AA.VV. “Distopia VS Utopia. Quattordici racconti dell’Italia che verrà”, a cura di Valeria Barbera e Andrea Tortoreto, Delos Digital 2022, 340 pagg. € 18,00 (stampa), € 4,99 (ebook)
È uscita lo scorso maggio per Delos Digital l’antologia Distopia vs Utopia, curata da Valeria Barbera e Andrea Tortoreto, composta da quattordici racconti di autor* italian* che hanno provato a immaginare gli inferni e i paradisi di una Italia futura.
L’antologia si divide infatti in un Dark e un Light Side, composti rispettivamente da sette racconti distopici e sette racconti utopici.
L’altra faccia dell’utopia di Lukha B. Kremo inaugura l’antologia con la fazione Dark Side, un racconto che può essere rappresentativo anche dell’intera opera, per via della sua duplice anima. Permettendoci di entrare nelle vite di due personaggi agli antipodi, e giocando, come da titolo, con l’utopia e la distopia, Kremo ci catapulta in un gioco di specchi cyberpunk, fatto di bug, simulazioni e realtà illusorie.
Neuroproiezione di Davide De Boni è una distopia sanitaria in cui i cittadini vengono classificati in tre fasce: verde, gialla, rossa, in base alle proprie abitudini alimentari e salutistiche, e da queste dipendono i loro diritti a ricevere le cure. Il protagonista è un medico chirurgo che si ritrova a dover compiere una scelta difficile di fronte alla spietatezza del Sistema Sanitario.
Tra il rosso e l’azzurro di Daniele Pisani vede invece una parte della popolazione “potenziata” dal punto di vista cognitivo da un dispositivo chiamato Ω-Link. L’altra metà della popolazione, i “Non Potenziati”, che usano dipingersi le facce di rosso e d’azzurro, insorgono nelle piazze, mentre sempre più possessori dell’Ω-Link lamentano problemi di hacking e disturbi nella propria personalità.
La distopia in Tech-iaiolo di Lorenzo Fontana è data invece dalla conquista di gran parte del globo da parte della Cina, che ha ridotto le colonie, Italia compresa, a delle zone di sfruttamento ambientale e umano per una produzione massiva di risorse. Il protagonista è un operaio delle cave di marmo delle Alpi Apuane (quella del tecchiaiolo è una mansione caratteristica che si occupa di sorvegliare e mettere in sicurezza il fronte cava, da qui il gioco di parole del titolo).
In Red Zone di Andrea Montalbò, Milano è una città-stato accerchiata dall’acqua. Con l’aiuto della sua unità biomeccanica, l’attivista Jennifer Caruso si reca oltre la barriera, dove tra le rovine sommerse di un’epoca passata si sviluppa l’Aquapolis, il luogo in cui vive la parte meno privilegiata della popolazione. Il suo scopo è quello di presenziare come osservatrice per la votazione sulle colonie, su cui la città-stato esercita ancora una rigida politica di chiusura e di controllo sociale.
Anche in All’ombra dell’ultimo sole di Luigi Brasili c’è una città di pochi eletti, la città degli Altri, che vivono dentro delle cupole, al riparo dall’aria malata. All’esterno infatti c’è un’atmosfera postapocalittica, gran parte della vegetazione è morta e il sole è perennemente offuscato. I reietti di questo ambiente nascono spesso deformi e vivono in rifugi chiamati Residenze, ma viene insegnato loro a non perdere mai la speranza.
L’ultimo racconto del Dark Side è Sicilian Dream di Beppe Roncari, un’ucronia in cui esiste ancora il Regno d’Italia, e la Sicilia è stata annessa agli Stati Uniti. Adriana Rizzo, detta Concetta, è una vlogger italiana che fa la velina come secondo lavoro, ma il suo sogno è quello di ottenere la green card per andare a vivere e a lavorare proprio in Sicilia, terra delle sue origini.
Apre la fazione The Light Side: le utopie, il racconto Educazione critica di Giovanna Repetto, in cui ci ritroviamo a far parte di una tipica famiglia allargata del futuro, i cui membri non necessariamente devono condividere i legami di sangue. La protagonista è anche una professoressa di “Educazione Critica”, una materia in cui gli studenti svolgono esercizi di immedesimazione e reciprocità riguardo le vite di altri individui, talvolta facendo uso di specifici simulatori per sperimentare sulla propria pelle le emozioni e i sentimenti dell'”altro”. È probabilmente il racconto più interessante dal punto di vista tematico sul lato delle utopie.
La forma di utopia data dal racconto Future generation di Paolo C. Leonelli consiste invece nella modifica del DNA umano per renderlo immune a qualsiasi malattia. Il protagonista è tuttavia un cyborg di vecchia generazione, con più metallo che carne in corpo, che si ritrova a dover lottare contro i grandi poteri economici.
In Massimo benessere, di Luca Di Gialleonardo, un’intelligenza artificiale detta “la Triade” ha soppiantato il parlamento, il governo e la magistratura. Diventa un problema quando l’IA decide deliberatamente di invadere la Repubblica Nordafricana.
Cellophanìa, di M. R. Del Ciello, è il nome di una cittadina sulla costa occidentale della Sicilia diventata bandiera della lotta all’inquinamento e di una società improntata al riciclo e all’utilizzo consapevole delle risorse. In questo scenario, un biologo marino che ha subito un lutto vede riemergere dall’acqua un ecosistema marino trasformato dalle attività del passato.
Anche nel racconto L’ultimo programmatore di Angelo Frascella le intelligenze artificiali si pongono come la soluzione a molti problemi in una società in cui non esistono quasi più programmatori. Le IA vanno però in crisi quando si ritrovano ad affrontare dilemmi simili a quello del “carrello ferroviario”.
Dillo con parole mie di Fernando Nappo è la storia di tre doppiatori italiani la cui professione rischia di estinguersi per via di una nuova tecnologia di traduzione simultanea portata da un noto produttore cinematografico alieno.
E infine con il racconto Neo Impero Romano di Flavia Imperi facciamo una gita nell’Impero romano del futuro, anticapitalista e intersezionale, in cui si festeggia un anniversario colorato, tra bighe volanti e triremi aerostatiche, in cui non mancano però i dissidenti.
Dai quattordici racconti dell’antologia emerge una sorta di naturale propensione da parte dell* autor* a elaborare racconti distopici, e per contro una difficoltà leggermente maggiore a occuparsi delle utopie. Se per le prime infatti riusciamo a riprendere e rielaborare in automatico modelli di storie distopiche esistenti, data anche la sconfinata lista di opere prodotte in questo sottogenere, per le utopie invece servirebbe uno sforzo immaginativo ulteriore. Non delegare sempre alle macchine e alle intelligenze artificiali, ad esempio, il lavoro sporco per risolvere i problemi umani (anche perché queste puntualmente falliscono, e si finisce per ritrovarsi nuovamente in una distopia). È vero che le IA e l’automazione devono far parte in qualche modo di un’utopia futuristica, tuttavia sarebbe auspicabile sporcarsi le mani con tematiche più sentite dal punto di vista antropocenico, cercando di elaborare al contempo nuovi modelli di narrazione. Il primo, il quarto e l’ultimo racconto della fazione Light Side, ovvero quelli di Repetto, Del Ciello e Imperi, potrebbero rappresentare un buon punto di partenza per la costruzione di storie utopiche odierne, a prescindere dal fatto che vogliano definirsi solarpunk o meno.
Distopia vs Utopia resta in definitiva una buona antologia di autor* italian* con la quale indagare sugli incubi, sui sogni, le speranze e i problemi dell’umanità presente e futura, nonché sul ruolo della fantascienza in sé, grazie anche alla prefazione e alla postfazione de* due curator*.
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