Contempla a occhi chiusi la complessa bellezza della spirale, come se recitassi i versi di un haiku.
Scaricalo qui: Spirali, Delos Digital
La Terra diffonde i suoi semi nel sistema solare. Una stazione orbitale, un’équipe scientifica, uno sciame di meteoriti: ecco gli elementi di una tragedia che va in scena nello spazio, e che cambia per sempre la vita della colona di seconda generazione Isabel Jiménez Ruiz. Da quel momento, la giovane ricercatrice si impegnerà a risolvere la complessa questione dell’autosufficienza alimentare delle colonie permanenti. Tutto congiura a indicarle che è un problema culturale prima che di risorse: il concetto di “cibo” per i coloni non è più quello dei terrestri. Isabel deve dunque andare contro il proprio istinto, e confidare sul sentimento che la lega a sua nonna Sofía, la quale per aggirare i limiti insormontabili della fisiologia e della biologia, e andare oltre l’estinzione della coscienza individuale, ha dovuto evolvere in una nuova forma di vita. Ed è proprio l’affetto della progenitrice a dimostrare a Isabel, impegnata nel nuovo, ambizioso e colossale Progetto Eden, come la natura del pianeta d’origine sia depositaria di una forza vitale e di un’adattabilità superiore a qualsiasi tecnologia di derivazione umana.
Alimentazione, agricoltura, sostenibilità della space economy in un racconto lungo di Serena M. Barbacetto
The eighth issue of Atlantis – collection of italian solarpunk, is the novelette “Spirals” by Serena Maria Barbacetto
CONTEMPLATE WITH EYES CLOSED THE COMPLEX BEAUTY OF THE SPIRAL, AS IF RECITING THE VERSES OF A HAIKU. The Earth spreads its seeds in the solar system. An orbital station, a scientific team, a swarm of meteorites are the elements of a tragedy that takes place in space, and that changes the life of the second-generation colonist Isabel Jiménez Ruiz for good. From this moment, the young researcher will strive to resolve the complex issue of food self-sufficiency in permanent colonies. Everything conspires to show her that it is a cultural problem rather than one of resources: the concept of “food” for the settlers is no longer that of the terrestrials. Isabel must therefore go against her instincts, and trust in the feeling that binds her to her grandmother Sofía, who, in order to bypass the unwinnable limits of physiology and biology, and go beyond the extinction of individual consciousness, had to evolve into a new form of life. And it is precisely the affection of the ancestor that demonstrates to Isabel, engaged in the new, ambitious and colossal Eden Project, how the nature of Earth is the repository of a vital force and a adaptability superior to any technology of human origin.
Food, agriculture, sustainability of the space economy in a novelette by Serena M. Barbacetto.
Le huitième numéro d’ATLANTIS – collection de solarpunk italien, est le roman court “Spirales” de Serena Maria Barbacetto
CONTEMPLEZ LES YEUX FERMÉS LA BEAUTÉ COMPLEXE DE LA SPIRALE, COMME POUR RÉCITER LES VERSETS D’UN HAIKU. La Terre répand ses graines dans le système solaire. Une station orbitale, une équipe scientifique, un essaim de météorites : ce sont les éléments d’une tragédie qui se met en scène dans l’espace, et qui change à jamais la vie de Isabel Jiménez Ruiz, deuxième génération de colons. A partir de ce moment, la jeune chercheuse s’attachera à résoudre le problème complexe de l’autosuffisance alimentaire dans les colonies permanentes. Tout concourt à lui montrer qu’il s’agit d’un problème culturel plutôt que d’un problème de ressources : le concept de « nourriture » pour les colons n’est plus celui des terrestres. Isabel doit donc aller à contre-courant de ses instincts, et se fier au sentiment qui la lie à sa grand-mère Sofía, qui, pour contourner les limites infranchissables de la physiologie et de la biologie, et dépasser l’extinction de la conscience individuelle, a dû évoluer vers une nouvelle forme de vie. Et c’est précisément l’affection de l’ancêtre qui démontre à Isabel, engagée dans le nouveau, ambitieux et colossal Projet Eden, comment la nature de la planète d’origine est le dépositaire d’une force vitale et d’une adaptabilité supérieure à toute technologie d’origine humaine.
Alimentation, agriculture, durabilité de la space economy dans une histoire de Serena Maria Barbacetto.
El número ocho de ATLANTIS – colección eBook de solarpunk italiano, es la novela corta “Espirales” de Serena Maria Barbacetto
CONTEMPLA CON LOS OJOS CERRADOS LA COMPLEJA BELLEZA DEL ESPIRAL, COMO RECIBIENDO LOS VERSOS DE UN HAIKU. La Tierra esparce sus semillas en el sistema solar. Una estación orbital, un equipo científico, un enjambre de meteoritos: estos son los elementos de una tragedia que se escenifica en el espacio y que cambia para siempre la vida de la colona de segunda generación Isabel Jiménez Ruiz. A partir de ese momento, la joven investigadora se esforzará por resolver el complejo tema de la autosuficiencia alimentaria en las colonias permanentes. Todo conspira para mostrarle que es un problema cultural más que un problema de recursos: el concepto de “alimento” para los colonos ya no es el de los terrestres. Isabel debe, por tanto, ir en contra de sus instintos, y confiar en el sentimiento que la une a su abuela Sofía, quien, para sortear los límites infranqueables de la fisiología y la biología, y superar la extinción de la conciencia individual, tuvo que evolucionar hacia una nueva forma de vida. Y es precisamente el cariño del progenitor lo que demuestra a Isabel, comprometida con el próximo, ambicioso y colosal Proyecto Edén, cómo la naturaleza del planeta de origen es depositaria de una fuerza vital y una adaptabilidad superior a cualquier tecnología de origen humana.
Alimentación, agricultura, sustenibilidad de la space economy en una novela corta de Serena Maria Barbacetto.
L’autrice
Nata nel 1983, Serena M. Barbacetto ha lavorato in numerosi paesi europei ed extraeuropei come ricercatrice e cooperante internazionale. Ha coltivato la passione per la scrittura fin dalla tenera età, dedicandosi alla poesia, alla fiction e in seguito alla stesura di testi accademici, categorie nelle quali ha vinto premi nazionali e internazionali. È autrice di una saga di fantascienza che al momento si compone di due romanzi (Wormhole, Lettere Animate, e Wormhole II – Cronache del Nuovo Impero), un romanzo breve (Nostalgia del futuro) e alcuni spin-off.
Ha pubblicato due saggi di economia internazionale (La scienza delle anomalie, Edicom 2011; Le imprese sociali in Europa, Sartimagi 2012), oltre a numerosi racconti e componimenti poetici inseriti nelle antologie Into the Galaxy vol.2 (2011), 256k (2011), Symposium (2012), Creatori di Universi (2012), D-Doomsday (2012), Bagliori Cosmici (2012), Sine Tempore (2013) e 50 sfumature di sci-fi (2013).
Il suo sito e blog personale è Through the Wormhole
L’incipit
Il crepitio insistente della pioggia primaverile contro i vetri non bastava a svegliarmi. Doveva essere già quasi ora di cena, perché la luce che filtrava fra le palpebre era rossa come i petali dei fiori che la nonna coltivava in un angolo del suo piccolo paradiso, proprio sotto il davanzale. Com’è che si chiamavano? Una varietà antica di rose vermiglie…
Vidi una goccia lambire la superficie vellutata di un petalo, evidenziandone come una lente le venature color sangue, per poi scivolare, rimanere appesa alla punta per un istante e cadere giù, facendo fremere il fiore e oscillare il rametto spinoso. Le corolle più appassite chinavano la testa sotto il copioso rovescio che le stava spogliando pian piano.
Quante volte mi ero punta le dita da bambina per abbassare un fiore alla mia altezza e confrontare il profumo con quelli di altri colori? La nonna amava le sfumature intermedie, le tonalità indefinite: indecise se indossare un giallo dorato, un arancio vivido o un più delicato rosa corallo, molte delle varietà che coltivava avevano un profumo fruttato, agrodolce come gli agrumi del suo giardino d’inverno, l’elegante scrigno di vetro e ferro battuto che si protendeva verso sud dalla facciata. Perché non ricordavo mai come si chiamavano? Erano nomi eleganti, nomi di principesse e regine… Nonna Sofía me li ripeteva tutte le volte che chiedevo, paziente.
Stavolta era diverso, però. Stavolta c’era qualcosa di strano…
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