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Buongiorno e bentrovatə alla newsletter di Solarpunk Italia.
Questo mese ci sono un sacco di notizie succose. Non sappiamo da che parte cominciare… Stranimondi alla Treccani… No.
Treccani sarà ospite nel gruppo di lettura in partenza… Nemmeno. 
Il nuovo collaboratore di Solarpunk Italia ha scritto un romanzo che presenteremo al GDL… Aiuto. Che confusione. Leggete la newsletter è meglio. Ci siamo baloccati a sufficienza. ;D
Buona lettura


Editoriale

Buongiorno e bentrovata, bentrovato alla newsletter di Solarpunk Italia.

È Giulia Abbate alla tastiera. Come stai?
Dalle nostre parti, il lavoro ferve. Non è sempre facile conciliare tutto, anche perché la nostra attività solarpunk è svolta in modo sempre volontario e senza scopo di lucro (ci dai una mano con le spese del sito? Puoi donare qui. Grazie!).
Questo viaggio ci regala anche molte soddisfazioni.
Una di queste ha a che fare con la divulgazione. Ormai ho perso il conto di quante volte mi sono trovata a scrivere “cos’è il solarpunk” per chi non ne sa nulla, ed è una bella notizia, perché diffondere i contenuti e il messaggio di speranza di questa forma narrativa è una delle nostre motivazioni principali; se dobbiamo farlo tante volte, significa che stiamo andando bene!
A questo proposito, l’ultima fatica di cui sono lieta di informarti è uno speciale dedicato al solarpunk, pubblicato sul magazine online Lingua Italiana di Treccani.
Sì, hai capito bene: Treccani, “il portale del sapere”, uno dei più importanti e prestigiosi istituti del nostro paese, ha dedicato spazio al piccolo, agguerrito “assalto al sole” della fantascienza!
Il merito principale va riconosciuto al direttore di Lingua Italiana, Silverio Novelli, che mi ha contattata per chiedermi contributi fantascientifici, e ha accolto con grande disponibilità la mia proposta di un approfondimento solarpunk.
Lo speciale si articola in sette contributi, che prendono in esame dei temi specifici contenuti nei racconti solarpunk della produzione italiana più recente: lascio a te il piacere di scoprirli, ma ringrazio di cuore gli autori e le autrici che si sono impegnate in questa ricerca.
Grazie a Daniele Barbieri, Elena Ronconi, Giuliana Misserville, Marco Malvestio, Nadia Tarantini, Nicoletta Vallorani, esploratori ed esploratrici, che si sono addentrate nel bosco intricato con curiosità e saggezza (e senza machete!), lasciandosi guidare da profumi, richiami, briciole di pane… e riportandoci in cambio i loro racconti e preziose nuove mappe. 
Inutile dire che lo speciale non è “promozionale”: il solarpunk raccoglie molte simpatie, ma su questa attitudine si è innestata un’indagine rigorosa di tratti e limiti, con analisi che lasciano aperte domande e a volte rilevano mancanze.
Per questo, la pubblicazione di questo speciale, la nostra incursione nel mondo “serio” della letteratura “alta”, potrebbe quindi avere una doppia valenza.
Accanto alla divulgazione verso un pubblico generalista, sarebbe bello che gli articoli dessero da pensare anche a noi esperte ed esperti, diventando un momento di approfondimento condiviso. E un altro impegno che ci prendiamo è quello di è creare occasioni in cui parlare e discutere, incontrarci di persona, spezzare il pane insieme.
Anche questo è bene comune, giusto?
Buone letture solarpunk.

Giulia Abbate


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I prossimi appuntamenti

14 e 15 ottobre saremo a Stranimondi sia tra il pubblico sia come relator3. Ci incontriamo lì.


Il 30 ottobre alle ore 21 si terrà il secondo appuntamento del GDL di Solarpunk Italia con protagonista Michael Moorcock in “Jerry Cornelius: programma finale” del 1968.
Sono rimasti un paio di posti, sei ancora in tempo per iscriverti


Il nuovo collaboratore

La squadra di Solarpunk Italia si arricchisce di un nuovo collaboratore!
Siamo liet3 di dare il benvenuto tra noi a Matteo Scarfò

La vignetta del mese

LA COLLABORAZIONE CONTINUA!
Le amiche e gli amici del Commando Jugendstil realizzano una vignetta solarpunk al mese, per la nostra newsletter. Grazie di cuore!
La vignettà è condivisa anche, in inglese, con la rivista Solarpunk Magazine.

Ecco la settima vignetta.

Qual è la relazione tra città solarpunk e le sue vie d’acqua?

Le superfici dure e impermeabili hanno il loro perché, per le biciclette e le sedie a rotelle, gli skateboard e le poche autovetture e furgoni, rigorosamente elettrici e dotati di batterie al sodio, ancora in circolazione, ma con un clima propenso a cicli di siccità e piogge torrenziali, la città solarpunk ha dovuto trasformarsi, diventare permeabile e ripensare la propria relazione con l’acqua.
Orti e giardini sono costruiti con tecniche specifiche per intrappolare e ri-dirigere l’acqua verso cisterne, laghetti e altri specchi d’acqua che vengono usati per l’irrigazione nella stagione secca.
Le grondaie e le tubature delle acque reflue danno direttamente su sistemi di filtrazione, e l’acqua usata viene recuperata, ancora e ancora.
Non c’è da preoccuparsi della contaminazione da rifiuti umani. Gli escrementi non vanno più dritto nei fiumi come una volta, ma vengono compostati fino a non essere più dannosi per la salute umana e usati per l’agricoltura, un fertilizzante naturale e inesauribile che ha aiutato a soppiantare i fertilizzanti chimici.
Persino l’urina ha il suo utilizzo, come insegna Vespasiano, e viene usata come mordente per vari processi industriali o diluita per fertilizzare le piante.
Skateparks costruiti a fondovalle diventano piscine o laghetti per parte dell’anno, con buona pace degli skaters, che devono convertirsi a SUP e kayak durante l’inverno, utilizzando la rete di canali medioevali che la città ha recentemente riaperto o la vecchia pista di atterraggio per idrovolanti. Sempre che gli agricoltori non li caccino: le chinampas, una tecnica di agricoltura di origine Azteca che prevede la costruzione di isole galleggianti su cui coltivare verdure e allevare galline, hanno preso piede negli ultimi anni e l’idroscalo ne è pieno.
In estate, negli anni in cui c’è abbastanza acqua, la gente si assiepa sulle rive alberate dei fiumi per nuotare. Grazie alla riduzione drastica degli allevamenti intensivi e degli scarichi industriali, le acque sono pulite, cristalline e brulicano di biodiversità, da libellule a rane, da pesci a uccelli acquatici, e anche bisce d’acqua che, seppure innocue, non mancano di scatenare il fuggi-fuggi tra i bagnanti.
La città solarpunk ha ricordato che l’acqua è vita e vive di conseguenza.

Commando Jugendstil


Il racconto del mese, dalla collana solarpunk “Atlantis”

Atlantis n. 26: “Natura morta con kintsugi” di Laura Silvestri

Scaricalo qui


I blog del mese, da solarpunk.it


Il seme del mese: idee per scrivere solarpunk

Perché non imitiamo Lahti?

La città finlandese di Lathi si trova nella regione dei laghi, a circa cento km da Helsinki. Già città green europea nel 2021, ha completamente abbandonato il carbone e si riscalda con combustibile solido riciclato e legno locale certificato. Pratica l’economia circolare, ha ridotto le emissioni di gas serra del 70% rispetto al 1990, e intende giungere a zero emissioni entro il 2025 (con dieci anni di anticipo rispetto all’intera Finlandia)


Dal nostro archivio, un articolo selezionato per voi

Il valore pedagogico dell’utopia

Questo articolo esamina il genere di narrativa speculativa ecologicamente orientata noto come solarpunk e il suo valore per la causa della giustizia ambientale. Questo articolo sostiene che lo status quo sia caratterizzato da una relativa inazione sulla questione della lotta al cambiamento climatico e che questa inazione sia il risultato dell’incapacità di immaginare un futuro “verde”. In quanto fiction speculativa che descrive esplicitamente tali futuri verdi, il solarpunk può essere uno strumento prezioso per promuovere l’azione superando il diffuso cinismo sul futuro. La narrativa solarpunk è quindi uno strumento utile per gli educare alla sostenibilità perché incoraggia l’esame critico del proprio impatto ambientale. Questo articolo descrive in dettaglio i modi in cui le storie solarpunk funzionano come media contro-egemonici intrecciando questioni di razza, genere, sessualità, classe e colonialismo con un’etica ecologica.

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Per questo mese è tutto. A rileggerci!

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