Recensione di Franco Ricciardiello
AA.VV., Solarpunk: storie di ecologia fantastica in un mondo sostenibile (Solarpunk, Histórias ecológicas e fantásticas un um mundo sustentável, 2012) a cura di Gerson Lodi-Ribeiro, traduzione di Maria Grazia Beltrami, ed. Le Mezzelane, 2021, 294 pagg, € 5,99 eBook, € 17,00 stampa
La prima volta in assoluto che la parola solarpunk viene associata a un’iniziativa editoriale è quando, nel 2012, l’Editoriale Draco dà alle stampe questa raccolta di racconti in portoghese brasiliano curata dallo scrittore Gerson Lodi-Ribeiro, che già aveva ideato antologie dal titolo Dieselpunk e Vaporpunk. Da allora la fortuna del termine, coniato per la prima volta due anni prima, è stata tutta in discesa, e le antologie si sono rincorse in diversi paesi del mondo.
La casa editrice marchigiana Le Mezzelane traduce adesso (dalla versione inglese già uscita negli Usa) la raccolta; e finalmente, aggiungo, dal momento che la qualità dei racconti è davvero elevata, e la loro aderenza alla nuova corrente è davvero totale — una volta tanto non sono stati gli autori anglosassoni a definire l’estetica di un filone della fantascienza. La traduzione in inglese risale a solo tre anni fa, quindi non penso che davvero ci sia stata una contaminazione diretta tra Brasile e USA; diciamo che si tratta di un idem sentire di autori molto diversi tra loro messi davanti alle coordinate del solarpunk: sostenibilità, post-capitalismo, utopia. Un’ottima caratterizzazione è la scelta di ambientare tutte le storie nel Brasile del futuro: già da questo particolare si comprende la volontà di spostare il baricentro della science fiction dai paesi anglosassoni.
I temi e gli argomenti non sono così diversi da quelli della science fiction del mondo occidentale, con particolare attenzione al futuro prossimo; il libro è comunque un ottimo esempio di fantascienza nazionale di livello elevato. I racconti sono tutti di discreta lunghezza; il curatore chiude l’antologia con un romanzo breve di suo pugno, che è però il meno incasellabile nel genere.
Il racconto lungo Il Soylent verde è fatto dalla gente!, di Carlos Orsi riprende nel titolo l’elemento fondamentale del film 2022: i sopravvissuti (Soylent Green, 1973, appunto) di Richard Fleischer, per spiegare uno dei risvolti della trama: lo schema è quello dell’indagine hard boiled con un investigatore privato alla Philip Marlowe – o alla Pepe Carvalho se preferiamo — ingaggiato per dimostrare la precedenza in un caso di scomparsa e suicidio di madre e figlio. Sullo sfondo, una pervasiva setta religiosa che non ha molti scrupoli nel manipolare gli adepti.
Quando i regni si scontrano di Telmos Marçal è pure, a suo modo, un’indagine che coinvolge una comunità di persone che per loro scelta hanno sostituito il proprio metabolismo con un sistema che sfrutta la sintesi clorofilliana, e rende quasi superfluo nutrirsi; anche qui però si annida il male.
Ultime notizie! di Romeu Martins, che ha la forma della trascrizione di una trasmissione TV, è ambientato nel mondo della bioingegneria, con una multinazionale che fa i propri interessi in una zona remota del Brasile, danneggiando la salute degli abitanti, e non solo.
C’era una volta in un mondo di Antonio Luiz M. C. Costa è una visionaria ucronia ambientata in un 1929 alternativo, quando una banda armata che comprende Filippo Tommaso Marinetti, Adolf Hitler, Benito Mussolini, Ezra Pound e altri tentare con un’azione terrorista di provocare una guerra totale, per scuotere il sistema di pace equilibrata che domina il mondo. Sembra di capire, da alcuni accenni, che il Nord America non sia mai stato colonizzato dall’Inghilterra.
Fuga, di Gabriel Cantareira è ambientato in un Brasile futuro: la protagonista deve riuscire a far giungere nelle mani giuste le prove di un complotto d’alto livello destinato a far cadere sulla superficie terrestre una stazione orbitante, al fine di dichiarare uno stato d’emergenza e restringere le libertà civili.
Gary Johnson di Daniel I. Dutra ha la forma narrativa di un resoconto scritto con uno stile molto classico, che recupera una figura minore d’inventore brasiliano del Novecento, padre Roberto Landell de Moura, e l’ipotesi che abbia messo a punto una macchia per dimostrare l’esistenza dell’anima, scatenando però un’energia incontrollabile.
Xibalba sogna l’occidente di André S. Silva è un’altra ucronia in cui il Sudamerica del futuro è ancora abitato da popolazioni precolombiane; in particolare i Nahua hanno avuto la meglio sui Maya e adesso governano con pugno di ferro, aiutati dai cinesi. La condanna peggiore è essere inviati via mare verso occidente, verso Xibalba (l’oltretomba Maya), dov’è in attesa una fine atroce tra interminabili sofferenze. Mi sembra questo il racconto più originale dell’antologia, e il meglio scritto.
Il sole nel cuore, di Roberta Spindler, unica voce femminile della raccolta, presenta una storia meno “massimalista” delle precedenti, la tragedia privata di una famiglia nell’imminenza dell’operazione che il giovane figlio deve subire, per l’impianto di un dispositivo che gli permetterà di sopravvivere senza nutrirsi in questo mondo del futuro, nel quale la produzione alimentare è gravemente compromessa dalla catastrofe ecologica. L’assunto è lo stesso del racconto di Marçal, liberare l’umanità dalla necessità di alimentarsi (e di conseguenza di lavorare), la soluzione molto diversa.
Blu Cobalto contro Enigma di Gerson Lodi-Ribeiro, stranamente, non sembra avere alcun elemento solarpunk. È un romanzo breve d’azione e di supereroi, che vede lo scontro indiretto tra il Brasile e il Palmares, una repubblica fondata da schiavi fuggiaschi nel continente sudamericano, e che nella finzione romanzata è sopravvissuta fino a oggi. La storia è complicata anche dalla presenza d’individui di una razza che ha caratteristiche assimilabili a quelle dei vampiri.
Consiglio caldamente la lettura di questo libro sia a chi vuole farsi un’idea del solarpunk, come a chi è interessato alla fantascienza di lingua non anglosassone, e anche a chi vuole divertirsi con racconti ben scritti e avvincenti.
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