L’Utopia in Terra prospera e si espande, galleggiando sulle acque del Pacifico

Scaricalo qui: Outremer, Delos Digital

Per la prima volta un giornalista di un broadcast internazionale arriva a Outremer, la grande isola artificiale costruita nel Pacifico settentrionale da una comunità di scienziati, artisti e attivisti climatici, utilizzando le enormi quantità di plastica e altri rifiuti ammassati dalle correnti oceaniche. Una nazione galleggiante nata in segreto, che per milioni di persone in tutto il mondo è l’Utopia: arte e sostenibilità, bellezza e solidarietà sono le basi su cui si fonda Outremer, che però è anche una gigantesca officina per il recupero di navi in demolizione, oltre che un laboratorio scientifico per la produzione di energia pulita su vasta scala. Questo racconto è un viaggio nella civiltà di Outremer, sintesi di culture e esperienze da tutto il mondo, e di come poco per volta la “Venezia sul mare di plastica” susciti l’entusiasmo del reporter curioso grazie alla sua musica affascinante, alla sua etica sessuale libertaria, e alla forza della sua economia post-industriale e post-scarsità.

DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA, CIVILTÀ POST-INDUSTRIALE, IL LAVORO NEL FUTURO, L’AUTOMAZIONE IN UN RACCONTO DI FRANCO RICCIARDIELLO

Racconto pubblicato originariamente in francese nell’antologia “C’était mieux demain”, ed. Copie Gauche, dicembre 2023

L’autore

Nato nel 1961, Franco Ricciardiello ha iniziato a scrivere fantascienza nel 1980; ha pubblicato dodici libri (gialli, thriller, fantascienza e letteratura di viaggio), tra cui due Urania (Ai margini del caos, 1998 e Radio Aliena Hasselblad, 2002) e oltre novanta racconti; è stato tradotto in Francia, Grecia e Argentina. Ha insegnato scrittura creativa per un quarto di secolo, e curato una serie di antologie di autori vari per Delos Digital. Ha scritto insieme a Giulia Abbate il Manuale di scrittura di fantascienza, e pubblicato per la stessa casa editrice quattro volumi di narrativa di viaggio, dedicati alla letteratura, alla musica e al cinema di altrettante città italiane e europee (Parigi, Venezia, Torino e Berlino).


L’incipit

ESCLUSIVO! Per la prima volta nella Storia il reporter di un broadcast internazionale mette piede a Outremer. Il vostro umile inviato percorrerà in lungo e in largo l’isola-che-non-c’è per raccontare al mondo come si vive in quella che gli abitanti definiscono l’Utopia-in-Terra.
C’era una volta l’Isola dei Rifiuti, la plastica gettata via che raggiunge per mille vie il mare, e che le correnti concentrano in un mar dei Sargassi nell’alto Pacifico. Leggenda metropolitana o realtà? Le immagini da satellite non potevano certificarne l’esistenza, troppo sottile è lo strato di detriti. Nel cono d’ombra dell’incertezza è cresciuto quello che per la maggior parte delle nazioni è un cancro, ma per milioni di esseri umani è l’Utopia. All’insaputa del resto del mondo, da oltre dieci anni Outremer prospera e si espande nel Pacifico nordoccidentale. Io vi porterò per la prima volta a vedere con i vostri occhi e ascoltare con le vostre orecchie cos’è la vita in Outremer!
Lo hovercraft da Okinawa non è un servizio regolare. Nulla è regolare in Outremer, visto da chi non ci vive. I suoi fondatori e i suoi primi abitanti sono riusciti a tenerne nascosta l’esistenza al mondo intero per dieci anni, come pirati di una nuova Tortuga che è forse il segreto meglio custodito della Storia. Arrivando dal continente, la linea della costa non appare diversa da qualsiasi isola di grandi dimensioni; il porto passeggeri è un hangar dalla volta traslucida. Il turismo non si è ancora sviluppato in Outremer, e nulla garantisce che si svilupperà in futuro.
Quando metto piede nel terminal marittimo, provo un brivido al pensiero che il pavimento non è costruito su solida terra, bensì su un’isola di plastica perduta in mezzo al Pacifico. Ci sono chilometri d’acqua prima del fondo oceanico. Mi aspetto quasi che il suolo si muova sotto i miei passi, ma è solo illusione. Quale profondità ha la crosta di rifiuti sotto di me?
L’hangar del terminal è di materiale traslucido; guardando meglio mi rendo conto che si tratta di bottiglie: miliardi di bottiglie di plastica trasparente, alcune di colore verde incastonate nella volta tracciano sul soffitto la scritta RES PUBLICA OUTREMER.


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