Franco Ricciardiello
Il Portogallo rappresenta l’unico esempio di un Paese che si è scrollato di dosso una lunga dittatura fascista grazie all’insurrezione pressoché unanime del suo esercito. Le uniche quattro vittime della Revolução dos Cravos, la rivoluzione dei garofani (già di per sé un’immagine non violenta) furono uccisi dalla PIDE, la polizia politica, che sparò a casaccio dalle finestre della propria sede sulla folla che manifestava in piazza.
Simbolo di quella sollevazione condotta da ufficiali di basso rango (i “Capitani d’Aprile”), che imprigionarono i comandanti e uscirono dalle caserme con i carri armati per circondare i palazzi del potere, è una canzone, che giustamente è divenuta il brano di musica portoghese più famoso di tutti i tempi.
Alle 00:20 del 25 aprile 1974 un’emittente cattolica, Rádio Renascença, mandò in onda Grândola, vila morena, una canzone del compositore José Alfonso, scritta tre anni prima e incisa in Francia, perché proibita in patria a causa del testo, che parla di libertà e potere popolare.
Era il segnale con cui lo stato maggiore dell’MFA (Movimento das Forças Armadas, organizzazione di sinistra dell’esercito portoghese) comunicava l’inizio dell’insurrezione.
Per quarantotto lunghi anni il Portogallo era rimasto sotto il tallone del fascismo corporativista dell’União Nacional, il partito unico dominato da António de Oliveira Salazar; Estado Novo era il pomposo nome ufficiale del regime, che tenne in stato di arretratezza politica e economica un paese decaduto e depresso. Salazar era morto nel 1970; gli era succeduto Marcelo Caetano. L’Estado Novo era dissanguato nelle finanze e nel patrimonio umano da devastanti guerre d’indipendenza delle colonie che ancora possedeva in Africa, in particolare Angola e Mozambico.
Inserita nella scaletta del seguito programma musicale Limite, e approvata dalla direzione della radio probabilmente perché era un’emittente confessionale, la diffusione di Grândola, vila morena attivò gli ufficiali che attendevano il segnale. Il testo è semplice e suggestivo; ogni strofa è composta da quattro versi, ripetuti una seconda volta in ordine contrario (ABCD, DCBA), con variazioni minime nelle ripetizioni della seconda e terza strofa per mantenere il senso del testo.
Grândola, vila morena
Terra da fraternidade
O povo é quem mais ordena
Dentro de ti, ó cidade
Dentro de ti, ó cidade
O povo é quem mais ordena
Terra da fraternidade
Grândola, vila morena.
Em cada esquina um amigo
Em cada rosto igualdade
Grândola, vila morena
Terra da fraternidade
Terra da fraternidade
Grândola, vila morena
Em cada rosto igualdade
O povo é quem mais ordena.
À sombra duma azinheira
Que já não sabia a idade
Jurei ter por companheira
Grândola a tua vontade
Grândola a tua vontade
Jurei ter por companheira
À sombra duma azinheira
Que já não sabia a idade
Grândola, Vila Morena
© José Alfonso
Grândola, città moresca
terra della fratellanza
dove chi comanda è il popolo
dentro di te, o città
Dentro di te, o città
dove chi comanda è il popolo
terra della fratellanza,
Grândola, città moresca
A ogni angolo di strada un amico
su ogni volto l’uguaglianza
Grândola città moresca
terra della fratellanza
Terra della fratellanza,
Grândola, città moresca
su ogni volto l’uguaglianza
dove chi comanda è il popolo
Ed all’ombra di un leccio
che non si sa quanti anni abbia
giurai di avere per compagna,
Grândola, la tua volontà.
Grândola, la tua volontà
giurai di avere per compagna
all’ombra di un leccio
che non si sa quanti anni abbia
Nella notte, reparti militari insorti occupano emittenti radio, aeroporti e obiettivi sensibili. Spesso i soldati non sanno cosa stiano facendo, sono gli ufficiali che li guidano nella sollevazione.
L’occupazione del palazzo del governo e l’arresto di Marcelo Caetano sono opera di carristi della Escola prática de Cavalaria, guidati dal capitano Fernando Salgueiro Maia. Il breve discorso con cui Salgueiro Maia convinse i 240 soldati del reparto a seguirlo dalla caserma di Santarem fino a Lisbona, è diventato celebre:
“Signori, come tutti sapete, ci sono diversi tipi di Stato. Stati socialisti, stati capitalisti e lo stato in cui ci siamo ridotti. Ora, in questa notte solenne, metteremo fine allo stato in cui ci siamo ridotti! Quindi, chiunque vuole seguirmi, andremo a Lisbona e la faremo finita. Chi si offre volontario, faccia un passo avanti. Chi non partire, resti qui!”.
Il presidente Caetano fu caricato su un aereo e andò in esilio in Brasile.
Bellissima è la storia di come il garofano rosso divenne simbolo vivente di questa rivoluzione nonviolenta.
La cameriera quarantenne Celeste Martins Caeiro si era recata al lavoro, come ogni mattina, ma il ristorante non aprì per via dell’agitazione generale, e dell’incertezza su cosa stesse accadendo. Il proprietario mandò a casa i camerieri, distribuendo tra loro i garofani che consegnava come benvenuto ai clienti del ristorante.
Vedendo passare i tank diretti verso il centro città, Celeste domandò ai soldati dove andassero. “Al Carmo per arrestare Marcelo Caetano. Questa è una rivoluzione” le fu risposto.
Un soldato le domandò una sigaretta, che lei non aveva; allora Celeste gli dette uno dei garofani che teneva in mano, e il ragazzo lo infilò nella canna del fucile. La donna continuò a distribuire i fiori agli altri soldati, imitata anche da altre donne.
Così la rivoluzione portoghese del 25 aprile 1974 è diventata la Revolução dos Cravos, la Rivoluzione dei Garofani.
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