. Ma Jagoda non pensa di doversi modificare: lo fa di continuo, perché si sente molteplice, in base all’ambiente, alle cose che fa, alle persone e i luoghi che incontra; pensa che ogni persona possa contenere al proprio interno delle molteplicità, e che chiunque debba avere il diritto poterle esprimere liberamente e venire accettato per questo.
È un’utopia; ma che utopia! La protagonista, logorroica ed egocentrica al punto che non sapremo nemmeno il suo nome, ci racconta la vita e i problemi di una Jang, una “gggiovane” direi, in questa società dove i giovani sono tenuti a divertirsi e a spassarsela in tutti i modi fino a età avanzata: non solo blande trasgressioni come rubare o devastare musei sono tollerate, ma si può cambiare corpo per provare a vivere nel sesso opposto e/o perché ci si è ammazzati praticando uno sport estremo; il nuovo corpo potrà essere accuratamente e stilisticamente progettato prima, con pelle di qualunque colore e appendici quali antenne od ali (seppure estetiche e poco funzionali).
Nicoletta Vallorani, “Noi siamo campo di battaglia“
dall’Estero
Futuri urbani solarpunk: recensione dell’antologia “Multispecies cities“
di Franco Ricciardiello
Nella chiamata alle armi per invitare gli scrittori a collaborare, si leggeva: “Per ottenere un futuro migliore, dobbiamo prima immaginarlo. Ma in questo momento cruciale per il nostro pianeta, è importante immaginare un futuro che includa le molte altre specie con cui condividiamo il nostro mondo. Le città tendono ad essere antropocentriche, progettate per il comfort e la comodità degli umani, spesso con scarso riguardo per le piante, gli animali e gli insetti. Anche la fantascienza tende all’antropocentrismo, interessata sia ai grandi successi che ai fallimenti dell’umanità. Per questa antologia, vogliamo vedere storie che indagano il rapporto dell’umanità con il resto del mondo naturale. Cerchiamo storie che riconoscano gli esseri umani come parte di un ecosistema più ampio, personaggi che si sforzano di trovare l’equilibrio (piuttosto che il dominio) sulle creature che li circondano, ambientazioni che rappresentino un equilibrio ottimistico tra natura e tecnologia.”
Solarpunk. Come ho imparato ad amare il futuro. Solarpunk è la fantascienza (e l’alternativa sociale alla catastrofe)
Domenico Gallo
Quest’opera è strettamente calata nei manifesti del Solarpunk e certo rappresenta un’adesione volontaria, sia politica che letteraria, all’idea che volendo superare la distopia in cui viviamo, oltre alle lotte diffuse di natura sindacale e individuale, è necessario un lavoro collettivo di costruzione dell’immaginario, di tessitura culturale e di riconoscimento e integrazione delle reti che si oppongono al capitalismo. Se leggiamo i racconti scelti da Francesco Verso e Fábio Fernandes è evidente che si prefigura (e quindi si richiede) un superamento dell’operaio-massa e del lavoratore flessibile, la cessazione di una logica produttiva slegata dalle necessità delle comunità (quindi economica nella concezione classica del termine), un ritorno profondo alle capacità professionali e alla comprensione e gestione dell’intero processo produttivo. Solarpunk, oltre all’evidente pretesa di energia pulita e a disposizione di tutti, comprende che il nodo energetico è cruciale per il ribaltamento planetario della logica del profitto estremo che ha caratterizzato la società di massa (e che proprio la social sf ha criticato profondamente).
La gentrificazione sostenibile: Elvia Wilk, “Oval”
Di Silvia Treves
Oval ha il grande merito di interrogarci su temi oggi imprescindibili come la responsabilità individuale verso la collettività e la necessità di attuare da subito la sostenibilità ambientale per evitare il disastro climatico e la predazione del pianeta. Ma la sostenibilità, ammonisce Wilk, rappresenta un gran bel boccone in un mercato globale capitalista, quindi dobbiamo prepararci a realizzarla nella maniera più democratica e trasparente, controllandola dal basso invece di delegarla a multinazionali opache e assetate di denaro, potere e controllo.
Sopravvivere su un pianeta infetto: “Chthulucene” di Donna Haraway
Di Romina Braggion
Chthulucene è l’ultimo libro di Donna Haraway, filosofa, biologa e docente universitaria statunitense. Pubblicato nel 2016 con il titolo Staying with the trouble. Making Kin in the Chthulucene, nel settembre 2019 è uscito per la Nero Editions, nella collana Not, la stessa di Visionarie tradotto da Claudia Durastanti e Clara Ciccioni.
Il primo giorno di un mondo migliore: “Walkaway” di Cory Doctorow
Di Franco Ricciardiello
Walkaway inizia quando il disastro economico-sociale c’è già stato, Doctorow evita così qualsiasi spettacolarizzazione distopica della fine del mondo. Racconta la nascita di un’utopia in dure condizioni e contro ogni probabilità: un parto difficile, in cui la solidarietà vince la filosofia dell’homo homini lupus che è alla base di quasi tutte le narrazioni sulla fine della civiltà. Sembra che Doctorow si sia lasciato ispirare da un libro di Rebecca Solnit uscito nel 2010, A paradise built in hell. The extraordinary communities that arise in disaster (Penguin Group): l’autrice statunitense racconta che i disastri producono spesso straordinarie comunità temporanee, una sorta di paradisi tra le macerie, dove le persone, agendo da sole e senza alcuna autorità superiore, riescono a sostenersi a vicenda.
“The Ministry for the Future” di Kim Stanley Robinson. Un ministero per i diritti di chi ancora deve nascere
Di Franco Ricciardiello
The Ministry for the Future è ambientato nei prossimi decenni. I governi dei paesi più sviluppati si rendono contro del pericolo di una catastrofe ecologica e fondano, sulla base degli accordi di Parigi sul clima (2015), un ente internazionale chiamano Ministero per il Futuro con il compito di fare da “avvocato” per le generazioni che ancora devono nascere, e che rischiano di venire al mondo in un ambiente irreparabilmente compromesso. La responsabilità del Ministero viene affidata a una cinquantenne irlandese, Mary Murphy, con una passato in organizzazioni internazionali. Ma quali poteri ha in concreto il Ministero? Cosa può fare contro l’inerzia dei governi, il disinteresse delle banche centrali, l’ostilità di tutti coloro che dipendono dallo sfruttamento di combustibili fossili, e che non sono solamente le multinazionali del petrolio ma anche intere nazioni?
Messaggi da un presente alternativo. “Another Now” di Yanis Varoufakis
Di Franco Ricciardiello
Another Now non è un romanzo di colpi di scena, anzi è più impostato sul modello del dialogo alla Platone, un simposio sul futuro che dovrebbe interessare chiunque si interessi a un’alternativa alla società attuale. In un futuro non troppo lontano, lo scienziato Costa, alla ricerca di un gioco di realtà virtuale totalmente immersivo, trova casualmente il modo di comunicare in via quantistica con un altro-da-sé che vive in un presente alternativo. Nel mondo del suo doppio, a seguito della crisi economica globale del 2008, una serie di movimenti “dal basso” succedutisi a cascata hanno costretto i governi a una serie di riforme sempre più radicali, innescando una rivoluzione nonviolenta che ha completamente cambiato la struttura economica del mondo.
Alle origini del Solarpunk: recensione di “Storie di ecologia fantastica in un mondo sostenibile“, a cura di Gerson Lodi-Ribeiro
di Franco Ricciardiello
La prima volta in assoluto che la parola solarpunk viene associata a un’iniziativa editoriale è quando, nel 2012, l’Editoriale Draco dà alle stampe questa raccolta di racconti in portoghese brasiliano curata dallo scrittore Gerson Lodi-Ribeiro, che già aveva ideato antologie dal titolo Dieselpunk e Vaporpunk. Da allora la fortuna del termine, coniato per la prima volta due anni prima, è stata tutta in discesa, e le antologie si sono rincorse in diversi paesi del mondo. La casa editrice marchigiana Le Mezzelane traduce adesso (dalla versione inglese già uscita negli Usa) la raccolta; e finalmente, aggiungo, dal momento che la qualità dei racconti è davvero elevata, e la loro aderenza alla nuova corrente è davvero totale — una volta tanto non sono stati gli autori anglosassoni a definire l’estetica di un filone della fantascienza.
Ultime notizie da Ecotopia
di Franco Ricciardiello
Ecotopia (1975) di Ernest Callenbach è l’ultimo grande romanzo utopico che abbia avuto un’influenza anche fuori dalla letteratura. Negli Stati Uniti è continuamente ristampato; in Italia è invece da tempo fuori catalogo, dopo una prima edizione Mazzotta del 1979, in tascabile, e una Castelvecchi del 2012 — cosa che non accade in altre lingue, per esempio il francese. Malgrado l’autore stesso abbia dichiarato in un’intervista di non considerarla una vera e propria utopia, nel senso di descrizione di società perfetta, ha avuto un forte impatto sul movimento verde e sulle controculture degli anni Settanta: le stesse alle quali, d’altronde, l’autore stesso si è ispirato per costruire una società ideale. Con la particolarità, tutt’altro che trascurabile, di un minuzioso lavoro sulla proiezione futura di tecnologie e scoperte scientifiche già presenti nel suo tempo, studiate sulle pagine di riviste come Scientific American
Eric Hunting, “Solarpunk. Design ed estetica postindustriale“
di Franco Ricciardiello
Oltre che uno sguardo privilegiato sul futuro prossimo (e meno prossimo) il libro è una autentica miniera di idee per scrittori. Si può leggere infatti in due sensi non antitetici: come prontuario delle più avanzate tecnologie in grado di influire sulla civiltà, in una direzione sostenibile, ma anche come dizionario di spunti futuribili, in un loop di immaginazione fantastica/invenzione pratica.
Maja Lunde, “La storia dell’acqua“
di Franco Ricciardiello
La storia di Maja Lunde differisce sensibilmente dalle scelte tipiche degli scrittori di science fiction, specialmente anglosassoni, che vedono nella dissoluzione della civiltà (o meglio, dell’organizzazione capitalista della società) il pretesto di un’ambientazione in cui piccoli gruppi si contendono le poche risorse disponibili: un’anarchia (o meglio, quell’idea di anarchia che potrebbe avere un liberista) nella quale solo la forza è legge, ricca di risvolti narrativi ma, alla prova dei fatti, sociologicamente inconsistente.
“Relazioni” a cura di Sheila Williams
di Franco Ricciardiello
La curatrice Sheila Williams, direttrice editoriale dell’Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine, scrive nell’introduzione: “La fantascienza esplora il futuro, e ci riesce molto bene. Non si può indagare l’avvenire senza prendere in considerazione in che modo le conseguenze del progresso tecnologico e scientifico possono influenzare i rapporti che ci legano l’un l’altro. […] Sono certa che le relazioni del futuro […] saranno influenzate dai cambiamenti che stanno coinvolgendo il mondo. Le trasformazioni infrastrutturali dovute al cambiamento climatico, le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche metteranno a dura prova la resistenza dei nostri legami anche se, al tempo stesso, semplificheranno alcuni aspetti che possono rendere la vita complicata.”
Ritratto del fantascientista da giovane: su “Dhalgren” di Samuel R. Delany
Antonio Ippolito
Dhalgren è il romanzo più impegnativo di Delany, a sua volta uno degli autori più sperimentali e innovativi della fantascienza New Wave. Uscito nel 1975, nonostante la mole e una certa oscurità negli USA divenne un libro di culto, arrivato a vendere un milione di copie. In Italia è un po’ meno noto, anche se fu pubblicato già nel 1982 da Libra, nella traduzione della mai abbastanza lodata Roberta Rambelli, e ripubblicato nel 2005 da Fanucci, nella traduzione di Maurizio Nati. Non è certo mancata, quindi, l’attenzione editoriale. Credo però che la New Wave abbia trovato in Italia un’accoglienza un po’ più fredda che nel mondo anglosassone; e sebbene Delany, insieme a Zelazny, ne sia stato uno dei rappresentanti più amati, questa particolare opera è forse risultata davvero “eccessiva” in molti sensi.
Maja Lunde, “La storia delle api“
di Franco Ricciardiello
Questo romanzo della scrittrice norvegese Maja Lunde, diventato in seguito il primo volume di una quadrilogia con protagonisti e situazioni diverse, che racconta le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla vita degli esseri viventi, è stato tradotto in 35 lingue (in alcuni casi è apparso prima ancora che nell’originale norvegese), contribuendo più di articoli e trattati scientifici a sensibilizzare il pubblico sulla catastrofe agricolo-ecologica che sarebbe innescata da una moria generalizzata delle api.
Jessie Greengrass, “C’era una casa sopra la collina“
di Franco Ricciardiello
La storia ha quattro protagonisti: l’adolescente Caro (Caroline), il cui padre ha sposato Francesca, famosa attivista per la decarbonizzazione; il suo fratellino Pauly, figlio dello stesso padre e di Francesca; Sally, giovane universitaria che ha rinunciato a proseguire gli studi per tornare a accudire il nonno; quest’ultimo infine, conosciuto solo come Grandy (una sorta di vezzeggiativo per “nonno”). Francesca, resasi conto che le condizioni climatiche non possono che peggiorare ulteriormente, perché siamo andati troppo “oltre”, decide di proteggere in una specie di “arca” (va detto che nel romanzo sono assenti riferimenti biblici) il figlio Pauly, sotto la cura della sorella maggiore Caro. Questo perché, pur consapevole dell’inarrestabilità degli eventi, Francesca continua a accorrere ovunque nel mondo si lotti contro la furia del clima.
AA.VV., “Futuri uniti d’Africa“
di Clelia Farris e Erremme Dibbì
In Africa non manca niente, neppure la fantascienza. Il continente più ricco di risorse naturali del pianeta ci sorprende ancora sfornando una messe di scrittori e scrittrici che si cimentano nel genere letterario del futuro. Giovani e pieni di talento, smaliziati, consapevoli di dover scrivere il divenire dei loro Paesi, spesso ironici, gli autori e le autrici di Futuri uniti d’Africa ci conducono alla scoperta dell’Africa che sarà. La linea narrativa che accomuna i racconti si sviluppa intorno al conflitto fra vecchio e nuovo.
Pierre Ducrozet, “Le grand vertige“
di Franco Ricciardiello
Apparso originariamente nel 2020 per la bella casa editrice Actes Sud, che ha sede a Arles, questo romanzo dello scrittore francese Pierre Ducrozet, non (accora) tradotto in Italia, è ambientato negli anni immediatamente precedenti (2016-2019), eppure racconta di un tentativo d’arrestare la catastrofe ambientale che naturalmente non è mai avvenuto. Questo non ne fa automaticamente un’ucronia, una storia alternativa — però potrebbe essere un’indicazione che significa è già troppo tardi per invertire la rotta. La “grande vertigine” del titolo si riferisce alla incapacità dell’umanità di comprendere il mondo in cui si trova, dopo secoli in cui si è considerata padrona del pianeta, della natura e di se stessa.
Kassandra Montag, “Terre sommerse“
di Franco Ricciardiello
Nel panorama delle opere che possiamo classificare come “fiction climatica”, questo romanzo della statunitense Kassandra Montag occupa un posto particolare. Mentre gli altri romanzi raccontano una progressiva, inarrestabile, catastrofica desertificazione a partire dal sudovest degli USA, o al massimo un’alternanza di siccità e piogge rovinose, Montag immagina un innalzamento del livello dei mari tale da sommergere la maggior parte del continente.
Tanith Lee, “Non mordere il sole“
di Antonio Ippolito
di Romina Braggion
Ritengo sia impossibile inquadrare l’opera in un genere. Per chi gradisce, la si potrebbe fare rientrare nell’insieme poroso del fantastico se il termine significa ibridazione tra varie correnti letterarie. Comunque, Vallorani ha sempre dichiarato la sua adesione alla fantascienza quindi si potrebbe specificare: genere fantastico con connotazione fantascientifica.
Nicola Griffith, “Ammonite“
di Antonio Ippolito
Se “I reietti dell’altro pianeta” inizia con l’immagine di un muro che però ha sempre due lati, “Ammonite” prova a raccontare cosa succede quando un muro viene abbattuto: spesso la prima reazione è una dolorosa confusione, come in queste confessioni espresse dalla spia Relman alla sua comandante Danner, che l’ha scoperta. L’opera prima di Nicola Griffith ha una trama che sarebbe piaciuta a Joanna Russ, narrata però da un punto di vista che Le Guin ha apprezzato.
Jens Liljestrand, “La foresta brucia sotto i nostri passi“
di Franco Ricciardiello
Jens Lijestrand, autore di madrelingua svedese, ha venduto in venticinque paesi questo suo Även om allt tar slut (2021, il titolo originale andrebbe tradotto come “Anche se tutto finisce”), che è un ottimo esempio di quanto scritto più sopra: l’ambientazione è ai nostri giorni, appena al termine della pandemia di COVID-19, senza alcuna concessione al massimalismo narrativo della science fiction, e il conflitto tra personaggi mette in scena opinioni divergenti sul comportamento da tenere di fronte all’innalzamento della temperatura globale del pianeta.
Samuel R. Delany, “Triton“
di Antonio Ippolito
Delany è Delany: usa i tópoi della fantascienza solo finchè gli fanno comodo. Della guerra interplanetaria non sapremo né perché né come sia stata combattuta: serve quasi solo a giustificare il momento culminante di un feuilleton amoroso.
Alexandra Kleeman, “Qualcosa di nuovo sotto il sole“
di Franco Ricciardiello
Qualcosa di nuovo sotto il sole è un romanzo straniante, che inizia in piena letteratura mimetica e finisce da qualche parte non esattamente identificabile, tra il deserto americano e l’entropia narrativa postmoderna. Racconta la crisi climatica globale e la fine del sogno americano, che come in ogni climate fiction che si rispetti va a morire là dove è nato: in California. Go West!
Serenella Iovino, “Paesaggio civile“
di Raul Ciannella
Serenella Iovino è attualmente una delle voci più note del pensiero ecocritico e delle scienze umane. Dalla pubblicazione di Ecologia letteraria: una strategia di sopravvivenza (2006, Milano, Edizione Ambiente), che ha introdotto gli studi di ecocritica in Italia, Iovino ha sviluppato una sua visione di ecologia letteraria o ecocritica, appunto, intesa come campo di studio interdisciplinare e come una “forma di attivismo culturale” che, combinando etica ambientale, critica letteraria e intento pedagogico, diventa uno strumento di consapevolezza critica.
Juli Zeh, “Turbine“
di Giulia Abbate
Il romanzo è stato un caso letterario in patria, e in effetti si concentra molto sulla realtà nazionale, in particolare quella di luoghi dismessi, non urbani e non rurali, che, posti nei dintorni delle città, sono lasciati in una zona grigia dove i fantasmi del passato, in questo caso i dolorosi decenni della DDR, si sentono ancora. E c’è una loro graduale riemersione, attraverso il dipanarsi delle storie dei personaggi e la ricostruzione del loro passato, dei loro conflitti, dei loro traumi, che è uno degli elementi di interesse del testo, anche per chi non conosca nei dettagli la storia tedesca. La questione delle turbine eoliche è il tema centrale, e di estrema attualità, visto che in pratica sta succedendo ora.
Philip Farmer, “I cavalieri del salario purpureo“
di Franco Ricciardiello
La storia di fondo parte da idee sviluppate negli anni Sessanta, in particolare il dibattito sul reddito universale (in Italia la migliore approssimazione è il ‘reddito di cittadinanza’) e le teorie di pianificazione economica che allora venivano adottate nei paesi socialisti.
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