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recensione di Riccardo Muzi
Trama:

Krishna è il figlio di un bramino che vive mungendo mucche; svolge il suo lavoro nelle campagne emiliane che si affacciano sulle rive del Po. L’infanzia in India è lontana, ma il grande rispetto per la natura che ha acquisito da piccolo non lo abbandona mai. Una mucca non più incline alla super produzione di latte e destinata quindi al macello, gli impone una scelta: accettare i dettami imposti dalla cultura del paese in sui lavora o agire secondo il proprio sentire.    

Commento:

C’è una Natura incombente nel film di Roberto San Pietro, talmente ben fotografata da poter esser quasi respirata dallo spettatore. Quella natura fiumana che ha visto nascere le civiltà più antiche e diverse. Dal Po al Gange, l’uomo ha intrapreso strade lontanissime fra loro che ora si ricongiungono, creando incroci e bivi, nel senso più ampio dei due termini. La sacralità della vita e di ogni essere vivente, trasportata e diffusa da Krishna, si confronta con il modello economico italiano e occidentale. È un scontro impari ovviamente. Lui immigrato e umile mungitore al confronto di un mastodontico ingranaggio oliato dal mondo in cui ha scelto di vivere. Ma nulla è ineluttabile per chi crede, come nel caso delle genti indiane, nella reincarnazione, nella metempsicosi. Pur di conservare il suo spirito originario, Krishna si fa libro vivente (omaggio a Fahrenheit 451?) per essere consultato e contaminato. Capita che a leggerlo sia una donna, capita che la donna si innamori di chi ha messo la propria vita su di un leggio condiviso. E, allora, improvvisamente la vita assume contorni molto più armoniosi rispetto al normale incidere stabilito dall’apparentemente progredita società circostante. Il progresso dà, il progresso toglie. Esempio: che costo hanno i prodotti sempre disponibili sugli scaffali dei supermercati? E non si intende il prezzo sull’etichetta della merce. Oltre ad una riflessione importante sul fenomeno dei flussi migratori in Italia e sulla loro gestione, il Vegetariano suggerisce un concreto ripensamento delle nostre abitudini e delle nostre priorità. Anche in India c’è stato qualcosa che somiglia molto all’italica “transazione ecologica” e anche lì aveva un nome suggestivo: “Green revolution”. “Alcuni si sono arricchiti, a molti altri è andata peggio” sostiene Krishna riferendosi alla rivoluzione verde del suo paese. Inutile girarci troppo attorno: il capitalismo mondiale è orientato alla speculazione su qualsiasi cosa che sia animata o inaminata, che sia umana o animale, specula persino su ciò che sembra tenerlo a bada: su ecologia, ambientalismo e, in generale, sul rispetto del pianeta e delle sue risorse. Il Vegetariano potrebbe sembrare, ad un occhio poco attento, un film pessimista; è invece caratterizzato da un tratto diretto e molto realista. Una pellicola che non ci condanna, pur potendolo fare. Mostrandoci da dove venivamo e come siamo diventati, ci offre invece un’alternativa allo stato delle cose.

Crediti:

Paese: Italia; anno: 2019; Durata: 109 minuti; regia: Roberto San Pietro;  sceneggiatura: Giovanni Galavotti, Roberto San Pietro. Cast: Sukhpal Singh, Marta Tananyan

Riccardo Muzi
Fonti:

https://www.raiplay.it/programmi/ilvegetariano il film in streaming

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