Idee per scrivere Solarpunk
Questa rubrica periodica raccoglie idee da riviste e pubblicazioni scientifiche, un archivio a disposizione di chi vuole scrivere letteratura solarpunk, ma anche semi per chi ama la lettura e per chiunque si interessi a ciò che può cambiare in meglio il nostro futuro.
Le silenziose e caparbie guerriere del clima
di Silvia Treves
Le Sundarbans sono una ecoregione ad altissima biodiversità, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO fin dal 1997. Prendono il nome dal Sundari, un particolare tipo di mangrovia adattata all’acqua salata, costituiscono la più grande foresta di mangrovie del mondo e si estendono per 6000 kmq lungo il golfo del Bengala, in regioni appartenenti al Bangladesh e allo stato indiano del Bengala occidentale.
La regione è un’immensa rete di fiumi, piane di marea, piccole isole e vaste foreste di mangrovie.
Il cambiamento climatico la sta minacciando da vicino: le stagioni monsoniche irregolari hanno sostituito quelle più prevedibili, l’area è colpita da cicloni e piogge abbondanti e una maggiore salinità nell’acqua ha ucciso i pesci.
Ovviamente, a subire la maggior parte del danno sono i più emarginati e coloro che vivono in zone raggiungibili solo dopo lunghi viaggi in barca. Vita e sussistenza di milioni di persone sono in pericolo, perché la terra dei villaggi viene trascinata nei fiumi. Poiché l’acqua salmastra intorno a loro ha continuato a invadere la terra dei villaggi, i contadini hanno smesso di coltivare il riso, il loro raccolto di base, perché il terreno è troppo salato.
Già dopo la devastazione portata dal ciclone Aila nel 2009, con inondazioni, smottamenti e la morte di quasi 200 persone, l’ecologa di Calcutta Ajanta Dey, direttrice del programma presso la Nature Environment and Wildlife Society, aveva consigliato alle donne dei villaggi di piantare più mangrovie tra gli argini esistenti e il mare aperto, per rafforzare le barriere protettive e smorzare l’altezza e la velocità delle onde.
Mentre i governi non fornivano sufficiente sostegno e molti uomini delle Sundarbans emigravano in città in cerca di lavoro, oltre 15.000 donne si erano rese disponibili per salvare l’ecoregione. Sono state proprio donne – come la trentenne Aparna Dhara che vive a Lakshmipur – a guidare la lotta al cambiamento climatico.
E continuano a farlo, con l’aiuto di una ONG per la conservazione ambientale, piantando centinaia di migliaia di alberi di mangrovie nel fango e pattugliando sistematicamente in barca la regione in cerca dei punti migliori per farlo.
Le donne, attingendo alla loro profonda conoscenza dei Sundarbans, realizzano mappe disegnate a mano delle aree in cui è possibile piantare le mangrovie. Coltivano i semi fino a che sono diventati alberelli e poi, in cesti o su barche, trasportano i giovani alberi e scavano nelle distese di fango per piantarli. Successivamente, monitorano la loro crescita su una app mobile.
Come dice Aparna Dhara:
“Il ritmo delle nostre vite dipende dal flusso e riflusso dell’acqua intorno a noi, rendendo le mangrovie la nostra ancora di salvezza”.
Grazie al lavoro delle donne, negli ultimi dieci anni il terreno ricoperto di mangrovie a Lakshmipur è aumentato di più di sei volte, e le mangrovie, oltre che rendere il villaggio più sicuro, aiutano anche a ridurre i gas serra, grazie ai loro alti tassi di cattura del carbonio. Il fitto groviglio delle loro radici fornisce anche un habitat ideale per granchi e altri crostacei, facendo aumentare il pescato.
Ma le guerriere non hanno avuto vita facile: la suocera di Aparna Dhara, per esempio, le urlava contro: “Chi cucinerà, laverà e pulirà la casa se lavori? Sei la nuora della casa e devi lavorare al chiuso come abbiamo fatto noi”. Una storia simile a molte altre.
Fortunatamente l’organizzazione di Ajanta Dey paga le donne per coltivare e piantare alberelli di mangrovie e le aiuta anche a vendere pesce, verdure, miele, uova e altri prodotti locali.
Così, le donne che partecipano al programma guadagnano, in media, circa $ 430 all’anno, una cifra significativa per una famiglia, in India dove il reddito pro capite è di circa $ 1900.
Per costringere i compaesani a rispettare il loro lavoro le donne hanno ottenuto di indossare delle uniformi, verdi, naturalmente!
Ma il rispetto se lo sono guadagnate soprattutto sul campo, perché gli argini accanto alle nuove foreste di mangrovie non cedono. Le mangrovie sanno fare il loro lavoro.
E, finalmente, il governo locale ha cominciato a concedere terreni pubblici come vivai per le mangrovie.
Fonte : The New York Times
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