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Romina Braggion

Ideare bibliografie è un’attività piacevole: effettuare una prima selezione di libri da leggere in merito a un tema specifico, accantonare quelli che risultano non idonei, riunire i libri meritevoli di entrare nella rosa delle opere proposte. Uno dei risultati di tale cernita è il gruppo di lettura, per esempio il nostro Club di lettura di fantascienza – 4: la fantascienza non-anglofona.

La mia passione per le bibliografie ha prodotto alcune liste di albi e libri illustrati per la prima infanzia e ragazz3: “Natura” della scorsa estate nella quale troverete le motivazioni che mi guidano nell’ideazione di ogni lista; la bibliografia a tema “Rodari” e Letture per l’estate: una bibliografia per bambin3, di quest’anno.

Ora ho deciso di provare a suggerire alcuni testi per le letture invernali – e per i regali a3 libro-maniac3 – delle persone adulte, ancora a tema “Alberi”: già vi immagino leggere sedut3 in una comoda poltrona, con una bevanda calda, oppure alle prese con carta da regalo, fiocchi e biglietti d’auguri.
La proposta è variegata: saggi, libri illustrati, romanzi, racconti; ognuno troverà ciò che desidera da leggere e da regalare.
Ecco la lista.


Il gelso di Gerusalemme, di Paola Caridi, Feltrinelli, 3 settembre 2024, p: 160. 

Dal sito. «Siamo noi a scegliere gli alberi? Oppure sono gli alberi a scegliere quale umano seguire nelle tappe della sua vita? O, meglio, non sono forse gli alberi a poter raccontare il passaggio terreno degli umani?
Il gelso di Gerusalemme, il pino piegato del Monte Nebo, gli ulivi di Betlemme, i sicomori di Gaza e i ficus dell’Orto botanico di Palermo, e poi i platani del parco di Gezi e i flamboyant del Cairo non solo sono tutti testimoni di una storia umana, ma scrivono, nel loro modo, la Storia.
È così che Paola Caridi ci presenta e racconta le storie dietro agli alberi – e ai giardini botanici – più simbolici del Medio Oriente e del Mediterraneo. E con queste storie – sorprendenti, personali, politiche e tragiche – fa vivere anche le storie degli uomini e delle donne che hanno deciso di abitare la terra dove questi alberi hanno messo radici.
Tra il memoir e la storia di aree dell’Italia e del Mediterraneo che hanno subìto una doppia colonizzazione – degli uomini e, all’interno della specie umana, di chi ha esercitato un potere indiscriminato e non partecipato anche sui luoghi e sul paesaggio –, Il gelso di Gerusalemme ribalta la nostra usuale prospettiva di comprensione dell’altro, ci aiuta a esaminare sotto nuovi aspetti i testimoni inermi e silenziosi dei passaggi cruciali nelle vicende del mondo.
È la storia, un pezzo di storia, raccontata dagli alberi.

“Ora credo di aver capito che è tempo di ascoltare un’altra storia, oltre a quella così piccola e crudele, definita da noi umani con il sangue di altri umani. Troppo sangue. È tempo di imparare dagli alberi, e chiedere perdono.”
La storia del Mediterraneo e del Medio Oriente raccontata attraverso gli alberi.  Un manifesto di botanica politica.»

Lo consiglio perché: la conoscenza della storia di un popolo si comprende anche attraverso una genealogia vegetale. Il genocidio è la disintegrazione totale di una società, compresa la terra e ciò che su di essa nasce, cresce e muore, quindi flora e fauna evolute insieme alle persone. Tra le righe del testo si rintraccia la speranza, ma alla luce delle attuali vicende si sta tramutando in una targa in memoria della النكبة‎, al-Nakba, del popolo palestinese.

Il battito del cuore degli alberi, di Peter Wohlleben, Garzanti (che abbiamo già recensito qui)
Il mondo della foresta, di Ursula K. Le Guin, Mondadori, 26 novembre 2024, traduzione Riccardo Valla, p. 168.

Dal sito. «Il “mondo della foresta” è il pianeta Athshe, abitato da una specie umanoide di “piccoli ometti verdi” che ha dato origine a una civiltà pacifica, basata sulla conoscenza di sé e sull’armonia dello spirito. I coloni venuti da Terra lo chiamano New Tahiti, ne sfruttano la popolazione, che considerano inferiore, e ne predano le risorse abbattendo indiscriminatamente gli alberi per inviare il prezioso legname sul loro lontanissimo mondo, dal quale la vegetazione è scomparsa. I miti nativi di Athshe si scontreranno loro malgrado con il modo di vivere rapace dei terrestri, imparando cosa siano l’avidità, la violenza, la vendetta. Sesto libro del “ciclo dell’Ecumene”, Il mondo della foresta (Premio Hugo nel 1973 per il miglior romanzo breve) parla di sopraffazione e resistenza, della perdita dell’innocenza e del potere del sogno. In una trama fantascientifica che riecheggia gli eventi del Vietnam, racchiude, con toni talora crudi, talora fiabeschi, i temi cari a Le Guin: l’eterna dialettica tra bene e male, l’incontro di culture, l’armonia con la natura, la pace.»

Lo consiglio perché: Le Guin è tra le poche autrici e autori a mettere in scena il periglioso e articolato percorso per giungere a una meta, se non utopica, almeno speranzosa.
Non solo per questo amo il romanzo, ma per numerosi motivi; l’ho scarabocchiato, sottolineato, evidenziato, studiato come pochissime volte mi è capitato.
Notevole e mirabile, per chi desidera scrivere, è l’introduzione in cui l’autrice illustra il concetto del “fascino del pulpito”, a cui lei stessa non si sottrae, in modo consapevole, durante la narrazione. Infatti, al termine della lettura si percepisce netta la sua visione politica, proprio grazie al “pulpito”, in uno tra i suoi romanzi memorabili.

Brevi lezioni di meraviglia, di Rachel Carson, Aboca ed. (che abbiamo già recensito qui)
Il libro degli alberi. Un viaggio illustrato dalla radice alla foglia, Gribaudo, 2022, traduzione Sonia Sferi, p. 320, illustrato.

Dal sito. «Le sequoie, una volta viste, lasciano un segno… che ti resta per sempre.» John Steinbeck. Scienza e storia, folklore e cultura. Il libro degli alberi è una splendida guida dedicata alle specie più amate e straordinarie del regno vegetale. Con le sue pagine riccamente illustrate, che raccontano di ippocastani e baobab, querce, magnolie e molto altro, questo libro ci conduce fin sotto la corteccia, rivelando come ogni singolo esemplare sia unico e fondamentale. Uno splendido viaggio pensato per tutti gli amanti della natura, e non solo.»
Lo consiglio perché:
è un’opera di divulgazione accurata, precisa, esaustiva; il grande formato consente una grafica frizzante che rende stimolanti i contenuti scientifici esposti; le citazioni, gli inserimenti storiografici, le immagini d’epoca e artistiche rendono l’opera fruibile in diversi contesti.
Nelle pagine 40 e 41 viene dichiarata la situazione attuale delle foreste e si puntualizza come deve essere organizzata la riforestazione affinché possa ritenersi efficace.

Flower Power, di Alessandra Viola, Einaudi(che abbiamo già recensito qui)
Il giardino del diavolo, racconto di Alan Thomas Bassi, pp. da 13 a 62, antologia Human/Corpi ibridi, mutanti e fluidi nell’universo del possibile, a cura di Diletta Crudeli, Moscabianca Edizioni, 2021, pp. 432.

Dal sito. «All’inizio erano i cyborg, simboli di una corporeità rivoluzionaria ed emancipata.
Ma la narrativa fantastica, continuamente soggetta lei stessa a trasformazioni che devono far fronte al mondo rigido là fuori, adesso ci concede più corpi, infiniti corpi possibili che possiamo mettere in mostra, con cui possiamo combattere, rinnovarci e infine affacciarci al mondo.
Al centro di questa antologia di racconti sono presenti individui che vanno incontro a mutamenti definitivi, attraversano la soglia, abbandonano le vecchie spoglie sottomesse a obblighi e timori, e finiscono per appartenere ad altre specie, altri generi, altri mondi. In tutti gli universi creati dagli autori e dalle autrici di HUMAN/ vige una sola regola: dobbiamo diventare ciò che desideriamo. Nei futuri, o nei passati, che possiamo ancora creare non esistono binarismi, ma solo creature e identità possibili.
Chi sceglie di immergersi nelle pagine di questo volume sceglie di imparare ad abbracciare la materia, per scoprire che è, per fortuna, non solo umana, ma molto più imprevedibile di quel che sembra.
Lo consiglio perché:
il racconto è pazzesco. Dovrei essere più precisa, ma il termine che meglio esprime la mia emozione durante la lettura è “pazzesco”. Il testo ha alcuni passaggi un po’ ostici, di comprensione non immediata, ma il novum, pure se alcuni hanno già proposto l’idea di fondo, cioè l’essere umano che diventa vegetale, è sviluppato in modo sorprendente, inconsueto, straniante, alieno e ripaga dello sforzo cognitivo. La lettura è un turbine di concetti e sensazioni, da cui si fuoriesce con la certezza che l’autore ha fatto incarnare nelle sue parole il concetto di queer.
Uno tra i pochi racconti indimenticabili che io abbia mai letto.

Il messaggio, racconto di Alan Thomas Bassi, pp. da 15 a 80, antologia Stasera faremo cadere il cielo, a cura di Giuliana Misserville, Edizioni Zona 42, maggio 2024, pp. 304.

Dal sito: «Per comporre la trama di questo volume Giuliana Misserville ha chiamato a raccolta alcune delle voci più significative della comunità lgbtq+ italiana con l’obiettivo di offrire un contributo appassionato, utile e divertente per allargare lo sguardo dell’immaginario fantastico italiano su un mondo in perenne trasformazione.

Come scrive la curatrice nella prefazione: 

I racconti che vengono presentati articolano in vari modi e maniere un ragionamento sulla complessità delle relazioni no straight. […] Dieci storie che utilizzano i topoi della fantascienza e un pizzico di weird e horror per raccontare le infinite possibilità delle vite lgbtq+. Dall’estinzione raccontata da una prospettiva interspecie (Alan Thomas Bassi) ai compromessi indispensabili (forse) per sopravvivere in una distopia (Laura Mango e Elisa Franco); dai viaggi nel tempo (Silvia Pelizzari) alle intelligenze artificiali con le quali bisogna scendere a patti (Vanessa West); dalla tossicità surreale di rapporti tesi tra immaginario e alienazione (Simone Marcelli Pitzalis e Antonia Caruso) alle problematiche del doppio (June Scialpi); dai desideri ucronici (Paola Guazzo) all’esistenza di planari sincronici che alludono al nostro presente (Filo Sottile). 

I racconti di Stasera faremo cadere il cielo nascono da un’ottica queer ma hanno l’ambizione e la sostanza per poter parlare a tutto il pubblico che legge: da chi frequenta i territori della fantascienza contemporanea a chi è curioso di esplorare nuove visioni e prospettive narrative.»
Lo consiglio perché: il racconto ha come substrato, come brodo colturale, il precedente ed è progredito; come l’autore ha lasciato la crisalide ed è diventato altrə.
È più godibile di Giardino, anche se meno sorprendente. Tuttavia, reca tra le righe una postura politica più precisa e netta su cui ho riflettuto molto e che è stata di ispirazione per una considerazione contenuta in un mio saggio.
A ogni modo, la mia valutazione in una scala da 1 a 10, è 11, come per l’altro racconto.

La lista è giunta al termine. Mi auguro di avere fornito sufficiente materiale per letture piacevoli e meditazioni proficue. Fateci sapere cosa ne pensate.

Romina Braggion
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