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di Paweł “Axld” Ngei, traduzione di Andrea Clockwork

Dopo aver letto le storie vincitrici del Grist Climate Fiction Contest, Jacobin Magazine ha di recente lanciato un appello: servono più storie radicali sul clima. Secondo la redazione, i partecipanti al concorso non hanno esplorato abbastanza a fondo la politica o i conflitti legati alla crisi climatica.

Questa è una critica piuttosto comune verso il solarpunk come genere in erba. Nel tentativo di dipingere una visione utopica e altamente estetica di un mondo migliore, molti autori scelgono di non dare spazio molte lotte e sacrifici nelle loro storie. Penso che non dovremmo evitare conflitti politici o comunitari, o persino lotte intestine nei nostri sogni di un domani migliore. Negli ultimi mesi ho lavorato a una lista di prompt e vere comunità solarpunk che non hanno timore di affrontare problemi ostici senza perdere la speranza. Vorrei condividerli con voi.

Tutti i prompt che ho immaginato sono ambientati nel decennio 2030-2040, senza particolari innovazioni tecnologiche o scientifiche rispetto a ciò che abbiamo ora. Esplorano diverse categorie di problemi: culturali, economici, infrastrutturali e politici. Ciascun gruppo consiste in una galleria di persone colorate e varie, i cui obiettivi spesso si scontrano fra loro anche se tutte perseguono scopi nobili. Questo è ciò che conta nel solarpunk: una comunità. Siete liberi di usare qualsiasi tra le idee che propongo, ma vi chiedo di mandarmi una mail se voleste pubblicare storie basate su di esse!

  1. Un campo profughi istituito una ventina d’anni fa diventa un villaggio vero e proprio. I suoi abitanti parlano un dialetto nato da cinque o più lingue e hanno relazioni instabili con le comunità e gli stati limitrofi, ciascuno dei quali considera il villaggio una zona fuori da ogni giurisdizione e mira ad acquisirne il controllo;
  2. Un centro comunitario, libreria o istituzione educativa, inizialmente creata per riqualificare lavoratori come i minatori e aiutarli a trovare un nuovo lavoro, ora è diventata un luogo di pellegrinaggio per gente che sogna di trovare il proprio ruolo nella vita e imparare dalle storie di chi li ha preceduti;
  3. Una mensa in una base scientifica o ambientale, in cui scienziati, ingegneri, cuochi e personale di servizio mostrano il proprio lato umano senza dimenticare l’importanza di ogni ruolo per far fronte alle condizioni estreme (ad esempio: rimozione della plastica dagli oceani, misurare il livello dei ghiacci polari, etc);
  4. Un edificio occupato, centro sociale o hackerspace all’interno di una città ancora bloccata nel passato mentre il resto del mondo va avanti. Attivisti, educatori e inventori provano a mostrare ai cittadini che è possibile vivere in modo diverso, contemporaneamente battibeccando tra loro per determinare quale sia il modo migliore;
  5. Una comunità virtuale di esperti molto specializzati, pochi dei quali interagiscono con il mondo reale. Eremiti, conservazionisti, manutentori di infrastrutture dimenticate da lungo tempo, si considerano una famiglia nonostante parlino lingue molto diverse e provengano da culture altrettanto distanti. Raramente riescono a riunirsi fisicamente;
  6. Una comunità di diversamente abili che condividono suggerimenti e soluzioni per destreggiarsi in un mondo a loro ostile. Molto di ciò che condividono rimane non detto, siccome tutti conoscono il dolore e le sfide che affrontano ogni giorno;
  7. Un piccolo villaggio di campagna di fianco al quale è stata costruita una Grande Opera: una diga, una centrale eolica o un parco solare. Con il passare degli anni, le aziende e le istituzioni governative si sono dimenticati di loro e per evitare una catastrofe devono lavorare con attivisti esaltati e determinati che arrivano dai quattro angoli del paese per aiutarli;
  8. Una favela vicino a una discarica di componenti elettroniche nel Sud globale, in cui macchinari e parti vengono recuperati e riadattati per riparare le strumentazioni mediche dell’ospedale locale. Nessuna azienda offre convenzioni, in quanto l’ospedale è troppo piccolo e troppo lontano dai maggiori centri abitati. Lentamente diventano una simil-Shēnzhèn, in cui tutte le conoscenze sono condivise e ogni tipo di invenzione trova un utilizzo;
  9. Un gruppo di Wikipediani, archivisti o cartografi che cerca in tutti i modi di salvaguardare più conoscenza non scritta possibile prima che le vecchie generazioni muoiano. Non sono pagati da alcuna università o istituzione, ma lo fanno per il semplice amore verso le storie locali e l’interesse verso esempi di medicina tradizionale che potrebbe valere la pena reintrodurre;
  10. Una gilda di cuochi, nutrizionisti e insegnanti a cui viene chiesto di preparare e diffondere una dieta o un libro di ricette vegetariane e complete in un mondo in cui il prezzo della carne è alle stelle;
  11. Un plotone militare che è passato dai carri armati ai camion dei pompieri decenni addietro. Ora affrontano disastri climatici e ambientali, sono sempre meno esercito e più protezione civile; per alcuni è un sogno, per altri un incubo. Le reclute, più avvezze ai tempi correnti, non comprendono il linguaggio militare fortemente gerarchico dei vecchi superiori;
  12. Una squadra di dottori e ingegneri dal Sud Globale (come ad esempio Cuba durante il COVID-19) in una missione nel Nord Globale, volta ad aiutare gli specialisti del paese nel fronteggiare il Grande Collasso dell’Internet. Le IA non forniscono più suggerimenti e i cloud non riescono a calcolare con precisione la portata di muri e colonne;
  13. Un team di ambientalisti e ricercatori di reti neurali addestrano IA a mo’ di api affinché convivano con la fauna locale. Si autonominano gli Apicoltori;
  14. Un gruppo di mercenari, guardie del corpo e soldati dismessi viene ingaggiato da un miliardario per ricevere protezione nella sua fortezza remota dopo una crisi di mercato. Il committente, dopo mesi di noia, ordina loro di tiranneggiare gli abitanti dei paesi circostanti che faticano a sbarcare il lunario. I mercenari disubbidiscono e si rivoltano contro di lui; dopo un incidente, cercano di unirsi (nonostante difficoltà e differenze) alla comunità rurale per smantellare la fortezza;
  15. Una nave mercantile con vele e pannelli solari cerca di sostituire i titani del mare e connettere nuovamente il mondo. L’equipaggio, composto da marinai di ogni età e ingegneri che sperimentano nuove soluzioni, incontra rifugiati che cercano di viaggiare in case-container;
  16. Un gruppo anarchico a bordo di uno zeppelin, il mezzo di trasporto più veloce ed economico per molte comunità remote, è in cerca di nuovi membri, anche ragazzi in cerca di avventure;
  17. Un’équipe di scienziati, ambientalisti e politici alla corte delle Nazioni Unite analizza i parametri di pannelli solari e turbine eoliche per rispondere a una domanda cruciale: è possibile lanciare un razzo sulla Luna per estrarre una tonnellata di suolo lunare? Se sì, è un modo utile di usare le risorse limitate nel bel mezzo della crisi climatica? La fusione di elio lunare è un incentivo sufficiente?
  18. Una gang di neo-archeologi, esperti di dati, dottori e bioingegneri passa in rassegna gli archivi di aziende farmaceutiche fallite alla ricerca di medicine e soluzioni che funzionano ma non sono mai state diffuse perché troppo economiche per ricavarne profitti. Con così tante medicine scomparse o ardue da riprodurre, forse questa è la strada migliore per trovare nuove cure?
  19. Un potente sindacato di minatori di terre rare che hanno vinto le dispute con i proprietari anni addietro. Ora devono affrontare una sfida ben più grande: non diventare come loro, con la consapevolezza che senza il loro operato in pochi riusciranno a produrre componenti elettroniche;
  20. Un collettivo di dottori, educatori ed epidemiologi studiano le nuovi possibili pandemie e cercano di convincere altre comunità che la vaccinazione e l’abbandono di alcune abitudini sono importanti, senza ricorrere alla violenza o alla coercizione. Un tema importante da affrontare insieme a quello delle società senza stato, in cui nessuno può essere costretto a fare qualcosa;
  21. Una comunità appena trasferitasi in una nuova torre-condominio: costruita in legno, sostenibile e strutturata in modo da incoraggiare le interazioni tra condomini. Per alcuni un sogno, per altri una scocciatura; alcuni stanno ancora affrontando il trauma delle case distrutte da alluvioni, incendi o altri rischi ambientali;
  22. Una squadra di architetti e ingegneri civili all’opera per costruire un piano di sicurezza cittadina a prova di catastrofe deve prendere decisioni difficili per capire a quali minacce dare priorità. La sfida più grande è equilibrare l’efficacia e l’accessibilità delle loro soluzioni
traduzione di Andrea Clockwork

L’autore

ALXD è lo pseudonimo del polacco Paweł Ngei, sviluppatore web full-stack, educatore di cyber security e attivista per la scienza aperta e il software libero, nonché ex facilitatore dell’Hackerspace di Varsavia. Scrive di sé:

“Un tempo ero affascinato dal transumanesimo, ma mi sono disilluso quando ho scoperto che i suoi sostenitori sono interessati alla crescita per il gusto di crescere, senza alcun pensiero critico sulla sua direzione. Al momento sono più vicino alla sensibilità Solarpunk e hacker. Ho una formazione in matematica di base, fisica, neurobiologia e neuroscienze computazionali. Programmo principalmente in TypeScript e Python e ho esperienza nell’amministrazione di sistemi Linux. I miei progetti più importanti includono Glider Ink, una storia che racconta gli spazi hacker e la cultura hacker, e Solarpunk Prompts, un podcast per scrittori di narrativa sul clima.”

Questo è un link al suo sito (in inglese)

Il traduttore

Il suo nome è Andrea Barresi [lui/lui], ma pochi lo chiamano così. Per gli amici è “Barre” e su Internet lochiamano “Clockwork”, che è lo pseudonimo che usa anche quando scrive. Dice di sé:

“Ho sempre amato la narrativa, l’archeologia e la scienza, ma è stato solo a metà del mio percorso di Laurea Magistrale in Fisica Teorica a Torino che ho capito che avevo bisogno di scrivere. Per far conoscere le mie storie. Trascorrere anni di quarantena in una stanza solitaria durante il mio dottorato a Varsavia è stata la spinta finale, e così è nato Words of Tomorrow : un tentativo non solo di raccontare una storia ma anche di comunicare l’urgenza di un rinnovato tipo di narrativa. Uno che sia politico e tragga ispirazione dai conflitti e dalle questioni odierne e possa allo stesso tempo immaginare non solo un mondo migliore e più equo, ma anche un percorso realistico per realizzarlo. Questo è ciò che mi ispira e mi spinge a scrivere.
Ursula K. LeGuin, Kim Stanley Robinson e Cory Doctorow sono gli autori che intendo diventare; non amo incondizionatamente tutte le loro storie, ma sono quelle che mi hanno ispirato a pensare e creare le mie.
Naomi Klein è la mia tata ideologica, No Logo è stato il primo saggio che mi ha aperto la mente sulla reale profondità dei conflitti moderni. Presto seguirono David Graeber, Andreas Malm, Silvia Federici e Frantz Fanon, aggiungendo idee cruciali sulla liberazione dal capitalismo fossile, dal patriarcato e dal colonialismo al mio arsenale. Non sarei un solarpunk senza le loro conoscenze e intuizioni.

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