Marco Melis
Timothy Morton, NOI, ESSERI ECOLOGICI, traduzione di Giancarlo Carlotti, Laterza 2020, Cartaceo €20,00
Noi, esseri ecologici, non è l’ennesima discarica di informazioni relativa al periodo che stiamo vivendo: L’oceano che si acidifica! Il riscaldamento climatico! Le specie che si estinguono! Non è la solita catasta di dati, di numeri, di ammonimenti e previsioni allarmanti, né una guida che mira a far emergere i sensi di colpa, per instillare nei lettori un comportamento più ecologico. Lo scopo principale di Timothy Morton è quello di farci capire che non dobbiamo essere più ecologici, perché siamo già esseri ecologici. Noi umani, infatti, siamo inseriti in una biosfera interconnessa, siamo esseri tra gli altri, invischiati in una rete di relazioni per cui è difficile discernere il soggetto dall’oggetto, l’organismo dai suoi simbionti, gli esseri umani dai non umani all’interno della sfera ecologica. Il primo vero passo per rompere l’antropocentrismo è quindi quello del ridimensionamento, di ridefinire la posizione ecocentrica dell’umano in uno tra gli altri, come parte di un’entità indistricabile. Del resto, “Non c’è nulla di esterno”, dice Morton, “noi siamo parte della natura, noi siamo ecologici”.
Antonio Massarutto, UN MONDO SENZA RIFIUTI? Viaggio nell’economia circolare, Il Mulino 2019, € 16,00
La nostra economia è costruita secondo un modello «lineare»: preleviamo risorse naturali dall’ambiente e le restituiamo sotto forma di residui che procurano danni all’ecosistema. È un destino inevitabile, un prezzo necessario da pagare al progresso? Lo abbiamo creduto a lungo, ma ora la natura ci presenta il conto. Perché la nostra civiltà non finisca per morire soffocata dai propri rifiuti, è necessario imboccare una strada alternativa. Quella dell’«economia circolare», nella quale gli scarti ridiventano materie prime. Se un mondo senza rifiuti è impossibile, un mondo senza discariche è invece del tutto realizzabile, come testimoniano molte esperienze. Servono però iniziative economiche, servizi, impianti, infrastrutture. Un’opportunità anche per l’Italia, che malgrado tutte le sue munnezze, conquista anche primati positivi. A una condizione: che nessuno scambi l’economia circolare per un bucolico mondo dal quale i rifiuti scompaiono per magia.
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