Come preannunciato a febbraio, abbiamo avviato in collaborazione con Delos Digital una nuova collana di saggistica dedicata al solarpunk, della quale è oggi disponibile il primo numero.
Affiancandosi alla collana di narrativa Atlantis, la nuova Atlantis Saggi avrà una periodicità meno stretta: prevediamo due numeri l’anno.
Per questa prima uscita abbiamo un numero monografico per mano di più autori, dedicato alla città, con testi di Marco Casalino, Franco Ricciardiello, Matteo Scarfò e Silvia Treves, tra i quali i testi integrali, ma aggiornati e ampliati, degli interventi alla Biennale Tecnologia Torino del 13 novembre 2022, dedicata appunto alla Città.
Quello che costruiamo non va mai via
etica, resistenza, utopia: le città di domani raccontate dalla letteratura
Atlantis Saggi n. 1
Da sempre, dall’alba della civiltà, la città rappresenta il luogo privilegiato dell’utopia. Non solo la città ideale, quella che sovrani virtuosi sognavano di costruire sulle loro terre mentre scrivevano poemi edificanti, ma il centro abitato realmente esistente: la capitale dell’impero, la città-stato, la sede della signoria, il comune medioevale, spazio dell’urbanistica monumentale, dell’arte, del pensiero, della politica. La gloria della città antica – Babilonia, Roma, Costantinopoli – non è distante dalla fortuna delle città idealizzate dal pensiero – la Sparta di Licurgo, l’Atene di Pericle, la Baghdad delle Mille e una notte. Di conseguenza, anche il cammino dell’utopia è lastricato di città: realmente edificate, come Urbino, Sabbioneta, Arc-et-Senans; solo progettate, come la Sforzinda di Filarete o il piano di James Oglethorpe per Savannah; leggendarie, come Xanadu, El Dorado, Agartha, Śambhala, Shangri-La, Ciudad Vagare; immaginate dal pensiero, come la Città del Sole di Tommaso Campanella, la Città delle Donne di Christine de Pizan, la Nuova Atlantide di Francis Bacon. Il Novecento poi, con la forza micidiale del capitalismo fossile, ha moltiplicato la fondazione di città ideali: Brasilia, Chandigarh, Auroville, Nowa Huta, Abuja, le città-giardino inglesi di Letchwork e Welwyn.
Nel suo secolo di vita la fantascienza non ha raccontato solo extraterrestri, astronavi, robot e viaggi nel tempo; la città è sempre stata tra i luoghi privilegiati dell’immaginario futuro: spazio artificiale, contrapposto alla natura, oppure territorio di convivenza, scambio, cultura, bellezza? Adesso, il Solarpunk può aiutarci a immaginare la metropoli del nostro avvenire, sostenibile, inclusiva, antispecista.
La città è il centro propulsore della seconda rivoluzione industriale, il luogo dove la tecnica si dispiega con tutta la forza, dove la scienza trova laboratori, cervelli, centri di ricerca, dove sorgono fabbriche e si concentra la manodopera, dove il denaro si forma e si moltiplica. La città sembrava, alle generazioni di inizio Novecento, una porta su un magnifico futuro di progresso.
Ancora più che nel passato, oggi la città diventa una vetrina dell’intelligenza umana, il volto della civiltà, ed è facile intuire che la sua importanza crescerà ancora nei prossimi anni.
Quello che costruiamo non va mai via
- Franco Ricciardiello, “Sognavamo metropoli d’acciaio. La Città Futura nella letteratura di fantascienza: non solo macchine volanti”
- Matteo Scarfò, “Città immaginarie e sostenibili. Il cilindro di O’Neill; Paolo Soleri e l’Arcologia.”
- Silvia Treves, “Venire a patti con la città. Il solarpunk come discorso militante sulle realtà urbane presenti e future, dagli inurbati climatici di oggi alle soluzioni sostenibili di domani”
- Marco Casalino, “L’apprendimento in città: Colin Ward”
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