Sephira Riva, Identità nomade, Atlantis n. 18, Delos Digital, € 1,99 eBook

Il racconto Identità nomade di Sephira Riva, uscito a settembre per la collana Atlantis di Delos Digital, non si rivela solo essere necessario e di estrema attualità, ma si rivela essere anche sapientemente progettato e ben scritto. Probabilmente uno dei migliori racconti del genere, per le tematiche trattate.

La protagonista è Jagoda, ma possiamo chiamarla anche Fragola, Çilek o Berry. Tutte e quattro hanno personalità tanto diverse tra loro, eppure sono presenti all’interno di un unico corpo. Ce ne potrebbero pure essere altre, pronte a nascere, materializzarsi o sbocciare a contatto di un nuovo luogo, di una nuova cultura.

Noi siamo tanto figli e figlie delle culture in cui siamo immersi, quanto delle persone che ci hanno messo al mondo. Ciascuna di esse ci ha formato, ci ha dato qualcosa; e a ciascuna dobbiamo lasciare un pezzo come compenso…


Jagoda vive nel Galles, in una società futura in cui le Intelligenze Artificiali conteggiano il patrimonio genetico degli individui stabilendone la cittadinanza. Ogni persona può appartenere a cinque etnie: Cabardino-Balcaria, Ngoni, Pazioca, Tai-Shan o Yupik, in base alla prevalenza dei propri geni. Il problema è che, in seguito a un esame genetico per la candidatura a un concorso pubblico, Jagoda non ha più una prevalenza di valori di origine Cabardino-Balcaria, come sua madre, ma una un perfetto rapporto paritario di tutte e cinque le etnie (venti percento l’una). Si tratta di una condizione più unica che rara, tant’è che il sistema la definisce apolide, revocandole immediatamente la cittadinanza, bloccando il suo conto bancario, licenziandola dal lavoro, impedendole di viaggiare nei mezzi pubblici e di avere quindi una vita normale.

Le IA definiscono l’identità dell’individuo, e lei ne rimane priva.

Perché deve esserci un valore maggiore degli altri? si chiede Jagoda, Perché una persona-una Etnia-una cittadinanza? Perché identità presuppone al suo interno il numero uno? Un corpo e un’anima, in rapporto uno-a-uno come farina e latte nella ricetta delle palačinke.


Il mondo di Jagoda è tarato sulla singolarità, sull’identità genetica. Le speranze del marito, Umut, si riversano sulla tecnologia CRISPR di editing genetico, per modificare i parametri e far prevalere una delle cinque etnie, e ripristinare quindi la cittadinanza. Ma Jagoda non pensa di doversi modificare: lo fa di continuo, perché si sente molteplice, in base all’ambiente, alle cose che fa, alle persone e i luoghi che incontra; pensa che ogni persona possa contenere al proprio interno delle molteplicità, e che chiunque debba avere il diritto poterle esprimere liberamente e venire accettato per questo.

Jagoda, Fragola, Çilek e Berry su una convengono: pensano che sia il sistema di cittadinanza genetico delle intelligenze artificiali a essere sbagliato sin dal principio. Per questo motivo definisce nasce in lei (in loro) un nuovo concetto d’identità: l’identità nomade.

Marco Melis

L’AUTRICE

Sephira Riva, nata nel 1990, è laureata in Chimica e ha conseguito il dottorato di ricerca in Ingegneria dei Materiali. Ha vissuto per anni all’estero (Galles, Germania, Norvegia), lavorando per l’Agenzia Spaziale Europea e per l’Istituto Italiano di Tecnologia. Pur avendo intrapreso una carriera prettamente scientifica, ha mantenuto un profondo interesse per la letteratura, partecipando a corsi e workshops di scrittura e storytelling. Scrive in coppia da molti anni e co-gestisce il blog moedisia.eu, in cui si occupa di critica letteraria, narrativa inclusiva e fantasy, con post e approfondimenti tematici. Insieme a Gloria Bernareggi, è autrice per Delos Digital di una Guida al fantasy in più volumi.


Leggi le altre recensioni di solarpunk.it
Condividi il post

Comments are closed