Ho “incontrato” Colpo di una notte di mezza estate traducendo l’articolo Questa scintillante confluenza di magia e tecnologia di Rhys Williams.

Nel suo studio, l’accademico dedica una lunga sezione al racconto, indicandolo come un esempio significativo di narrazione solarpunk, perché ne contiene tutti gli ingredienti principali: la raffigurazione di un mondo alternativo, simile al nostro eppure diverso, la presenza di infrastrutture alternative, la mobilitazione sociale, l’azione collettiva… Gli accenni di Williams alla vicenda – collocata a Milano in un futuro “dietro l’angolo” com’è tipico del Solarpunk – e il poco che ne riportava mi avevano incuriosita… anzi di più, coinvolta. Sono stata quindi molto soddisfatta di poter finalmente leggere la storia completa in italiano.

Premesso che la ricchezza e il divertimento del testo sono così radicati nella storia da rendere molto difficile evitare lo spoiler, posso soltanto tratteggiare sommariamente la trama.

La storia ruota attorno a un gruppo di attivisti milanesi che vogliono impedire lo svolgimento di un comizio dell’estrema destra contro la legge dello ius soli. A prima vista sono attivisti come tanti: 

“trentenni con troppi tatuaggi e piercing, contratti precari, nemmeno un mutuo tra tutti […] Solo ordinari millennials che si fanno una bevuta tra amici”,

e sono posti di fronte a una situazione replicata già moltissime volte nella realtà. Quale strategia sceglieranno?

Il solito sit in con un po’ di bandiere rosse e i soliti slogan poco lontano dal luogo del comizio mentre le forze dell’ordine intervengono  per tenere separati i due schieramenti contrapposti?  Una scelta narrativamente ovvia, che offrirebbe a chiunque legga l’occasione per schierarsi e/o per farsi qualche domanda più ampia.

Ma questi attivisti non sono (soltanto) come gli altri, insomma come noi. Gli attivisti del racconto sono il Commando Jugendstil. Un gruppo solidale e risoluto, che ha collaboratori in tutta Milano, e che li ha abituati a uno standard di alto livello. Tanto per dire, questa “banda di sognatori” coltiva

“L’idea originale di coniugare arte, tecnologie rinnovabili e biorisanamento per produrre energia e creare comunità”.

I sei protagonisti della storia sono accattivanti e sfaccettati, legati da una amicizia del fare, da relazioni collettive e personali non banali e, più che dai sogni, da semi di speranza.

Durante la lunga e avventurosa nottata il Commando Jugendstil sarà aiutato da molti alleati e cambierà letteralmente il volto della città.

Colpo di una notte di mezz’estate è narrativamente incisivo perché ha qualche marcia in più:

  • Innanzitutto, oltre che compiere qualcosa di buono per la comunità, restituendole i diritti di cui è stata espropriata, il collettivo di attivisti vuole offrire – a Milano e ai suoi abitanti – qualcosa di bello, parente stretto del buono e altrettanto prezioso.
  • Inoltre, il “nostro” Commando Jugendstil ha orgogliosamente rivendicato la propria esistenza, creando un suo doppio nel racconto. In pratica ha chiuso il cerchio, proponendo una efficace simmetria: come gli attivisti della Milano futura nella storia, – anche il vero Commando, nel nostro mondo attuale, ha compiuto qualcosa di buono e bello per noi che leggiamo.

Quando ho terminato la lettura, mi sono detta: questo racconto è – anche – un raffinato gioco di specchi! E poi mi sono accorta che era proprio ciò che aveva compiuto – in senso non soltanto figurato – il Commando della narrazione: un gran gioco di specchi e di magia. 

Calpestiamo quindi liberamente la nuova erba di Milano e, per attuare iniziative di protesta che lascino il segno, non dimentichiamo di coltivare la bellezza.

Silvia Treves
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