Dopo che l’estate 2022 ha dato anche agli scettici un assaggio del futuro che ci aspetta, la terza antologia del solarpunk italiano arriva in tempo a suggerirci alcune strade per ribellarci a un sistema autodistruttivo e a come uscirne. Un’importante differenza tra il solarpunk e il suo parente più anziano, il cyberpunk, è infatti il rifiuto alla rassegnazione, e a essere stritolati dalla tecnologia, che dovrebbe stare invece al servizio dell’individuo e non in potere alle grandi aziende multinazionali.
“Spirali” il suggestivo racconto di apertura di Serena Barbacetto, è ambientato in una società orbitale di profughi scappati dalle catastrofi terrestri, che devono reimparare a sporcarsi le mani e a far vivere le piante: un immaginario di fantascienza classica alla Arthur Clarke si intreccia all’intensità di un rapporto tra nonna e nipote che va oltre la morte. Sottinteso è il concetto di “viriditas”, la capacità di far germinare la vita, un concetto importante, formulato da Ildegarda di Bingen nel Medioevo e riproposto tra l’altro anche da Giulia Abbate nell’antologia solarpunk “Assalto al sole”, di cui abbiamo già parlato nei titoli precedenti.
“Sorelle della prateria” di Elena Di Fazio è ambientato invece in un lontano futuro in cui le terre artiche sono libere dai ghiacci e la Groenlandia è tornata verdeggiante. Qui abita la giovane inuit Azalea, in una comunità di donne con pratiche sciamaniche e maschi di origine sintetica, che venerano la grande dea Sedna. Un giorno Azalea trova sulle rive della spiaggia il Bucaniere: un bianco maschio ed europeo venuto da oltremare per uccidere la sua divinità. Questa storia mette a nudo un altro tema del solarpunk: il confronto e il forse inevitabile scontro tra una società maschile e specista e un’altra società che non sia né l’uno né l’altro. Un racconto cupo e avvincente che sarebbe interessante vedere espanso in romanzo.
“A coloro che verranno” di Nino Martino, ci avvisa di quanto può essere ingannevole una comunità apparentemente in armonia con la natura della sua Sardegna, puntando il dito contro quell’ambientalismo di facciata che agisce sotto le pratiche del “greenwashing”, utile alle aziende e al capitalismo industriale per continuare ad agire indisturbato manipolando l’opinione pubblica. Il “Sole nascente” è il capofila della rete di “villaggi solariani”, è infatti una copertura di facciata molto simile a una setta new age che dovrebbe distogliere l’attenzione dall’attività predatoria dell’industria che la sponsorizza.
Ma la tecnologia può servire solo se usata da esseri umani che hanno superato la fase della competizione fine a sé stessa. Con “Lasciate fare a Elvis”, Laura Silvestri ci porta in un condominio romano in un prossimo futuro in cui la siccità condiziona la vita degli inquilini, e soprattutto sembra di dover vivere in guerra “tutti contro tutti”, divisi da barriere etniche e sociali. Ma con abile psicologia il portinaio Elvis saprà trasformare un rissoso condominio in una vera comunità. Uno scoppiettante e creativo uso del dialetto rende questo racconto ancora più godibile.
Nel racconto umoristico “Okaytopia” di Pee Gee Daniel è il supereroe extraterrestre Mister Okay ad aver portato finalmente la pace nel mondo, e con essa la sostenibilità, la giustizia e l’uguaglianza dei popoli. Nonostante sia osannato dagli abitanti di Catchemall Capitol City, tant’è che le sue gesta vengono studiate nelle scuole, Mister Okay deve pur sempre difendersi da alcuni gruppi criminali, come gli Okayllains, capeggiati da Supercriminali che minacciano di prendere il suo posto e di far tornare il mondo come prima.
In “Degerminazione” di Erica Tabacco, la legislazione italiana protegge il patrimonio ecologico residuo con leggi severe. Le protagoniste sono due agenti del dipartimento di Eco-Polizia, Nora e Katia, a cui viene affidato l’incarico di indagare sui bizzarri atti di furto e vandalismo che stanno riguardando la zona est di Vicenza. Sono emblematiche le frasi lasciate sugli indizi dell’autore, le cui piste riconducono a un noto ecoterrorista che si firma come il “Degerminatore”: “E se le leggi dell’uomo non bastano, subentreranno le leggi della Natura!”. Il racconto termina con una nuova, possibile alleanza tra umani e natura.
Il penultimo racconto è firmato dal Commando Jugendstil, un collettivo di artist*, scienziat* e attivist* già attivo nella scena solarpunk da almeno una decina d’anni. In questo caso sono Laura Carolina Zanetti Domingues e Guglielmo Miccolupi ad aver scritto “Colpo di una notte di mezza estate”, in cui proprio un gruppo di giovani attivist* organizza una colorata e nonviolenta guerrilla durante la vigilia della manifestazione di una destra razzista e xenofoba organizzata al centro di Milano. Può sembrare un racconto ispirato all’attualità (in realtà è stato scritto tempo addietro), ma è soprattutto una riflessione sulle modalità di protesta pacifica nella società di oggi: può farci pensare a casi di cronaca recentissima come il gruppo di writer italiani arrestato in India, oppure il (finto) vandalismo contro il dipinto di Van Gogh ad Amsterdam.
Chiude la raccolta il racconto “Sole distante, luna di sale” di Franco Ricciardiello, che torna nell’amata Venezia: città simbolo non solo per l’arte ma anche per la capacità umana di gestire per secoli un ambiente complesso in maniera sostenibile. Lucio Aldani deve convincere gli abitanti delle isole a trasferirsi sulla terraferma, perché la zona sarà abbandonata alle acque. Le isole sono però abitate dai rousseau, persone che hanno rinunciato alla vita nelle grandi città per tornare a contatto con la terra, in grado di scambiare messaggi dal lontano mondo di Anthea, una civiltà extraterrestre estinta ormai da anni a causa di una catastrofe ecologica simile a quella che si sta vivendo nella Terra. Il racconto illustra chiaramente i compromessi e gli scontri che ci aspettano, sullo sfondo delle isole che rispondono ai nomi di Torcello, Sant’Erasmo, San Francesco del Deserto, e delle comunità che non hanno mai smesso di viverci, e che un domani potrebbero difenderle a oltranza.
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