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Matteo Scarfò

Sable è un’avventura esplorativa sviluppata dallo studio britannico indipendente Shedworks e pubblicato da Raw Fury il 23 settembre 2021 per Microsoft Windows, Xbox One e Xbox Series X/S. Il titolo offre un’esperienza di gioco rara nel panorama dei giochi di fantascienza: innanzitutto perché è priva di combattimenti o di nemici. Il giocatore infatti deve calarsi nei panni di una giovane ragazza, Sable, impegnata nel rito di passaggio verso l’età adulta previsto dal suo popolo, abitante di un vasto mondo desertico su un pianeta sconosciuto.

Sable lascia la sua tribù per intraprendere il Gliding, un rito di passaggio in cui deve esplorare il mondo, scoprire antiche rovine e incontrare varie culture per trovare il proprio posto nella società. La narrazione inizia immediatamente in modo evocativo: ci ritroviamo su un pianeta deserto con enormi costruzioni abbandonate in un passato sconosciuto, astronavi e villaggi abitati da strani abitanti. Tutto questo conduce a un senso di meraviglia ma anche a una grande solitudine contemplativa e alla nostalgia (e personalmente sfido a non provare questo fermento di emozioni salendo su una delle torri abbandonate e attraversate dal vento e ammirando il paesaggio da quell’altezza, il lavoro in tal senso fatto dagli sviluppatori è encomiabile).

Il cuore pulsante e il punto di forza di Sable è l’esplorazione. Il gioco non impone obiettivi rigidi né una narrazione lineare, è un open world che lascia il giocatore libero di vagare e scoprire segreti, rovine e città sparse tra le dune grazie all’aiuto di una moto volante personalizzabile, essenziale per viaggiare attraverso le immense distese sabbiose. Le sfide spesso riguardano il ritrovamento di oggetti nascosti, i cosiddetti puzzle (rompicapo logici) e alcune parti platform (ovvero l’attraversamento di livelli fisici, una tra le strutture più amate nella storia dei videogiochi). Nel mezzo di questa azione non ci sono invece sequenze di storia non giocabili invasive, ma frammenti di narrazione che emergono attraverso i dialoghi e l’esplorazione.

Il gameplay è arricchito da enigmi o ricerche ambientali e missioni affidate dagli NPC (personaggi non giocanti), che spesso ruotano attorno alla raccolta di maschere, simbolo di crescita e identità nella cultura del gioco. La protagonista infatti è sempre mascherata e questo cambio di travestimenti è parte del sopracitato Gliding, il momento di passaggio all’età adulta.

Uno degli aspetti più affascinanti e immediatamente riconoscibili di Sable è il suo stile visivo. Ispirato alle opere di Moebius e Miyazaki, il gioco adotta una grafica cel-shaded (forma d’arte visiva altamente stilizzata che offre un aspetto simile all’animazione a mano) minimalista e dai colori pastello, che contribuisce a creare un’atmosfera onirica e allo stesso tempo confortevole. Un’altra parte essenziale, forse anche una delle cose più belle, è la colonna sonora, composta dal gruppo americano Japanese Breakfast, le varie tracce accentuano la dimensione eterea di ciò che stiamo giocando.

Sable permette che il giocatore scopra poco alla volta il mondo e le sue tradizioni: chi è questo popolo? Cosa fanno? Dove sono? Domande a cui siamo invitati a rispondere con la nostra fantasia. Quello che possiamo notare è un bellissimo contrasto tra tecnologia avanzatissima (ci sono molte astronavi disseminate nel gioco da esplorare) e un certo paganesimo campestre da tribù nomade. Il gioco esplora temi come la crescita personale, l’identità e la ricerca del proprio posto nel mondo.

Ogni incontro con un NPC aggiunge piccoli tasselli a un universo affascinante e intriso di cultura: provare emozioni è centrale nella storia, ci sono infatti momenti in cui è possibile ascoltare le poesie di un pianeta lontano. Queste trovate non hanno uno scopo preciso e ciò che rende il gioco interessante è proprio questo: il fatto che una cosa non debba per forza portare a un risultato se non avvicinare alla bellezza o alla normalità di un ascolto. È il giocatore che deciderà se rimanere ad ascoltarle, se prendere spunto da esse, oppure se andare avanti. Un’altra delle caratteristiche fisiche bizzarre del personaggio è una bolla di energia in cui possiamo avvolgerci per saltare dalla sommità di edifici o montagne e planare tranquillamente verso terra. Ma potremmo citare anche la scelta originale dei costumi o la costruzione della nostra fedele moto, quasi un personaggio a sua volta, che si può richiamare con un fischio.

Sable è un gioco che non ha fretta: è un’esperienza poetica che invita alla riflessione e alla contemplazione della purezza della vita. Presenta qualche difetto forse nei comandi quando guidiamo la moto, a volte è possibile non godersi totalmente la guida per una certa rigidità dei controlli ma sono leggerissimi difetti che possiamo accettare. È invece molto bello provare attraverso un videogioco un ritrovato senso di giovinezza e libertà. Sable ci dice di aspettarci qualcosa da un viaggio e soprattutto ci consiglia di intraprendere quel viaggio, chiunque noi siamo e qualsiasi sia la fase della nostra vita.

Matteo Scarfò
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