di Franco Ricciardiello
Gloria Bernareggi, “Medusa Rossa”, Futuro Presente n. 52, ed. Delos Digital, maggio 2022, € 1,99. ISBN: 9788825420449r
Questo romanzo breve rappresenta l’esordio di Gloria Bernareggi come autrice “a solo”: di solito infatti pubblica a quattro mani insieme a Sephira Riva, con la quale compone il duo chiamato Moedisia (che gestisce anche un blog di critica letteraria, fantasy e questioni di genere). Moedisia risultano anche autrici di una Guida al Fantasy in più ebook, ma il presente Medusa Rossa, così come il racconto di Sephira Riva Addendum alla proposta di legge sull’autodeterminazione degli oggetti già uscito nella stessa collana, sono rigorosamente fantascienza.
Ottima fantascienza, aggiungo, di quella che auspico di vedere sempre più rappresentata nei cataloghi delle case editrici: niente distopia, niente space opera, invasioni aliene, grandifratelli, astronavi FTL eccetera, soltanto un’ottima storia su come il futuro cambierà le relazioni tra persone, il modo di pensare e relazionarsi, il rapporto con il mondo, l’intera maniera di essere umani.
Nel racconto, Medusa Rossa è il nome di un ristorante, in una Sicilia del futuro prossimo ma non troppo, gestito da una “famiglia” che oggi considereremmo particolare, ma che a guardare bene è già nell’urgenza delle cose. Perché devo aggiungere che uno dei temi di Medusa Rossa è il mutamento della famiglia mononucleare, e uno dei motivi di stile di scrittura che Bernareggi ha scelto è la neutralità di genere. Senza ricorrere all’artificio tipografico della scevà (ǝ), che molti e-reader non riescono a interpretare, l’autrice usa la desinenza in asterisco, scegliendo però di coniugare al femminile il plurale degli aggettivi. Esempio: Bernareggi scrive “Non è colpa della mia lingua se l* clienti se ne vanno”, dove secondo le regole grammaticali sarebbe semplicemente “i clienti”, e “Mando qualcosa all* ragazz* in campagna”, invece che “ai ragazz*”.
I protagonisti sono dunque tre membri di una famiglia, due maschi, Ale e Damiano, e una femmina, Nina. I primi due si chiamano tra loro “marito”. Scrive l’autrice nel blog Moedisia:
“In un futuro (che spero non troppo lontano) le famiglie come quelle di Nina, Ale, Damiano e Gabriele non verranno più giudicate e viste “fuori dalla norma”, ma come una delle tantissime possibilità di amori possibili.”
La storia inizia immediatamente dopo una crisi, quando Nina abbandona il ristorante a causa del prolungarsi dei dissidi con Ale a proposito delle proposte gastronomiche da offrire al pubblico. Il litigio nasce dal contrasto tra tradizione culinaria locale e necessità di innovazione, soprattutto a causa dell’innalzamento della temperatura globale del pianeta, e della conseguente indisponibilità di ingredienti. Naturalmente questa è la metafora di un profondo mutamento di paradigma nel modo di pensare. The times they are a-changin’.
Stiamo tuttз intraprendendo un viaggio, consapevole o meno, attraverso i cambiamenti climatici e la cosa che spaventa i più è il distacco dalle tradizioni e dal conosciuto, soprattutto quando si parla di abitudini culinarie.Ma siamo davvero certз che sia l’unica strada possibile? Siamo davvero convintз che battere nuove strade per un futuro migliore voglia dire abbandonare il passato e le tradizioni? Forse invece è un gioco di equilibri quello che dovremmo abbracciare per non dimenticare e per non fossilizzarci.
Ultimo aspetto da sottolineare è la centralità del cibo, dell’elaborazione di ingredienti e materie prime, simbolo di scelte di vita e modi di pensare; lo stile sobrio ma preciso dell’autrice e le descrizioni di particolari, pratiche e tradizioni rendono estremamente vivida la narrazione, che esce dalle pagine e viene incontro al lettore e alla lettrice quasi in una nuvola di sapori e profumi.
Medusa Rossa non sfigurerebbe nelle pagine di una rivista USA.
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