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Idee per scrivere Solarpunk

Notizie da riviste e pubblicazioni scientifiche, idee a disposizione di chi vuole scrivere letteratura solarpunk, ma anche per chi ama la lettura e per chiunque si interessi a ciò che può cambiare in meglio il nostro futuro.

di Silvia Treves e Franco Ricciardiello

Lavorare in team nei parchi eolici

Nei prossimi dieci anni le infrastrutture eoliche offshore richiederanno altri 2,5 milioni di km di cavi sottomarini, ma per proteggerli dalle correnti oceaniche serviranno procedure altamente dannose per l’ecosistema marino già ampiamente compromesso. Il mantenimento e la manutenzione degli impianti, attività pericolose per gli umani, produrranno ulteriori emissioni di carbonio.

Un team di umani, robot e intelligenze artificiali potrebbe limitare l’impatto ambientale di questa infrastruttura e renderla più sicura per gli umani.

In acqua i robot, forniti di radar e sonar a bassa frequenza (ispirati ai segnali comunicativi dei delfini) ispezionerebbero infrastrutture e cavi, studiandone le interazioni con l’ambiente e riducendole al minimo. Inoltre, potrebbero pulire i cavi dalle incrostazioni di microorganismi e alghe che ne diminuiscono la durata. In superficie potrebbero riparare e riciclare le pale degradate aumentando la durata delle turbine e riducendo gli accumuli in discarica.

Droni dotati di tecnologia radar avanzata potrebbero rilevare precocemente i difetti nelle turbine e permettere interventi programmati. Inoltre, potrebbero garantire maggior sicurezza agli umani che lavorano offshore.

Con ulteriori miglioramenti gli operatori umani potrebbero rimanere a terra al sicuro, connessi a distanza con i sistemi robotici.

L’intelligenza artificiale potrebbero pianificare smontaggio e trasporto a riva in sicurezza delle turbine e il ricovero in fabbriche “intelligenti” in grado di identificarne le parti riutilizzabili.

ST
Fonte: the conversation

Una spugna per assorbire il petrolio dal mare

Una ditta italiana, Test1 Solutions, ha brevettato una soluzione per ripulire le acque marine dallo sversamento di idrocarburi, come per esempio il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico: i disperdenti chimici hanno fatto precipitare il petrolio sul fondo oceanico, si calcola che in certi punti vi sia uno strato di petrolio solidificato di venti metri di spessore; anche i prodotti chimici usati per il precipitato sono tossici, specialmente in combinazione con gli idrocarburi.

Il materiale FoamFlex200 assorbe gli oli ma non l’acqua, avendo un effetto idrofobo superiore al 95%: è una schiuma poliuretanica oleofila a celle aperte, che può assorbire una quantità di idrocarburi 30 volte superiore al proprio peso. Dal momento che può essere strizzata e riutilizzata 200 volte (da qui il suo nome), nel suo ciclo di vita 1 kg di FoamFlex200 può assorbire 6 tonnellate di materiali.

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Fonte: Le Scienze n. 636, agosto 2021

solarpunk.it

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