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Newsletter Solarpunk Italia
Anche novembre è stato ricco di appuntamenti in presenza e online.
La temperatura si è abbassata, non troppo a dire il vero; in compenso continua a salire la temperatura sociale, politica e pure quella ambientale globale.
Quella culturale, invece, sembra progredire verso gradi tiepidi se non gelidi.
Il Solarpunk tenta di riscaldare dibattiti e riflessioni e tenta di portare un po’ di potenza rinnovatrice nella rassegnazione sociale e politica, poiché TINA è in grado in influenzare negativamente ogni ambito umano.
Cos’è TINA?
Lo scoprirete nell’editoriale di dicembre, a cura di Riccardo Muzi
“No Tina & friends
“There is no alternative” (Tina) era il motto usato dalla Premier Margaret Thatcher, negli anni ’80, per confermare e rendere più forte l’abbraccio del suo governo al cosiddetto “libero mercato”, con la conseguente distruzione progressiva dello stato sociale. Nel tempo lo slogan è diventato uno dei refrain degli adoratori del modello neoliberista, così chi si mostra poco incline all’accettazione incondizionata di certe dinamiche economico-politiche assurge al ruolo di novello Don Chisciotte.
Secondo i suddetti adoratori, l’affermazione delle logiche di mercato sarebbe qualcosa di inevitabile e chi le combatte non è altro che un semplicemente un sognatore, un romantico che ha perso il senso della realtà. Un ragionamento che ribalta spudoratamente lo stato delle cose perché chi avversa o critica le dinamiche neoliberiste è, invece, motivato da un fortissimo legame con la realtà: il mondo sta andando in malora proprio grazie a TINA & friends, e la cosa non può che destare preoccupazione.
Le forme di resistenza sono molteplici, da quelle più impegnative e rischiose a quelle più a portata di mano. Restando nel campo delle cose più facili da fare, si può tentare banalmente di immaginare un futuro migliore, magari tentando di farlo collettivamente per poter dare un contributo al nostro “spirito del tempo” inquinato e corrotto dal mercato.
Staccare un po’ la spina da tutta quella narrazione che, volente o nolente, è strumentale all’apocalisse in cui ci sta trascinando l’attuale modello economico, appare a tutti gli effetti un buon punto di partenza per una resistenza praticata nel campo della dimensione immaginaria.
La distopia, in particolare, da monito artistico capace di generare anticorpi per far fronte alla società disumanizzante, pare si sia tramutata in spaventosa quotidianità. Questo perché il cupo genere letterario e cinematografico è stato metabolizzato dall’industria dell’intrattenimento occidentale perdendo molto delle prerogative originarie. Se sempre più opere audio visive di stampo sci-fi descrivono ambientazioni distopiche, è probabile che la loro continua fruizione ci stia facendo abituare ad un futuro dettato da TINA, quando, per la nostra salvezza, dovremmo ostacolarlo.
Parafrasando il passaggio di un film di Nanni Moretti (Palombella Rossa) vogliamo affermare con forza che “le immagini sono importanti!”. E, per questo, non dobbiamo permettere che la nostra immaginazione venga espropriata dall’alto o dall’esigenza del mercato.
Per chi ritenesse troppo teorico il nostro ragionamento riprendiamo una dichiarazione di Thatcher (a proposito della disoccupazione in forte aumento) per dimostrare che il potere evocativo delle immagini è stato utilizzato proprio da chi della risolutezza e della praticità era la porta bandiera:
“pensate davvero che se il governo potesse usare un pulsante per bloccare la disoccupazione non lo farebbe?”. Una dichiarazione politica che fa leva proprio sull’immaginazione per autopromuoversi, autoassolversi e per mandare soprattutto il seguente messaggio: rassegnatevi, non c’è speranza.
Mentre, proprio da un alveo immaginativo è possibile creare la speranza per partecipare alla progettazione di un mondo migliore. Davvero inclusivo, davvero sostenibile, davvero armonico, senza gerarchie e senza capitalismo. Prima riusciremo a immaginarlo e prima lo potremo costruire. Insieme.
A dispetto di quanto ci stanno raccontando in tutte le maniere: “Non può piovere per sempre”. “
Infatti Riccardo ci propone una lettura che si inserisce nel filone immaginativo precedente.
Dal nostro archivio
Solarpunk come infrapolitica anarchica, traduzione di Giulia Abbate di un articolo di Connor Owens
– Ciò che dovrebbe rendere il solarpunk interessante per gli anarchici è la considerazione di quanto siano simili i valori del solarpunk e quelli dell’anarchismo sociale, in particolare quelli dell’anarchismo post-scarsità di Murray Bookchin: la decentralizzazione, la fusione dell’ecologico con il tecnologico, la fusione del funzionale con l’ornamentale, l’autonomia locale, il processo decisionale partecipativo e l’unità nella diversità.
Quasi per caso, il solarpunk è arrivato alla maggior parte delle stesse conclusioni degli anarchici, per mezzo dell’arte. Esteticamente, c’è una celebrazione dell’egualitarismo sulla base della libertà, cosa di cui l’anarchismo politico è naturale complemento.-
Nulla è immutabile, c’è sempre un’alternativa. Su di un piano orizzontale, obliquo. Perché nella dimensione verticale, dall’alto al basso, davvero non c’è alternativa.
Gli ultimi post su Solarpunk Italia
Collana Solarpunk Atlantis: i racconti del mese
Infernomuto di Marco Melis
Al centro di un Mediterraneo bruciato dal cambiamento climatico, che non si è voluto o potuto arrestare, la Sardegna è una terra profondamente offesa: disabitata, desertificata, rinselvatichita. Eppure nel continente c’è chi mette gli occhi su angoli paradisiaci per ricchi che vogliono tornare a esperienze più “naturali”; così Nik, rampollo di un rampante imprenditore milanese, viene spedito nell’Ogliastra con i suoi giovani amici ad acquistare il terreno per un resort. Ma sull’isola, lontana e trascurata, gruppi di abitanti hanno riscoperto antichi modi di vivere, alternativi alla razionalità scientifica, e recuperato remote tradizioni che si rifanno a credenze ancestrali, a un rapporto paritario con la terra e gli organismi che la abitano, animali e vegetali; e adesso sono assolutamente intenzionati a respingere qualsiasi tentativo di reintrodurre una modernità che è il cavallo di troia di un consumismo di rapina. Così, Nik e i suoi dovranno vedersela con la rivisitazione di antichi riti, con le janas e soprattutto con Codadifuoco.
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Inferno muto di Marco Melis
Scopri di più, dal nostro sito:
Atlantis n. 19 . Inferno muto di Marco Melis- Solarpunk Italia
Mercanti di polmoni di Alessandro Montoro
XXIII secolo. A causa dell’inquinamento e dello sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta, la quantità di ossigeno nell’aria si è ridotta dal 21 al 7%. A Milano, che adesso sorge sulle rive del Golfo Padano a causa dell’innalzamento del livello dei mari, l’imprenditore Sergio Xanator coltiva nei propri stabilimenti polmoni modificati per le nuove necessità metaboliche. È un uomo di successo e di grandi mezzi, però i rovesci di fortuna si annidano nella sua stessa famiglia, nella ribellione dei due figli che si allontanano di casa e svaniscono nel nulla. Gli anni trascorrono, i governi adottano drastiche misure per ripristinare l’atmosfera originale, che rendono superflui i rimedi di Xanator. L’uomo, sul viale del tramonto, deve affrontare la dissoluzione del suo impero economico, le azioni terroristiche di un’organizzazione integralista e la ricerca dei figli scomparsi, con la possibilità che la minaccia peggiore provenga da una direzione molto vicina a lui.
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Mercanti di polmoni di Alessandro Montoro
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Atlantis n. 20 Mercanti di polmoni di Alessandro Montoro- Solarpunk Italia
I libri di Solarpunk Italia
“All’aurora nelle splendide città”, antologia curata da Franco Ricciardiello, pubblicata da Delos Digital, nella collana Odissea Fantascienza
L’università, la politica e la cultura progettano la città del futuro. È il momento giusto perché la letteratura entri nel dibattito.
Dodici scrittori e scrittrici raccontano il futuro delle città in Italia attraverso dieci racconti.
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All’aurora nelle splendide città
Scopri di più, dal nostro sito:
AA.VV. All’aurora nelle splendide città, a cura di Franco Ricciardiello, Odissea Fantascienza, pp. 340, Delos Digital 2022
Parliamo di Solarpunk
Solarpunk Italia e Extinction Rebellion
Giovedì 27 ottobre la redazione di Solarpunk Italia è stata presente all’Academy Franco Angeli di Milano per una chiacchierata relativa al solarpunk.
Solarpunk: la parola, la visione, la letteratura.
Nel post troverai il testo degli interventi di Romina Braggion e Silvia Treves.
Etica, resistenza, utopia: le città di domani raccontante dal solarpunk
Domenica 13 novembre Solarpunk Italia ha partecipato alla Biennale Tecnologia di Torino, nella sezione OFF organizzata nella sede del MuFant, il Museo della fantascienza e del fantastico.
Le città del domani sono state raccontate dal solarpunk. Franco Ricciardiello ha proposto “Sognavamo metropoli d’acciaio” mentre Silvia Treves ha suggerito di “Venire a patti con le città“
Solarpunk Italia a Book City Milano
Sabato 19 novembre la redazione di Solarpunk Italia ha partecipato a due incontri, presso la libreria Covo della Ladra, di Mariana Marenghi.
Al mattino si è svolto l’incontro “Fantascienza un genere femminile“, mentre al pomeriggio abbiamo chiacchierato in merito all’antologia “Oltre la soglia. Pensare e scrivere Solarpunk“.
Solarpunk Italia ospite al Dramelay Talk
Il 23 ottobre 2022 la redazione di Solarpunk Italia è stata ospite del Dramelay Talk, canale youtube e pagina Facebook di Paul D. Dramelay.
La tavola rotonda si è prolungata dalle 18 alle 20,30 e ha toccato una serie di argomenti in relazione con il solarpunk.
Hanno partecipato, oltre al moderatore, Romina Braggion, Silvia Treves (per una traccia dei loro interventi, puoi andare al post Solarpunk: la parola, la visione, la letteratura), Riccardo Muzi, Antonio Ippolito e Marco Melis.
Nel post trovi i testi degli interventi dei collaboratori, e il link al videoclip su Youtube.
Autunni Caldi (parte I)
La fiction climatica è la nuova fantascienza impegnata? Franco Ricciardiello, il 9 ottobre, al festival di fantascienza milanese, Stranimondi, ha posto il quesito.
Nell’articolo sul sito puoi leggere la prima parte del suo intervento.
Solarpunk Art
Conversazione a tre sul film “Aniara – Rotta su Marte”
ovvero dialogo su una recensione che non uscirà mai. Un dietro le quinte divertente ma, occhio agli spoiler a valanga.
Se ne soffri, non leggere l’articolo, ehi, mi raccomando, non leggerlo ;D
Riccardo Muzi dialoga con Franco Ricciardiello e Silvia Treves.
SEMI – Idee per scrivere fantascienza
Riciclare le urine
Cosa ci propone Franco Ricciardiello? Nulla di nuovo, a dire il vero, da tempo immemore l’urina è stata utilizzata come concime per l’agricoltura, per la concia delle pelli e anche per produrre la polvere da sparo. Cambia però la tecnologia di separazione e trattamento del rifiuto organico con un’efficienza migliore
Recensioni
“Inferno muto” di Marco Melis è stato recensito da Antonio Ippolito
Scrive Antonio: “…la tecnologia può essere adottata a diversi livelli: si può usarla, o esserne usati. E così, in questa Sardegna bruciata e inquinata, è rinato il culto di forze sotterranee, custodite da una congregazione di “janas”, le fate della tradizione isolana a cui si attribuiscono le costruzioni megalitiche o “domus de janas”, che costellano il paesaggio; sono però “janas” capaci di indossare i mascheroni zoomorfi ancestrali come di usare la realtà aumentata e hackerare i congegni dei figli di papà che arrivano dal continente per esercitarsi in nuove speculazioni…“
Fate, streghe, donne dedite alla salvaguardia della loro terra. Quantomai attuale, basta volgere lo sguardo, soprattutto nel sud del mondo.
“Identità nomade”, di Sephira Riva è la recensione di Marco Melis
Jagoda vive nel Galles, in una società futura in cui le Intelligenze Artificiali conteggiano il patrimonio genetico degli individui stabilendone la cittadinanza.
Jagoda ha un perfetto rapporto paritario di tutte e cinque le etnie.
Il sistema la definisce apolide, revocandole immediatamente la cittadinanza.
Scrive Marco: Il racconto Identità nomade di Sephira Riva, uscito a settembre per la collana Atlantis di Delos Digital, non si rivela solo essere necessario e di estrema attualità, ma si rivela essere anche sapientemente progettato e ben scritto.
“Terre sommerse” di Kassandra Montag, recensione di Franco Ricciardiello
Scrive Franco “Nel panorama delle opere che possiamo classificare come “fiction climatica”, questo romanzo della statunitense Kassandra Montag occupa un posto particolare. Mentre gli altri romanzi raccontano una progressiva, inarrestabile, catastrofica desertificazione a partire dal sudovest degli USA, o al massimo un’alternanza di siccità e piogge rovinose, Montag immagina un innalzamento del livello dei mari tale da sommergere la maggior parte del continente.”
Eppure sta succedendo davvero. Eppure la Cop27, purtroppo come volevasi dimostrare, si è risolta in un sostanziale nulla di fatto. Un’altra Kassandra all’opera su un ammonimento inascoltato.
Prossimi appuntamenti
Solarpunk Italia e Nicoletta Vallorani all’Università degli Studi di Milano
La Statale per il futuro. Salute, transizione digitale, sostenibilità
Il 6 dicembre, ore 16.30, nell’aula T3 dell’Università degli Studi di Milano, sede di Sesto San Giovanni, Giulia Abbate, Franco Ricciardiello e il Commando Jugendstil incontreranno gli studenti dal corso di cultura inglese, con i professori Nicoletta Vallorani e Paolo Caponi.
L’incontro chiude il primo modulo degli English Cultural studies, il cui programma quest’anno è sviluppato su tematiche ambientali. Si discuterà di solarpunk, attivismo ambientalista e pacifista, e dell’esperienza pratica del Commando tra Italia e Inghilterra.
Per questo mese è tutto, da Solarpunk Italia. Ci vediamo da qualche parte, così ci faremo gli auguri per un Natale sereno e solare
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