Idee per scrivere Solarpunk
Questa rubrica periodica raccoglie idee da riviste e pubblicazioni scientifiche, un archivio a disposizione di chi vuole scrivere letteratura solarpunk, ma anche semi per chi ama la lettura e per chiunque si interessi a ciò che può cambiare in meglio il nostro futuro.
di Silvia Treves
Una nuova vita per Holly
Nel 1965, una grande piattaforma petrolifera venne sistemata a tre km dalla costa californiana e, per un breve periodo, fu una delle più profonde del mondo. Fu chiamata Holly e continuò a pompare per quasi cinquant’anni. Nel 2015 l’oleodotto che trasportava il suo greggio a riva si aprì versando circa 3.000 barili di petrolio nell’oceano, così Holly venne chiusa.
Ma Holly, come molte altre piattaforme, aveva iniziato una carriera parallela come “barriera corallina artificiale”. Tunicati e briozoi furono i primi ad attaccarsi alle sue lunghe zampe, già nel 1966. Poi vennero anfipodi e cirripedi, cozze e spugne. In alcuni punti si formò una crosta spessa fino a 10 cm, mentre sempre più invertebrati si fissavano. Arrivarono anemoni e stelle marine, capesante di roccia, patelle e granchi. Le ombre proiettate sull’acqua dalla struttura parevano una foresta di alghe, così arrivarono anche pesci, tartarughe, delfini…
A proposito di questi strani habitat accidentali, gli studiosi hanno concluso che “gli ecosistemi delle piattaforme si stanno evolvendo per imitare quelli in natura”. Alcuni di questi ecosistemi somigliano molto a quelli naturali; altri sono abbastanza diversi e manifestano qualità completamente nuove.
Attualmente la maggior parte delle piattaforme mondiali sta giungendo a fine vita “lavorativa”. Che cosa farne? Smantellarle consegnando in discarica centinaia di migliaia di kg di acciaio e centinaia di milioni di creature o chiudere i pozzi lasciandole intatte, per proteggere le creature che ne hanno fatto la loro casa?
Esiste un’altra opzione: il Reefing (da reef, barriera corallina) un lavoro non sempre fattibile che riduce la struttura eliminandone la parte più pericolosa per la navigazione delle barche e dei pescherecci, trasformandola in una sorta di piccolo santuario marino al quale pescatori e barche non possono avvicinarsi. Al momento il destino di Holly è aspramente discusso da fazioni contrapposte.
Milton Love, biologo marino che da più di vent’anni studia questi habitat artificiali, ha espresso un parere “da cittadino” in proposito:
“Hai a che fare con centinaia di milioni di animali su una piattaforma, se includi tutte le minuscole creature che si fissano alle gambe d’acciaio”. “Se rimuovi la piattaforma”, ha detto, “li stai uccidendo tutti. Semplicemente non penso che sia morale. Perché li uccidi? Perché hanno avuto la sfortuna di atterrare su un pezzo d’acciaio piuttosto che su una roccia?
Fonte: Hakai Magazine
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