di Carin Ism e Julien Leyre, da Singularity Hub
Traduzione di Silvia Treves

A cosa somiglierà? Che odore, suono, sapore avrà? Cosa sembrerà il futuro? E perché sulla Terra – e altri pianeti – queste sono questioni rilevanti, soprattutto considerando il caos che sta accadendo nel mondo, proprio qui e ora?

In poche parole: perché quelle esperienze sensoriali del futuro saranno la prova finale per capire se abbiamo superato questa difficile era. Finché saremo esseri incarnati, che elaborano il mondo attraverso i nostri sensi, non ci sarà un Graal più santo che assicurarsi che quel che i nostri sensi registrano sia piacevole. In sostanza, se ciò che esiste nel nostro mondo, sia bello sia doloroso, possa essere compreso in termini estetici.

Quanto a questo, vale la pena notare che l’inizio di questo decennio ha più estetica cyberpunk di quanto avremmo voluto.

Le strade di Blade Runner e di Hong Kong sono diventate più indistinguibili che mai. Coloro che sono ricchi in modo disturbante hanno lanciato razzi su strade piene di gente con maschere di stoffa che alzano i pugni e chiedono giustizia, mentre le squadre SWAT dispensano droni di sorveglianza e gas lacrimogeni. Il fumo colora di rosso il mentre infuria un selvaggio fuoco storico. Potenti tempeste sferzano edifici e inondano le  città.  Elon Musk non ha reso un favore visivo alla nostra epoca con l’introduzione della cybertruck, il cui design suggerisce che moda e kevlar stiano diventando una cosa sola, uno stile forse meglio descritto come “stile apocalittico”.

Della creazione dell’estetica cyberpunk viene spesso accreditato l’iconico creatore di giochi Mike Pondsmith. Nel 2020 talmente tanta gente ha cominciato ad affermare che il suo lavoro sta prendendo vita che Mike ha rilasciato una dichiarazione ricordando che la sua estetica era un “avvertimento”, non qualcosa a cui aspirare.

Per la verità, un sacco di fantascienza seria mira a dissuaderci da quelle traiettorie men che appetibili che potremmo prendere in considerazione, o avere già intrapreso. Su Sci-Fi-Agenda, un’analisi completa di film di fantascienza con ambizioni visionarie, non un solo film immagina un mondo con più bellezza di quella che abbiamo ora (o che già ci siamo lasciati alle spalle).

Bīnhǎi wān huāyuán (Giardini sulla baia), Singapore

Questo, si potrebbe sostenere, è perché gli scenari apocalittici sono più facili da dipingere delle utopie realistiche. Ma poiché il 2020 ha iniziato ad apparire sempre più come una sesta stagione di Black Mirror, il creatore della serie iconica, Charlie Brooker, ha detto che si stava prendendo una pausa dalle distopie immaginarie. Bisogno di sollievo psicologico, di confortanti immagini di consolazione imminente? o, meglio ancora, di qualcosa di concreto in cui credere e verso cui tendere? Beh, è un bisogno intenso.

Ecco che giunge un movimento estetico e ideologico noto come Solarpunk.

Dalla maggior parte dei punti di vista, il Solarpunk è bellissimo, e funge da termine generico per un’estetica e un’ideologia che enfatizzano il verde, la biomimesi e strutture architettoniche strabilianti costruite per consentire autosufficienza e sostenibilità. È art nouveau high-tech, se volete. Non è il sogno hippie di persone che trascorrono la loro breve vita in lavora agricoli impegnativi, è agricoltura agritech e automatizzata. Non è “ritorno alla natura”, ma un andare avanti, in una versione aggiornata, ingegnerizzata dell’accettazione del “naturale”.

La parola Solarpunk è nata nel 2008 sul blog Republic of the Bees che, fedele ai suoi principi, non è un movimento centralizzato. E ovviamente, nessuno può essere il capo di un’estetica – ognuno, ispirato dalla visuale e dalla visione del Solarpunk può essere parte di ulteriori interazioni e contribuire ad evolverne lo stile. Alcuni progetti, tuttavia, sono stati rivendicati come esempi significativi del suo stile e della sua percezione.

Nelle immagini vedete i Giardini sulla baia di Singapore, il Ponte dorato in Vietnam, un certo numero di strutture strabilianti che i MAD architects hanno nel loro elenco, e gli  Hyperions. – unici giardini-grattacielo dipinti di blu – nati dalla mente di Vincent Callebaut. In narrativa, 2312 e la Trilogia di Marte di Kim Stanley Robinson insieme a La parabola del seminatore di Octavia E. Butler sono stati tutti dichiarati in linea con il Solarpunk. E per quanto riguarda i film, c’è naturalmente un famoso esempio: il regno di di Wakanda in Black Panther[1].

Cầu Vàng (Ponte dorato), Đà Nẵng (Vietnam)

Significativa è la sovrapposizione tra Solarpunk e Afrofuturismo, un movimento brillantemente riassunto nel lavoro di Ytasha Womack. Il processo di decolonizzazione dell’immaginazione è il primo passo per immaginare un futuro in cui i piaceri siano distribuiti in modo più equo rispetto al passato.

Questa visione è resa più convincente dal continuo richiamo del movimento solarpunk all’azione immediata. Materializzare ciò che si immagina, e farlo ora. Con l’enfasi del Solarpunk sul peer-to-peer, trasformare ciò che si desidera in realtà non significa aspettare un’autorità alla quale delegare, ma assumersi la responsabilità di organizzare e manifestare.
Il credo solarpunk è far crescere il nuovo mondo nel terreno esposto dalle crepe del vecchio mondo che si stanno allargando. E questo è tanto letterale quanto metaforico. Scambi di semi[2] e progetti come Open Source Ecology  incoraggiano le persone a crescere, costruire e stampare un’impronta sul mondo che vogliono vedere intorno a loro; progetti come i ReGen villages, i cosiddetti “Tesla degli ecovillaggi”, ora in partnership con i comuni dei quattro continenti, o nei Paesi Bassi la comunità di Schoonschip community , legalmente innovativa, costruita sull’acqua e la pletora di comunità intenzionali elencate in numundo.

Il lavoro dell’artista è quello di rendere irresistibile la rivoluzione. Un modo potente per combattere comportamenti distruttivi di qualsiasi tipo è quello di costruire un’immagine forte di dove vorreste essere in futuro. Esplora il suono, l’aspetto, il gusto e la sensazione di vivere la tua vita futura, di essere il tuo io futuro. E poi valuta ogni tentazione che affronti con questa immagine in mente, valuta se ti avvicina o ti allontana da quel futuro. Seduci te stesso, adatta il tuo desiderio a un futuro migliore, più piacevole, più spettacolare.

Il movimento è una chiamata all’azione per gli studi cinematografici a fare film, per gli artisti a dipingere immagini, e per chiunque abbia accesso ai mezzi di creazione e comunicazione di partecipare alla forma più pragmatica di sogno. Per immaginare un mondo così avvincente che non vorrete svegliarvi, non finché il mondo dei sogni non diventi realtà. Per creare qualcosa di letterale, come il progetto appena annunciato di Akon per costruire una  real life Wakanda in Senegal.

Il Solarpunk potrebbe essere il movimento culturale che ci meritiamo adesso, nel mezzo di prove e tribolazioni. È ciò di cui abbiamo bisogno per rendere il resto di questo decennio un’esperienza piacevole, persino euforica. A volte, pretendere di prosperare è il modo migliore per sopravvivere. È la necessità e l’audacia non solo della speranza, ma della bellezza.

Traduzione di Silvia Treves

Carin Ism, svedese, è co-fondatrice dell’Agenzia per il Futuro della Governance (FOGA) e co-autrice con Julien Leyre di “How to Rule a World-A Guide to the Established and Emerging Tools for Power and Governance in the 21st century”. Ism è docente a SingularityU Nordic e insegna futuro della governance. È stata la principale ricercatrice del primo studio di governance in una simulazione di Marte e anche responsabile della sezione svedese di Effective Altruism, che lavora per promuovere visioni di lungo termine nella politica, negli aiuti esteri e nella filantropia. In precedenza, Ism era direttrice esecutiva della Global Challenges Foundation.

Julien Leyre è uno scrittore franco-australiano, studioso di governance, co-autore di “How to Rule a World ” e co-fondatore di FOGA. Leyre è direttore operativo dell’azienda elettrica australiana ReVolt, che sviluppa nuovi modelli di business per accelerare una transizione su larga scala versoper l’energia verde. In precedenza è stato caporedattore presso la Global Challenges Foundation dove ha curato pubblicazioni trimestrali su governance e rischi globali. In precedenza, Leyre ha fondato il Progetto Marco Polo, un ente di beneficenza con sede a Melbourne che reinventa il lavoro sociale per le comunità globali, con particolare attenzione alla Cina.


Note

[1] Black Panther di Ryan Coogler, USA 2018

[2] Esistono gruppi e associazioni di scambio semi anche in Italia

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