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Franco Ricciardiello

Abbiamo già scritto in un precedente post di Semi a cura di Silvia Treves, a proposito delle insospettabili proprietà del calcestruzzo impiegato dagli antichi romani. Ci torniamo in questo post, dal momento che la ricerca si sta rivolgendo in questa direzione, e una start up con sede in Italia è in prima fila.

Il cemento è un materiale da costruzione “democratico”: meccanicamente srtaordinario, economico, facile da produrre e utilizzabile anche senza strumenti sofisticati. Peccato che non sia più sostenibile, considerata la quantità di anidride carbonica emessa in fase di produzione: è stato scritto che se l’industria mondiale del cemento fosse una nazione, sarebbe la terza più inquinante del pianeta, dopo USA e Cina.

Lasciando momentaneamente da parte l’oppurtunità di impiegare nell’edilizia altri materiali alternativi, per loro natura più sostenibili, è essenziale nell’immediato creare un cemento carbon neutral, una sfida che si gioca soprattutto sui costi in grande scala.

Una via per la ricerca è indicata dallo studio del cemento impiegato dalla civiltà romana, che dopo due millenni è ancora funzionante, come testimonia una quantità incredibile di edifici ancora esistenti. Il cemento dei romani ha qualità auto-rigeneranti, la cui conoscenza è andata perduta nel tempo: in pratica, la ricerca tecnologica deve tentare di riprodurre la capacità di rigenerarsi in presenza di microfratturazioni che a lungo andare danneggiano il materiale.

Il segreto dei romani era l’impiego, nella miscelatura, di calce viva anziché di semplice calce; il risultato è che nell’impasto rimangono piccoli grumi di calce che non si sciolgono, e che rilasciano calcio quando, in presenza di crepe, l’acqua penetra sotto la superficie: il calcio ripara la frattura.

Da questa idea, la ricerca punta a un cemento self-healing; se è relativamente semplice dal punto di vista tecnico, rimane il problema di introdurre un materiale che ancora il mercato non conosce. Ma i tempi stringono: secondo Admir Masic, responsabile del Multiscale Characterization and Materials design del Massachusetts institute of Technology, entro un tempo che va da dieci a trent’anni da oggi, dobbiamo sostituire completamente il cemento attuale se vogliamo contribuire alla lotta contro l’emissione di anidride carbonica.

A lavorare in questa direzione è una start up con sede a Torino, dal momento che Masic, nativo della Bosnia, si è laureato all’università di questa città.

Franco Ricciardiello

Fonte: Le Scienze, maggio 2023

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