Gerard Madden
dal trimestrale eco-socialista irlandese Rupture n°5 2021 29/09/2021, traduzione di Silvia Treves
L’ultimo romanzo di climate fiction di Kim Stanley Robinson, The Ministry for the Future, si apre con un pugno allo stomaco di chi legge.
Siamo nel 2025, e l’India settentrionale è colpita da un’ondata di calore che si estende dal Gujarat al Bengala con temperature a “bulbo umido” [N.d.T.: temperatura più bassa a cui l’acqua riesce a evaporare nell’aria] che superano i 35°C, valori a cui gli esseri umani non possono sopravvivere per più di qualche ora. Vediamo gli eventi attraverso gli occhi terrorizzati di Frank May, un ventiduenne operatore umanitario americano. Di stanza in una città dell’Uttar Pradesh, May cerca vanamente di rispondere alla catastrofe umanitaria intorno a lui mentre i cadaveri si accumulano nelle strade. Chiedendo aiuti urgenti al proprio quartier generale di Delhi, Frank lo trova completamente sopraffatto. Visto che gli aiuti non arrivano, invita più gente possibile nel proprio ambulatorio fornito di aria condizionata, ma il suo generatore viene rubato sotto la minaccia delle armi da un commando; uno dei membri dice all’americano: “Sei stato tu a fare questo”. Frank esorta coloro che si rifugiano da lui a ripararsi in un lago vicino, ma l’espediente si dimostra inutile, perché il lago stesso è troppo caldo per raffreddare chiunque. Quando alla fine arrivano i soccorsi lui è l’unico sopravvissuto. L’ondata di calore uccide venti milioni di persone in una sola settimana.
L’aspetto più terrificante di questa scena iniziale è che tutto ciò che Robinson descrive è coerente con le attuali previsioni degli studiosi su ciò che si verificherà se le emissioni di carbonio continueranno sulla loro traiettoria attuale. Uno studio del 2017 ha messo in guardia sulla probabilità che “i valori estremi di temperatura a bulbo umido in Asia meridionale si avvicinino e, in alcune località, superino questa soglia critica [temperatura a bulbo umido di 35°C] entro la fine del XXI secolo secondo uno scenario in trend attuale delle future emissioni di gas serra”. I bacini dei fiumi Gange e Indo sono descritti come i più a rischio[1]. Non è una sorpresa quindi che Robinson ritragga l’India, piuttosto che l’Occidente, come il centro globale di resistenza alla catastrofe climatica. Mentre il sostegno al BJP [Bharatiya Janata Party] e al Congresso crolla, una nuova coalizione socialista al governo prende il potere; geoingegnerizza l’effetto di raffreddamento di un’eruzione vulcanica rilasciando anidride solforosa nei cieli, nazionalizza l’energia, smantella le centrali a carbone e installa impianti solari in tutto il sub-continente.
Le ondate di calore con morti di massa non saranno limitate all’Asia meridionale, e il romanzo ne descrive una che si estende dall’Arizona alla parte nord-occidentale della Florida uccidendo da due a trecentomila persone in un solo giorno. L’impatto politico dell’ondata di calore è smussato dal fatto che la maggior parte delle vittime sono persone povere e di colore. Il romanzo di Robinson riflette qui l’attuale razzismo climatico negli Stati Uniti e in Canada (vedi Enviromental racism & the climate crisis, Paul Murphy, “Rupture”, n° 5, 2021). L’ondata di calore del luglio di quest’anno, nel Nord America occidentale ha ucciso in maniera sproporzionata gli operai, la gente di colore e gli anziani, in parallelo al Covid-19. Nel solo Oregon, due terzi delle vittime dell’ondata di calore erano persone di colore[2].
Considerato che la fantascienza produce da lungo tempo visioni radicali di come la società possa essere rimodellata, è appropriato che un romanzo di fantascienza sia tra i più importanti libri recenti sull’emergenza climatica. Gran parte dell’opera di Robinson, come 2312 e New York 2140, si occupa dell’impatto futuro della crisi climatica, ed egli è probabilmente l’attuale esponente di punta del filone ecosocialista della fantascienza inaugurata da autori come Ursula K. Le Guin, Octavia Butler e Marge Piercy. Robinson ha riconosciuto l’influenza di Le Guin, sua ex insegnante, le cui opere centrali, come I reietti dell’altro pianeta, delineano alternative al capitalismo[3]. Mentre la “ambigua” ecoutopia delineata da Le Guin nel romanzo si svolge nel mondo anarchico fittizio di Anarres, Robinson ambienta spesso i suoi libri nello scenario relativamente prosaico della Terra del prossimo futuro ed esplora direttamente il peggioramento della crisi climatica.
Il romanzo segue sia Frank che l’irlandese Mary Murphy, responsabile del Ministero per il Futuro, con la quale si interseca la vita di Frank. L’Agenzia internazionale con sede a Zurigo viene istituita nel 2025 secondo l’accordo di Parigi per difendere “tutte le creature viventi presenti e future che non possono parlare per se stesse”. Robinson ha vissuto a Zurigo, e il libro è pieno di rappresentazioni affettuose del luogo di riposo di James Joyce e dei suoi abitanti, accanto a descrizioni taglienti della storia e della politica svizzera. In un capitolo, Murphy ricorda aspramente al Consiglio federale svizzero le malefatte del paese e l’obbligo di espiare il suo vergognoso passato – “l’oro nazista, l’oro ebraico, i paradisi fiscali per oligarchi e cleptocrati, i conti bancari segreti per criminali di ogni tipo” – e il romanzo contrappone la devastazione della crisi climatica causata in India alla risposta inizialmente lenta in Occidente.
Vista la risposta del tutto inadeguata dei nostri governi all’emergenza climatica nell’ultimo decennio, è piuttosto divertente per un lettore irlandese[4] che Murphy, irlandese ed ex ministra degli Esteri immaginaria, diriga l’Agenzia che guida la riposta internazionale alla crisi climatica.
Mary è stata incaricata principalmente di fare da tramite tra il Ministero e le lobby del potere internazionale; un incontro con Frank la rende più aperta a soluzioni radicali, così Mary rimane in silenzio quando il suo braccio destro indiano, Badim, le rivela di gestire a insaputa di lei un’ala operativa segreta del Ministero che si occupa di sabotaggi violenti. Altri personaggi, dall’esperta legale del Ministero Tatiana alla sua esperta informatica non binaria Janus Athena, portano a Mary idee che iniziano a ispirare la risposta globale. Il romanzo di Robinson ritrae le donne come leader della risposta globale alla crisi climatica, e fa riferimento a come donne della vita reale, come l’ecofemminista indiana Vandana Shiva, stanno rispondendo alla catastrofe climatica, riflettendo l’importanza delle donne all’avanguardia dei movimenti ecologici nel sud del mondo[5].
A questi elementi della trama ambientati a Zurigo, nel romanzo sono intervallati brevi capitoli che descrivono gli orrori della crisi climatica, e che vanno da descrizioni in terza persona a resoconti in prima persona di personaggi spesso senza nome e persino di oggetti inanimati come un fotone. Una città non specificata rimane senz’acqua dopo dodici anni di siccità continua, e i residenti imparano a usare qualsiasi acqua portata in città per cucinare, e a filtrare la loro urina in acqua potabile. Il bacino di Los Angeles subisce un’inondazione, costringendo i residenti a spostarsi per la città su barche e kayak, e i danni infrastrutturali comportano che l’intera città debba essere trasferita.
Diversi capitoli sull’Antartide raccontano la devastante perdita della copertura di ghiaccio sul continente e, fra tentativi ed errori, gli sforzi degli scienziati per mitigarla e stabilizzare il livello del mare; alla fine riescono a farlo aspirando le acque sotterranee al di sotto di enormi ghiacciai.
Accanto a ciò, il libro descrive in dettaglio la crescente resistenza contro i criminali del clima responsabili degli orrori che stanno emergendo in tutto il mondo. Parafrasando la tesi di Trockij nella Storia della Rivoluzione Russa che il partito cerca sempre di stare al passo con le masse, uno studente francese racconta la propria esperienza di partecipazione a una rivolta popolare a Parigi che stabilisce brevemente una comune nella città, ma viene repressa.
Una serie di scioperi spontanei a livello mondiale porta le principali città del mondo a una situazione di blocco. In un capitolo tristemente comico, gli attivisti climatici rapiscono i ricchi partecipanti alla riunione annuale del World Economic Forum a Davos, in Svizzera, e li costringono a guardare i filmati degli eco-crimini che hanno perpetuato. Le élite politiche, imprenditoriali e le celebrità presenti sono indifferenti, a parte una petulante irritazione per il disturbo di tutto ciò. Il narratore del capitolo, un partecipante di Davos, dice al lettore: “Effetto di questo evento sul mondo reale: zero! Quindi vaffanculo!”
Dalle morti di massa dell’ondata di calore indiana emerge una rete di militanti climatici, i Bambini di Kali, che fanno saltare in aria le infrastrutture responsabili del disastro climatico e uccidono gli individui che le possiedono. Mentre inizialmente sono scrupolosi nell’evitare vittime civili, i gruppi che utilizzano il nome a livello internazionale diventano molto meno attenti mano a mano che la crisi climatica si aggrava nel corso degli anni 2030. Nel “Crash Day”, sessanta voli commerciali globali vengono distrutti usando migliaia di droni che si assemblano in un missile pochi secondi prima dell’impatto. Vengono prese di mira le navi container alimentate a gasolio e i droni introducono il morbo della mucca pazza nelle popolazioni bovine su scala di massa. Persino la marina statunitense è impotente di fronte alle nuove armi dei droni.
Questo ricorderà a molti lettori How To Blow Up a Pipeline dell’autore ecosocialista Andreas Malm, nel quale si giustifica il sabotaggio delle infrastrutture dei combustibili fossili per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di livelli disastrosi, e Malm stesso descrive il libro di Robinson come “il libro più importante sulla politica climatica dopo How to change everything di Naomi Klein”[6]. La sua argomentazione è controversa tra gli attivisti del clima, i critici affermano che non considera la minaccia dell’apparato oppressivo dello stato e il ruolo della violenza nel respingere le persone dai movimenti di massa[7].
Nel mondo di Robinson, almeno, si dimostra efficace – andando a estremi che Malm stesso non ammetterebbe. Le emissioni di carbonio crollano quando il “Crash Day” porta i dirigibili a sostituire le compagnie aeree, mentre le epidemie di massa di mucca pazza fanno crollare il consumo di carne e latte. Le obiezioni a Malm sono applicabili anche al testo di Robinson – un evento come il “Crash Day”, con numerose vittime civili, non allontanerebbe invece, a livello internazionale, le persone dal movimento per il clima?
Questa violenza – che, è implicito, è più che aiutata dall’unità operativa segreta di Badim – nella narrazione di Robinson aiuta ad accelerare i cambiamenti politici che il Ministero sta sostenendo. Il principale tra questi è il concetto di Janus Athena di “carbon coin”, una moneta digitale sostenuta da obbligazioni a scadenza secolare sottoscritte dalle principali banche centrali del mondo. Le I carbon coin sono distribuiti dietro la prova che la produzione viene spostata dagli idrocarburi, e sono il fulcro della seconda parte del libro.
I tentativi di Murphy di convincere le banche centrali a sostenerla sono bruscamente respinti dai loro capi, che, riflette tristemente Murphy, sono i leader non eletti e non responsabili dell’economia globale. Tale è la resistenza alle proposte del Ministero su questa e altre questioni che esso viene attaccato con le stesse armi dei droni usate nel “Crash Day” e i membri chiave del Ministero vengono prescelti come vittime di omicidio. Alla fine, l’Agenzia crea un sito social media che agisce come un sindacato di credito per le monete climatiche, sfidando l’autorità delle banche a livello internazionale quando ottiene l’accettazione delle masse, e questo consente di costringere finalmente le banche centrali ad aderire al piano del Ministero.
Il libro è dedicato all’ex relatore di Robinson per il dottorato, Fredric Jameson, e la sua trama ricorda il detto attribuito a Jameson che la fine del mondo sia più facile da prevedere della fine del capitalismo. Nell’esplorare la resistenza capitalista ai tentativi di cambiamento socialista, Robinson cita specificamente l’esempio di Syriza, la coalizione di sinistra eletta su una piattaforma di rifiuto del debito imposto alla Grecia, solo per aderire e attuare il programma di austerità della Troika. La lezione che Robinson ricava dal fallimento di Syriza è che un piano B è sempre necessario. Tuttavia, le sue conclusioni sembrano sopravvalutare come uno strumento di politica monetaria potrebbe fare la differenza. Scrivendo sul Financial Times a proposito della descrizione della politica monetaria nel libro, egli sostiene che attraverso il quantitative easing del carbonio, “insieme alla regolamentazione e alla tassazione che incanalano il capitale privato in progetti utili e orientati alla sopravvivenza, potremmo farcela” tornando “a una sorta di equilibrio keynesiano tra pubblico e privato”[8]. L’argomento sembra fuori luogo rispetto al resto del libro, che delinea chiaramente come il capitalismo sia responsabile della crisi climatica.
Alla fine del libro di Robinson, la società così come la conosciamo è stata completamente trasformata. Egli prende ispirazione da una serie di sfide attuali allo status quo, dalla federazione di cooperative di lavoratori di Mondragón, nei Paesi Baschi, alla rivoluzione agroecologica in Sikkim, nel nord dell’India, guidata da Vandana Shiva, che riduce l’uso di prodotti chimici e aumenta la capacità del suolo di sequestrare il carbonio. L’adozione di massa delle energie rinnovabili fa finalmente crollare i valori di ppm globale di CO2, in tutto il mondo viene applicata una differenza massima di reddito di uno a dieci, e ai rifugiati climatici viene concessa la cittadinanza mondiale con una mossa che ricorda i passaporti Nansen della Lega delle Nazioni. Un movimento noto come gli Half Earthers restituisce gran parte della terra, dal Montana alla Siberia, alla natura selvaggia e alla foresta, e gli animali selvatici prosperano.
Discretamente incoraggiata dal Ministero, in una sezione del libro che apapre poco convincente, una pseudo-religione nasce intorno a “Mama Gaia” sottolineando la nuova importanza della natura per gli esseri umani.
Tuttavia, nonostante tutti questi vertiginosi successi, Robinson sottolinea che i danni causati dal cambiamento climatico provocato dagli umani continueranno per i secoli a venire, e la trasformazione radicale che egli prevede arriva solo dopo una lotta mondiale. Le catastrofi climatiche previste da Robinson sembrano certe sulla nostra traiettoria attuale, come ci ricorda il più recente rapporto IPCC – le soluzioni necessarie di cui abbiamo bisogno, molte delle quali Robinson delinea, lo sono molto meno.
Traduzione di Silvia Treves
Note
[1] Eun-Soom Im, Jeremy S. Pal e Elfatih A. B. Eltahir, Deadly heat waves projected in the densely populated agricultural regions of South Asia, Science Advances, vol. 3, no. 8, agosto 2017, p. 1.
[2] Rachel Ramirez, Climate change is fuelling mass casualty heat waves. Here’s why we don’t view them as crises, CNN, 13 luglio 2021
[3] Kim Stanley Robinson, Ursula K. Le Guin, 1929-2018, Scientific American, 25 gennaio 2018.
[4] Il blog Rupture è irlandese [NdC]
[5] Jess Spear, Women and nature: towards an ecosocialist feminism, Rupture, no. 3, 10 marzo 2021.
[6] Andreas Malm, When does the fightback begin?, Verso, 23 aprile 2021.
[7] Michael Coleman, “Should the climate movement always reject violence? A review of Andreas Malm’s How to Blow Up A Pipeline”, Rupture, no. 4, Estate 2021.
[8] [7] Kim Stanley Robinson, A climate plan for a world in flames, Financial Times, 20 agosto 2021.
Comments are closed