Buongiorno e bentrovatə alla newsletter di Solarpunk Italia.
Prima dell’editoriale, una piccola comunicazione di servizio: ad agosto la newsletter si ferma. Riprendiamo a settembre. Grazie! Editoriale La piccola rivoluzione dell’immaginario
Il nostro immaginario è inquinato? Si, è triste dirlo, ma è così. Molti non se ne accorgono perché immersi nel mood del quotidiano da cui è difficile astrarsi.
L’inquinamento non è solo smog o scarichi tossici. Ce n’è un altro, meno tangibile ma ugualmente pericoloso, contro il quale bisogna lottare se si ha a cuore la dimensione immaginativa che agisce sul pensiero e lo plasma inevitabilmente.
L’industria dell’intrattenimento e le arti visuali, ma anche l’informazione, producono in continuazione immagini stereotipate, mercificate che ci inseguono tutti i giorni con un obiettivo non dichiarato: omologare.
Parliamoci chiaro, contrastare in maniera critica tutto quello che ci viene riversato addosso, pur avendo un alto tasso di consapevolezza, è molto complicato. Inoltre, non possiamo lasciare alle nostre singole strutture mentali e culturali la costruzione di un filtro protettivo perché si rimarrebbe in un ambito strettamente personale (e gli altri?) e, soprattutto, non si eliminerebbe l’inquinamento.
Le immagini che attentano alla libertà di pensiero sono dappertutto: affollano la televisione e i vari black mirror che ci portiamo al seguito (sì, la nota serie tv fa proprio riferimento allo schermo/display spento).
Potremmo pure sottrarci a questo accerchiamento che corrompe il nostro animo con gesti semplici: tv in soffitta, cellulare solo per le chiamate, pc solo per il lavoro, tablet solo per le foto. Ma in questa sede non vogliamo suggerire soluzioni isolazioniste, al contrario proponiamo quelle partecipative.
Perché l’immaginario è anche collettivo e impensierisce, proprio per questa caratteristica, le classi dominanti alla continua ricerca di consenso e approvazione anche attraverso la dimensione immaginativa. Magari, a loro va bene pure che sia collettivo, però non possono permettersi che sia autonomo, che produca desideri liberamente, ne andrebbe dello status quo.
Così, l’urgenza di sottrarsi al colonialismo mediatico-immaginifico appare sempre più evidente e, allo stesso tempo, si definisce con maggiore chiarezza il ruolo che il Solarpunk ha la possibilità di rivestire sia come sovvertitore del pensiero unico indotto, sia come depuratore artistico di immagini inquinate.
Insomma, una speranza c’è ma va costruita.
Fossimo permeati dal mainstream diremmo: Tranquill*, ci pensa il Solarpunk a risolvere tutti i problemi. Invece, bisogna anche rigettare tutta la narrazione supereroistica e tentare la strada della collaborazione fra gente comune (il Solarpunk può fare da riferimento, ma almeno la “piccola rivoluzione dell’immaginario”, facciamola insieme).
E allora si dovrebbe trovare uno spazio, ispirato da un’etica solare e da una forte voglia di rivolta, in cui autori, registi, illustratori, fumettisti, artisti del web, operatori tv, illustratori e designer possano incontrare cinefili, fumettari, lettori più o meno assidui, frequentatori dei social e fruitori vari. Potrebbe essere una festa, un festival o un rave.
Incontriamoci e facciamoli impensierire.
Riccardo Muzi
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GRAZIE! I prossimi appuntamenti Al Festival di Spotorno “Scienza Fantastica” sarà presente Milena Debenedetti, che parlerà anche di solarpunk e dei suoi racconti in tema, tra cui quello del mese: “Gli Svuotati”.
Il Festival si svolgerà dal 29 luglio al 6 agosto 2023 nel Comune di Spotorno, e avrà come tema: “l’invasione aliena”. Aggiornamenti e notizie saranno pubblicati a breve sul sito Scienza Fantastica e sulla pagina facebook correlata.
La vignetta del mese LA COLLABORAZIONE CONTINUA!
Le amiche e gli amici del Commando Jugendstil realizzano una vignetta solarpunk al mese, per la nostra newsletter. Grazie di cuore!
La vignettà è condivisa anche, in inglese, con la rivista Solarpunk Magazine. Ecco la quinta vignetta.
Depaving: come si coltiva nella città solarpunk?
Le città di oggi sono zeppe di parcheggi, stradoni multi-corsia, autorimesse, stazioni di rifornimento.
Che fine fanno nella città solarpunk tutte queste reliquie di un passato tossico?
Vengono bonificate e recuperate per la collettività!
I cittadini si uniscono in squadre di lavoro auto-organizzate e, con l’aiuto di piccozze e piedi di porco, strappano via l’asfalto, rivelando il terreno sottostante. Giardinieri ed esperti di permacoltura e biodiversità accorrono con carriole e carriole di compost donato dagli abitanti del rione e trasformano i non-luoghi in giardini, orti e spazi di biodiversità per invertebrati, uccelli e piccoli mammiferi.
Persino le cisterne del benzinaio si possono riutilizzare, una volta bonificate. Ora sono riserve di acqua per la stagione secca che vengono piano piano riempite in inverno grazie a sistemi di raccolta dell’acqua.
Dove c’erano solo macchine, ora c’è una mini prateria, o una food forest, o un orto dove coltivare cibo sano e locale.
Poco più in là, una squadra di volontari sta salendo su un furgoncino elettrico della Gilda del Rewilding. Vanno ad aiutare a depavimentare la maggior parte delle corsie della autostrada A1, ormai praticamente in disuso, e trasformarla nel più grande parco lineare in Europa.
Ma non vi preoccupate, ci sono abbastanza superfici asfaltate per biciclette, sedie a rotelle, passeggini, monopattini, pedoni e anche per le poche autovetture ancora in circolazione. La differenza è che ora la città non è più costruita intorno alle auto: sono solo ospiti.
Commando Jugendstil
Il racconto del mese, dalla collana solarpunk “Atlantis”
Atlantis n. 24: “Gli svuotati” di Milena Debenedetti Scaricalo qui
I post del mese, dal blog di solarpunk.it
Decolonizzare il futuro attraverso la macchina da presa / Un articolo da Directa.cat, tradotto da Alice Croce Ortega Philip J. Farmer, “I cavalieri del salario purpureo” #solARGpunk: Solarpunk Italia al Politecnico di Torino Dobbiamo recuperare il Solarpunk dai regimi autoritari Manifest Solarpunk – Giulia Abbate per Directa.cat Atlantis Saggi, la nuova collana di critica dedicata al solarpunk Il seme del mese: idee per scrivere solarpunk Per sconfiggere la siccità servono tecniche antiche, voglia di imparare e tanto lavoro di squadraTucson sorge in un ambiente desertico, con temperature che in estate superano i 38°C e piogge scarse. La fonte principale di acqua è il fiume Colorado, un tempo chiamato il grande fiume. Il suo bacino, che si estende dal Wyoming al Messico, a causa del surriscaldamento è molto diminuito ed è al centro del più intenso cambiamento climatico degli Stati Uniti Occidentali.
Dal nostro archivio, un articolo selezionato per voi
Mi rattrista quando le persone liquidano l’Art Nouveau come cosa “per ricchi”, come se possa essere realmente Solarpunk solo l’ostinato o il riciclato. Le persone si comportano come se le cose belle fossero solo per i ricchi, che è proprio ciò che i ricchi vogliono che si creda. L’Art Nouveau è perfetto per il movimento Solarpunk, e non solo per i motivi a ispirazione vegetale. È ben più profondo. L’Art Nouveau era un movimento intrinsecamente anticapitalista.
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