di Cecilia Voto, National University of Singapore, anno accademico 2022-2023

Introduzione

Con l’inizio dell’industrializzazione, la specie umana ha assistito a uno straordinario sviluppo delle proprie capacità, favorito da una tecnologia in continua evoluzione che ci permette di vivere in modo più semplice e veloce rispetto a molti anni fa. In pochi anni, la popolazione mondiale è cresciuta in modo esponenziale e le risorse hanno dovuto tenerne il passo, un risultato reso possibile solo grazie all’industrializzazione, alla tecnologia e ai nuovi metodi di produzione e lavorazione dei beni primari e secondari.

A causa dell’incremento costante della domanda di risorse, stiamo impoverendo il nostro pianeta e il suo territorio senza considerare le conseguenze. L’estrazione dei combustibili fossili, la produzione di sostanze chimiche derivanti dai processi industriali e la deforestazione stanno completamente distruggendo la Terra. Miliardi di tonnellate di anidride carbonica, metano, gas nocivi e gas serra stanno inquinando l’aria e l’atmosfera. Abbiamo assistito alla più grande voragine nell’ozono mai registrata, anche se negli ultimi anni si è registrato un cambiamento positivo poiché la voragine ha smesso di allargarsi.

Milioni di chilometri quadrati di alberi vengono costantemente abbattuti ogni singolo minuto nella foresta amazzonica per fare spazio ad allevamenti e coltivazioni destinati all’alimentazione animale. Ogni secondo vengono generate migliaia di tonnellate di metano prodotto dal bestiame, e una molecola di metano corrisponde a 25 molecole di anidride carbonica. Enormi quantità di risorse idriche vengono utilizzate per l’agricoltura e l’allevamento, ma allo stesso tempo milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e alle necessità di base.

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Con l’avvento del capitalismo e dell’industrializzazione, la produzione di massa è cresciuta in modo esponenziale. Questo fenomeno ha aspetti positivi e negativi, poiché la produzione di massa consente di risparmiare tempo e materiali, ma d’altra parte porta a un consumo sproporzionato di risorse per un periodo molto limitato. Un esempio è l’industria della moda e il fenomeno del ‘’fast fashion’’. Miliardi di tonnellate di vestiti realizzati con materiali tossici vengono venduti a pochi euro e utilizzati solo poche volte prima di essere gettati e sostituiti da nuove tendenze che cambiano ogni giorno. La quantità di rifiuti che la popolazione mondiale produce oggi è un enorme problema, sia in termini di cibo, abbigliamento, materiali che di risorse.

Il cambiamento climatico è un problema serio riconosciuto da anni. L’aumento di uno o due gradi potrebbe sembrare innocuo, ma è esattamente il contrario. In primo luogo, i ghiacciai si sciolgono, portando inevitabilmente ad un innalzamento del livello del mare, con conseguenti inondazioni e disastrosi fenomeni climatici come gli tsunami. Tuttavia, l’aumento della temperatura compromette anche l’equilibrio della flora e della fauna, molti animali non riescono a sopravvivere in alte temperature (pensiamo agli orsi polari e al disgelo dei ghiacciai), per non parlare dell’emergere di nuove specie di virus, batteri o insetti altamente velenosi che possono sopravvivere in alte temperature.

Personalmente, ritengo essenziale avere una visione positiva in questo mondo e nutrire la speranza che ci permetta di credere in un futuro migliore, in cui gli esseri umani, la tecnologia e la natura coesistano, in cui l’umanità possa vivere senza distruggere la natura, ma abbracciandola e rispettandola. Allo stesso modo, intorno al 2010, è nato un movimento online chiamato “Solarpunk”, che crede fortemente in un futuro positivo, migliore e sostenibile in cui gli esseri umani convivono con la natura.

Il Solarpunk

La prima persona a utilizzare il termine “Solarpunk” è stata Adam Flynn intorno al 2008[1] , in uno dei suoi primi post su blog. Egli ha definito il movimento come una vera e propria “rivoluzione culturale” caratterizzata da economie e tecnologie decentralizzate e sostenibilità. Tuttavia, le origini del Solarpunk possono essere ricondotte al movimento Cyberpunk degli anni ’80, caratterizzato da una visione distopica del futuro in cui la tecnologia dominava negativamente la società e la natura. Al contrario, nel movimento Solarpunk, la tecnologia è un mezzo per raggiungere armonia ed equilibrio tra natura ed esseri umani.

Tuttavia, la comunità Solarpunk si è ufficialmente formata solo nel 2014, quando Adam Flynn, Missy Sturges e altri hanno organizzato il primo Solarpunk Summit ad Austin, in Texas. Da allora, la comunità è cresciuta sempre di più online.

“Il Solarpunk si occupa di trovare modi per rendere la vita più meravigliosa per noi adesso e, cosa ancora più importante, per le generazioni che ci seguiranno – estendendo la vita umana a livello di specie, piuttosto che a livello individuale. Il nostro futuro deve coinvolgere il riutilizzo e la creazione di nuove cose da ciò che già abbiamo (anziché il modernismo del ‘900 che consisteva nel “distruggere tutto e costruire qualcosa di completamente diverso”). Il nostro futurismo non è nichilista come il cyberpunk e evita le tendenze potenzialmente reazionarie dello steampunk: si tratta di ingegnosità, generatività, indipendenza e comunità.”

Solarpunk: Notes towards a manifesto

Il termine “Solarpunk” deriva dalla combinazione di “solar”, che si riferisce all’energia solare, una delle principali fonti di energia rinnovabile, e “punk”, che indica un controcorrente, una visione critica (ma positiva) del mondo. Va notato che il movimento si differenzia da altri movimenti che guardano anche al futuro e alla tecnologia, come il “cyberpunk”, che ha una visione decisamente più pessimistica in cui gli esseri umani sono considerati merci; o lo “steampunk”, basato principalmente su macchinari a vapore e che ha ancora una visione negativa del futuro; o il “lunarpunk”, che si focalizza su un futuro sostenibile ma con particolare enfasi sulla vita nello spazio; ma possiamo anche menzionare l'”hopepunk”, che si concentra maggiormente sull’aspetto emotivo che sulla tecnologia.

“Il Solarpunk ha tratto ispirazione dalle estetiche del Cyberpunk e dello Steampunk che lo hanno preceduto – immagina i paradisi rigogliosi dei film dello Studio Ghibli con qualche pannello solare in più. Il Cyberpunk utilizza la fantascienza per esplorare le nostre ansie nell’era tecnologica in rapido sviluppo, mentre lo Steampunk è nostalgico per le estetiche della rivoluzione industriale. Ma a differenza di questi universi distopici e meccanici, il Solarpunk è una visione più ottimistica e rigenerativa del futuro.

Solarpunk Is Not About Pretty Aesthetics. It’s About the End of Capitalism, Hannah Steinkopf-Frank, Vice magazine[2]

I pilastri del movimento Solarpunk includono concetti come resilienza e adattamento, la coesione tra natura e città, la sostenibilità, la tecnologia e l’energia rinnovabile, e il rispetto per la natura e gli esseri viventi. Il movimento sostiene l’idea del “Fai da te” (Do It Yourself), che implica la creazione di tecnologie, sistemi e strutture sostenibili utilizzando materiali locali e fonti di energia rinnovabile. Il Solarpunk incoraggia individui e comunità ad adottare un approccio sperimentale e di “Fai da te” nello sviluppare soluzioni sostenibili in vari ambiti come cibo, energia, abbigliamento, alloggio e altro ancora.

“Il Solarpunk è il primo movimento creativo che risponde consapevolmente e positivamente all’Antropocene. Quando nessun luogo sulla Terra è immune dall’edonismo dell’umanità, il Solarpunk propone che gli esseri umani possano imparare a vivere di nuovo in armonia con il pianeta.”

Solarpunk wants to save the world, di Ben Valentine[3]

Il concetto di “punk” nel movimento Solarpunk deriva dalla sua attitudine controculturale nei confronti della società moderna, del consumismo, del capitalismo e dell’ideale del “self-made-man”. Il Solarpunk si oppone al concetto di capitalismo e si avvicina al socialismo, con sfumature leggermente utopiche, dove tutti sono uguali all’interno della società e tutti contribuiscono e collaborano in modo equo. Si oppone anche a concetti come l’ecofascismo, il razzismo e il greenwashing.

Questo approccio richiede una riconsiderazione del nostro attuale modo di vivere e pensare, in cui l’egoismo e la competizione dominano il mondo capitalista. Sottolinea una visione di decentramento del potere e delle risorse, consentendo alle persone di prendere il controllo del proprio modo di vivere e costruire un mondo più equo, egualitario e resiliente.

Il Solarpunk è “punk” perché condivide alcuni dei valori fondamentali del movimento punk originale, come l’etica del “Fai da te”, un’attitudine anti-establishment per creare una società più equa e sostenibile. Tuttavia, anziché semplicemente respingere lo stato attuale della società, il Solarpunk cerca anche di sfidare le narrazioni dominanti del nostro tempo, come la ricerca incessante della crescita e del consumo, che hanno contribuito al degrado ambientale, all’ineguaglianza sociale e all’instabilità politica. Attraverso la sua visione di un mondo più equilibrato e sostenibile, il Solarpunk immagina una società in cui le persone vivono in armonia con la natura e tra di loro, lavorando collaborativamente verso un futuro più equo e giusto.

I principi fondamentali del movimento sono stati delineati in un post del blog del 2014 di Adam Flynn e Missy Sturges, che ha contribuito a rendere popolare il termine e a chiarire i suoi valori fondamentali.

  1. Siamo solarpunk perché l’ottimismo ci è stato tolto e stiamo cercando di riprendercelo.
  2. Nel suo nucleo, il Solarpunk è una visione di un futuro che incarna il meglio di ciò che l’umanità può raggiungere: un mondo post-scarsità, post-gerarchico, post-capitalistico *1 in cui l’umanità si considera parte della natura e l’energia pulita sostituisce i combustibili fossili.
  3. Il “punk” nel Solarpunk riguarda la ribellione, la controcultura, il post-capitalismo, il decolonialismo e l’entusiasmo. Si tratta di prendere una direzione diversa dalla corrente principale, che sta sempre più andando in una direzione spaventosa.
  4. Il nostro futurismo non è nichilistico come il cyberpunk e evita le tendenze potenzialmente quasi reazionarie dello steampunk: riguarda l’ingegnosità, la generatività, l’indipendenza e la comunità.
  5. Il Solarpunk enfatizza la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale.
  6. Il Solarpunk si propone di trovare modi per rendere la vita più meravigliosa per noi ora e anche per le generazioni che ci seguiranno.
  7. Il nostro futuro deve implicare il riprogettare e creare nuove cose da ciò che già abbiamo. Immaginate le “città intelligenti” scartate in favore di cittadini intelligenti.
The Solarpunk Community, A Solarpunk Manifesto

Il Solarpunk è un movimento poliedrico che si manifesta nella letteratura, nella moda, nell’estetica, nella cinematografia, nell’arte, nel femminismo, nei concetti sociali, nella tecnologia, nell’ingegneria e, soprattutto, nell’architettura.

La letteratura ha sicuramente contribuito alla nascita e comprensione del movimento. Uno dei primi romanzi pubblicati durante l’inizio del movimento è stato “The Windup Girl” di Paolo Bacigalupi nel 2009, che rappresenta un mondo in cui l’umanità è costretta a utilizzare energia rinnovabile a causa dell’esaurimento dei combustibili fossili. Come precedentemente menzionato, il “Manifesto Solarpunk” di Adam Flynn e Missy Sturges è stato un elemento fondamentale nella definizione dei principi del movimento. Altri famose opera letterarie includono “Walkaway” di Cory Doctorow, “The Water Will Come” di Jeff Goodell, “Sunvault: Stories of Solarpunk and Eco-Speculation” di Phoebe Wagner e Brontë Christopher Wieland e “The Fifth Sacred Thing” di Starhawk.

L’arte e la tecnologia svolgono un ruolo essenziale nella creazione dei loro mondi possibili. Lo hanno fatto per decenni e secoli. La letteratura, in particolare la fantascienza, è stata fondamentale per riflettere su come sarà il mondo nel futuro. Questo luogo letterario è stato il luogo di nascita del Solarpunk. Questo è un movimento estetico, filosofico e attivista che emerge all’inizio del secondo decennio del 21esimo secolo in Brasile, in particolare nel 2011, come risposta al pessimismo distopico degli sforzi creativi. Questo movimento è caratterizzato dalla creazione di mondi speculativi in cui l’energia sociale, la tecnologia democratica e l’energia solare, eolica e mareomotrice sono elementi cruciali per il benessere collettivo che supera il capitalocene e le sue radici nella disuguaglianza sociale e nell’estrazione e combustione dei combustibili fossili.

Visions, ventures, escapevelocities, A Collection of Space Futures

Il mondo del cinema è strettamente legato alla letteratura, dalla quale trae le sue radici. Il cinema Solarpunk è un sottogenere della fantascienza che immagina un futuro sostenibile in cui la natura coesiste e vive in armonia con gli esseri umani e la tecnologia. Esempi di questo genere includono “Wall-E” (2008), che rappresenta un futuro post-apocalittico in cui la Terra è stata distrutta dall’inquinamento e dall’esaurimento delle risorse umane, e in cui il robot Wall-E è incaricato di pulire il pianeta e prendersi cura della flora e della fauna rimanenti. Il film esplora temi solarpunk come la relazione tra tecnologia e ambiente, la necessità di una maggiore consapevolezza ambientale e la lotta contro le grandi corporazioni. Mostra anche come la tecnologia possa essere utilizzata per creare un futuro migliore.

Un altro film solarpunk è “Avatar” (2009) di James Cameron (fig. 2), in cui i personaggi vivono in un mondo con una varietà di specie animali e gli umani cercano di trovare un equilibrio tra tecnologia e natura. Un altro esempio è “Her” (2013) di Spike Jonze, in cui un uomo si innamora del suo assistente virtuale in un mondo in cui la tecnologia è integrata con la natura umana.

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Altri film che rientrano nel genere solarpunk includono “Elysium” (2013) di Neill Blomkamp, “Tomorrowland” (2015) di Brad Bird, “Okja” (2017) di Bong Joon-ho, “Blade Runner 2049” (2017) diretto da Denis Villeneuve e scritto da Hampton Fancher e Michael Green, “Alita: Battle Angel” (2019) e alcuni film dello Studio Ghibli come “Nausicaä della Valle del Vento” e “Il castello nel cielo”. Questi film offrono uno sguardo su un futuro in cui tecnologia e natura coesistono armoniosamente, incoraggiando una transizione verso una società più sostenibile ed equa.

Inoltre, molti di questi film rappresentano chiaramente l’architettura solarpunk che domina il paesaggio urbano. Gli edifici sono coperti di vegetazione e integrati con fonti di energia rinnovabile (come si può vedere in “Her” (2013), “Elysium” (2013) e “Tomorrowland” (2015)). L’architettura solarpunk, infatti, è un focus cruciale del movimento. Incorpora aspetti della tecnologia e dell’ingegneria solarpunk, come l’uso di fonti di energia rinnovabile (solare, idroelettrica, eolica, geotermica), materiali sostenibili con basso contenuto di carbonio ed energia incorporata, tecniche di costruzione sostenibili come la prefabbricazione, i tetti verdi, le facciate verdi e le tecnologie per la raccolta e la conservazione dell’acqua. Un altro aspetto da considerare è la mobilità sostenibile, alimentata da energia rinnovabile. L’architettura solarpunk include anche aspetti sociali come la capacità di avere edifici flessibili che possono adattarsi alle esigenze dei loro utenti.

Da una prospettiva macroscopica, diversi paesi stanno abbracciando la filosofia solarpunk nelle loro pratiche ingegneristiche e architettoniche. Ad esempio, la Germania è leader mondiale nell’adozione dell’energia solare e promuove una cultura del riciclaggio e della mobilità sostenibile. La Danimarca è un altro paese che si posiziona in alto nell’uso delle energie rinnovabili, con turbine eoliche e generatori offshore ampiamente diffusi. Nel frattempo, Costa Rica e Svezia si pongono entrambi l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica totale entro il 2050, investendo pesantemente nell’energia solare, eolica e, in Svezia, nell’idroelettricità. L’Islanda, con i suoi numerosi vulcani, si affida principalmente all’energia geotermica per produrre elettricità e calore. Infine, Singapore è diventato un paese ricco che investe significativamente nell’energia rinnovabile e vanta un elevato numero di edifici che possono essere considerati solarpunk.

fig.3

A livello microscopico, alcuni esempi di edifici ispirati al Solarpunk includono la “Casa Cradle to Cradle” in Germania, una casa ecologica che sfrutta l’energia solare; il “Bosco Verticale” di Milano di Stefano Boeri (fig. 3), un edificio residenziale che incorpora la natura nel suo design architettonico; e il “Sustainable Buildings Research Centre” in Australia, un edificio universitario a Wollongong che utilizza la ventilazione naturale e l’energia solare. Ci sono numerosi altri esempi in tutto il mondo, ma Singapore si distingue per il gran numero di edifici che possono essere considerati parte del movimento solarpunk.

fig.4

Ad esempio, l’aeroporto di Changi di Singapore (fig. 4) vanta un sistema di raccolta delle acque piovane, pannelli solari e un sistema di ventilazione naturale. Presenta anche la stupefacente Foresta di Nuvole (fig. 5) e la Serra dei Fiori, che utilizzano energia rinnovabile dai pannelli solari e la ventilazione naturale. Un altro esempio è Marina Bay Sands, una delle strutture iconiche di Singapore, che può essere considerata un edificio solarpunk grazie ai sistemi di raccolta delle acque piovane e dei pannelli solari. L’hotel Parkroyal (fig. 6), invece, fonde in modo armonioso le sue tre torri di vetro con giardini verticali e terrazze verdi.

fig.5

Inoltre, ci sono diversi progetti imminenti che possono essere descritti come solarpunk, come “Paris Smart city 2050” di Vincent Callebaut (fig. 7). Il piano prevede una serie di grattacieli autosufficienti che generano energia rinnovabile (solare ed idroelettrica) per le aree circostanti Parigi. L’obiettivo è ridurre l’effetto isola di calore urbano incorporando otto diversi tipi di grattacieli con caratteristiche comuni come materiali da costruzione sostenibili, tecnologie innovative, produzione di energia pulita e giardini pensili.

Progetti simili per il 2050 includono “Masdar City” negli Emirati Arabi Uniti, “The Living Building Challenge” negli Stati Uniti, “Cidade Pedra Branca” in Brasile e “Garden City” nel Regno Unito.

fig.6

Altri esempi

Con la nascita dell’intelligenza artificiale, è stato possibile esplorare nuove forme di architettura attraverso programmi come Midjourney, dove inserendo un semplice testo (prompt) viene creata un’immagine. Un esempio sono le immagini di Manas Bhatia. Egli immagina un’architettura solarpunk, dove la vegetazione è integrata con l’edificio.

Concetti architettonici solarpunk biophilic realistici generati da IA, realizzati con Midjourney, Artstation,

Conclusioni

Come tutto il resto, anche questo movimento ha affrontato critiche. Alcune di queste critiche includono i costi elevati associati alle tecnologie avanzate e alle installazioni di energie rinnovabili, o potenziali limitazioni sul processo creativo del design architettonico causate da un focus sulla sostenibilità e l’autosufficienza energetica. Un’altra critica potrebbe essere la sfida di mantenere costantemente la vegetazione o garantire il corretto funzionamento dei sistemi ecologici ed energetici, il che potrebbe comportare costi aggiuntivi al progetto. Inoltre, alcuni critici hanno sostenuto che l’installazione di sistemi energetici sostenibili come l’energia solare o eolica potrebbe avere un impatto negativo sull’ambiente, distruggendo habitat naturali e causando inquinamento acustico.

fig.7

Ci sono anche critiche di natura politica e sociale. Il movimento Solarpunk immagina una società egualitaria in cui il capitalismo non esiste più e ognuno contribuisce in modo equo alla società. Alcuni potrebbero sostenere che raggiungere questa visione potrebbe essere sfidante, data l’attuale scenario economico e politico globale. Tuttavia, il movimento Solarpunk rappresenta un incoraggiante promemoria che la nostra società può lottare per un futuro più sostenibile, in cui soluzioni innovative e giustizia sociale sono al centro delle nostre priorità.

“È più facile immaginare la fine del mondo che immaginare la fine del capitalismo.”

Mark Fisher, “Realismo capitalista”, Nero Editions 2018

Viviamo in un mondo in cui il capitalismo governa ogni aspetto della nostra vita e influenza ogni scelta personale e collettiva. Personalmente, ritengo che sarebbe meraviglioso esplorare altre forme di governance, anche se esistono già o sono esistite in passato. La maggior parte delle economie si basa sul sistema capitalista o su un sistema misto di capitalismo e socialismo. Sebbene il capitalismo abbia portato a una rapida crescita economica in molti paesi, ha anche causato grandi disuguaglianze economiche e sociali, mettendo il potere nelle mani di pochi e privilegiando il valore economico rispetto al valore sociale ed ambientale, enfatizzando il profitto e la competizione. Questo sistema economico ha portato allo sfruttamento delle risorse naturali, causando enormi problemi ambientali e climatici.

Penso che sia necessaria una visione positiva del mondo perché la speranza è ciò che spinge l’umanità a evolvere e a progredire. Il movimento Solarpunk fornisce soluzioni ai problemi ambientali e una visione ottimistica del futuro, pur essendo realistico riguardo all’architettura, ad esempio. Il ruolo dell’architetto è cruciale nel plasmare lo spazio intorno a noi, poiché l’architettura è ovunque e, dal punto di vista climatico, ha un impatto significativo sulle emissioni di anidride carbonica e gas serra.

Cecilia Voto – traduzione dall’inglese a cura dell’autrice

Cecilia Voto vive a Torino e studio Architettura al PoliTo; ha diverse passioni tra cui lo sport, la fotografia e la gioielleria. Dice di sé: “Sono una ragazza solare, e positiva, motivo per cui sono anche appassionata al Solarpunk come un’idea e una speranza di un futuro migliore.”


Note

[1] Solarpunk: Notes towards a manifesto
[2] traduzione italiana in Solarpunk Italia
[3] traduzione italiana in Solarpunk Italia


Bibliography

Sitography

  • Architecture solarpunk projects
  • Images references
  • Videos manifesto
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