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L’università di Kyoto, Giappone, sta progettando un satellite in materiali biodegradabili per aggirare il problema di materiali non più funzionati in orbita intorno al pianeta: divenuti rottami, i satelliti attuali potrebbero generare pericolo se fuori controllo, o rappresentare inquinanti nell’atmosfera.

La questione è ridurre al mimimo i materiali impattanti. LignoSat, che appartiene alla famiglia di satelliti ultrapiccoli, è un cubo di 10 cm di lato: i pannelli esterni sono in legno di magnolia, scelto dopo avere provato anche ciliegio e betulla, testati con una permanenza di dieci mesi all’esterno della stazione spaziale internazionale (ISS). Solamente i mini pannelli solari sulla superficie e i sensori interni sono di materiale non degradabile.

L’ultimo test consisterà nell’invio di LignoSat sullla ISS, e nel successivo collaudo in orbita, compresa la distruzione al contatto con l’atmosfera, nella procedura di rientro.

Un suo successo potrebbe preludere all’utilizzo di materiali non impattanti anche in altre operazioni extra-terrestri, per esempio una base sulla Luna.

Franco Ricciardiello

Fonti

“Le Scienze”, agosto 2024 


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