di Riccardo Muzi
a cura di Lélia Wanick Salgadodal 01 Ottobre 2021 al 13 Febbraio 2022 al MaXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Roma

La realtà di Salgado è un mondo in bianco e nero. Un mondo in cui non è possibile non schierarsi: o si sta da una parte o dall’altra; non è ammessa una terza posizione. All’interno del sistema Salgado non esistono concetti complessi, sfaccettature, punti di vista particolari o molteplici chiavi di lettura. Il Maestro brasiliano con la sua macchina fotografica distilla tutto quello che ritrae e lo declina in una domanda semplice e diretta: e tu, da che parte stai?

Prima di rispondere con certezza si parte alla volta di “Amazônia”, la foresta dell’Amazzonia brasiliana raccontata dall’occhio manicheo di Salgado, dopo un viaggio durato 7 anni all’interno della più grande riserva d’ossigeno del nostro pianeta. Tolti i colori, non ci sono distrazioni: la magnificenza della Natura è servita in tutta la sua travolgente potenza visiva. Sorprendenti le scoperte: montagne maestose, fiumi volanti, isole labirintiche e lontane popolazioni indigene che vivono in simbiosi con il verde circostante.

Non poteva mancare L’uomo, da sempre al centro delle indagini artistiche di Salgado; l’umanità con le sue tragiche contraddizioni scandite dall’adozione di variegati modelli di vita.

Nel tempo si è perso il conto degli esploratori che si sono imbattuti nella foresta amazzonica alla ricerca di ricchezze e di miti: l’oro, El Dorado. Molti si sono persi travolti dal vegetazione lussureggiante e insidiosa, altri invece, dimenticando la meta prefissata, hanno ritrovato se stessi, abbandonando la “civiltà” e abbracciando la Dea foresta con le tribù che la veneravano.

Le popolazioni amazzoniche ci parlano ancora – in realtà non hanno mai smesso di farlo – ma adesso le loro parole ci raggiugono dalle tipiche dimore riprodotte all’interno della mostra. Attraverso delle videoregistrazioni, criticano aspramente Bolsonaro e le sue politiche, si soffermano sui cambiamenti climatici e accennano alla pandemia da Covid. Pur isolati sanno come va il mondo e sono la testimonianza fisica di una tenace resistenza contro gli tutti appetiti consumistici.

“La biodiversità dell’Amazzonia è stata oggetto di continua predazione, in particolare lungo i confini esterni”. Esattamente: un luogo che dovrebbe essere santificato dagli esseri umani, per il suo enorme contributo alla sopravvivenza della Terra, dagli stessi umani è messo a rischio. L’ecosistema amazzonico è gigantesco, immane, ma allo stesso tempo fragile e sta cedendo sotti gli sprovveduti colpi della deforestazione.

“Queste immagini sono la testimonianza di ciò che resta, prima che scompaia. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta ad ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela”. (Sebastião e Leila Wanick Salgado)

Si può uscire da una mostra fotografica appagati dal fascino dei ritratti, se ne può uscire anche con qualche consapevolezza in più. La spettacolare bellezza di “Amazonia” aiuta a rispondere con coscienza alla domanda iniziale: e tu, da che parte stai?

testo e foto di Riccardo Muzi
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