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Nathalie Gontard (con Hélène Seingier), C’è vita senza la plastica. Perché farne a meno prima di morire soffocati, trad. di Pier Maria Mazzola, EMI 2021, € 20,90

Ogni occidentale consuma ogni anno cento chili di plastica. Dagli anni Cinquanta ne abbiamo prodotto nove miliardi di tonnellate: saranno trenta miliardi entro il 2050 con l’attuale trend.

L’accumulo di plastiche è schizzato alle stelle: erano 2 tonnellate annue nel dopoguerra, oggi sono 359 milioni di tonnellate – 11 al secondo. Numeri da capogiro. Questi dati non sono solo cifre. Nell’analisi di Nathalie Gontard, affermata scienziata, diventano la storia di una lotta quotidiana per dar vita a un mondo plastic free. Perché l’ambiente sta soffocando di plastica: l’Antropocene, la nuova era geologica in cui siamo immersi, è caratterizzato dal «plastiglomerato», un composto di roccia, detriti e sedimenti plastici che prende piede in ogni angolo della natura. E domani saremo noi a essere soffocati, letteralmente, dalle nanoparticelle di plastica presenti anche nell’aria. Un mondo plastic free è possibile? In queste pagine, molto autobiografiche, l’Autrice risponde di sì. E snocciola diversi esempi su come possiamo, partendo dal basso e con scelte di politica economica, lasciare un pianeta più salubre e meno inquinato alle future generazioni. Perché senza la plastica c’è la vita.

Nathalie Gontard è direttrice di ricerca all’Inrae (Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente) di Montpellier dopo essere stata docente all’università di Kyoto. È una delle maggiori esperte a livello mondiale sulla produzione di plastiche e bioplastiche e sul loro smaltimento. Già consulente dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), nel 2017 ha ottenuto lo Scientific Breakthrough Award per le sue ricerche sui materiali biodegradabili alternativi ai prodotti plastici.

Marco Melis

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