di Franco Ricciardiello

La presentatrice polacca Asia Kaniewska conduce, a Radio Kapital, un programma mensile disponibile anche in podcast, intitolato Dancing in Dystopia, con tracklist di brani musicali ispirati all’argomento dell’antiutopia. La quarta puntata è stata dedicata al solarpunk: Asia ha presentato cos’è il solarpunk, facendo seguire una programmazione di musica che lei considera come appartenente al genere. Questo è il commento che descrive il podcast:

Vorrei dare il benvenuto al prossimo anno nel modo più ottimistico possibile. Pertanto, nell’ultima puntata della trasmissione vi parlerò del solarpunk, una tendenza che combina in modo fantastico i contenuti con questioni climatiche e politiche, ma anche con l’ottimismo. Saremo accompagnati da musica che riflette i valori di Solarpark: fede nella tecnologia, amore per la natura, volontà di costruire comunità sane e affrontare con coraggio i problemi del futuro.

Asia Kaniewska

Per chi fosse curioso, questa è la tracklist mandata in onda, che riflette bene differenti ispirazioni estetiche alla base del solarpunk, dall’afrofuturismo all’art nouveau:

Aurora, “The Seed” (2019), suggestivo videoclip della cantante norvegese registrato in un bosco  
Haken, “The Endless Knot” (2016), una band Britannica che suona progressive metal

Grace Jones, “This Is” (2008), dall’album “Hurricane” della cantante giamaicana:

Laura Mvula, “Green Garden” (2013), qui il video ufficiale della cantante Britannica
Björk, “Utopia” (2017), magnifico pezzo con una lunga introduzione strumentale e l’nconfondibile voce della cantautrice islandese che sa creare un’atmosfera; anche il video, tecnicamente perfetto, è di per se una piccola opera d’arte solarpunk
The Beatles “Here Comes The Sun” (1969), dall’album Abbey Road; questo è un videoclip del 2019:

Asia Kaniewska
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