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Riccardo Muzi

Girato in tre anni e in quattro paesi, “The Garbage Warrior” è un film documentario del 2007 sull’architetto Mike Reynolds, inventore del modello edilizio “Earthship”. La telecamera segue Reynolds e lo sviluppo del modello “Nave di Terra”, nonché la sua lotta con le leggi di Taos, nel Nuovo Messico, per dar vita ad una comunità sperimentale costruendo case “alternative”.

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“Abbiamo perso quella facoltà di sognare un’idea e metterla in pratica il giorno dopo”, ad un certo punto, nel corso del documentario, una persona intervistata si esprime così. Michael Reynolds, architetto statunitense, sembra invece un tipo che ha messo in pratica la sua idea e il suo sogno improntando la sua vita sulla costruzione delle Earthships. Chi è questa persona? e cosa sono le “navi della Terra”?

Mike si laurea alla facoltà di Architettura nel 1968 e sfida lo status quo con il suo sperimentale approccio alla costruzione. Il primo atto della sua “carriera alternativa” è una casa fatta di mattoni di lattine di birra: i capelli dritti del sindacato nazionale dei muratori lo costringono a sospenderne i lavori.

Mike non demorde e sviluppa il concetto di “Earthship“: una casa a energia solare costruita con pneumatici usati, che ricicla acqua piovana e non costa quasi nulla.

Insieme ad un gruppo di guastatori dell’architettura tradizionale, per 30 anni Reynolds si dedica allo sviluppo della “Earthship Biotecture” nel Nuovo Messico, cercando di tirare su comunità autosufficienti in cui convergono design e eco sostenibilità. Manco a dirlo, non sottostando agli standard statali, si apre un conflitto con le autorità, sostenute dalle grandi imprese. Inizia così per Reynolds una lotta in giacca e cravatta per vedersi riconosciuto il diritto di realizzare un modello di vita sostenibile.

Pur affrontando il complesso tema dell’eco-sostenibilità abitativa, praticata e, cosa non meno importante, mostrata come praticabile, il docufilm si avvolge attorno alla figura di Reynolds con fare epico, trasformando quest’ultimo in un personaggio da sogno americano in versione green. In un self-made man riveduto e corretto. Non a caso lo stesso regista lo incorona come “eroe del ventunesimo secolo”.

La sensazione di eccesso di celebrazione sembra confermata dall’attualità. Ora le “Navi della terra” e il loro ideatore sono celebri anche grazie a Nomadland, il film di Chloe Zhao (Leone d’Oro di Venezia nel 2020 e premio Oscar nel 2021) in cui, Linda May, una delle protagoniste, sogna di costruire una di queste eco abitazioni. Dopo un passaggio sul grande schermo il “rischio moda” c’è, ma ce ne fossero di mode così, direbbe qualcuno.

E, nel frattempo, chi desidera vivere un approccio diverso nei confronti della Natura attraverso una vita domestica più sana può rivolgersi alla Earthship online Academy. Un esempio: lasessione invernale 2023 (dal 1° gennaio al 30 marzo 2023) con studio sul campo a Taos, Nuovo Messico: 1.850 dollari). Sostenibilità economica per alcuni ma non per tutti. D’altronde chi non ha pazienza di studiare, può comprarle già belle e fatte con un esborso di 300 mila dollari circa. Eco business?

Sembrano molto lontani i tempi dell’ultimo capitolo di “The garbage warrior” in cui, Mike e i suoi, soccorrono la popolazione delle isole Andamane (in India) dopo lo tsunami del 2005, mostrando ai superstiti come costruire una earthship, non solo a impatto zero ma anche a costo zero.

Crediti: Paese di produzione: Stati Uniti. Durata: 87 min. Regia: Oliver Hodge.

Crediti finali: “ll carbonio prodotto durante la realizzazione di questo film è stato compensato con progetti di ripristino della foresta pluviale. L’80% dei camion presenti in questo film era alimentato con olio da cucina usato”.

Riccardo Muzi

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