di Antonio Ippolito
Marco Melis, “Infernomuto” Atlantis n. 19, ed. Delos Digital, novembre 2022, € 1,99. ISBN: 9788825422122
La Regione italiana che più di tutte si identifica con natura selvaggia e incontaminata, la Sardegna, potrebbe un domani essere l’area più devastata da cambiamenti climatici e devastazioni speculative. Ma la Sardegna è nota anche per le sue tradizioni immemorabili, ardue per i continentali: e proprio da queste può derivare la forza per la resistenza e la vittoria contro nemici senza volto.
Il nuovo racconto di Marco Melis si muove al confine tra il solarpunk della forza del territorio e dell’alleanza con la natura (come il gheppio Mirtillo), e il cyberpunk della tecnologia della realtà virtuale (cyberpunk a cui allude anche il titolo!). Ma la tecnologia può essere adottata a diversi livelli: si può usarla, o esserne usati. E così, in questa Sardegna bruciata e inquinata, è rinato il culto di forze sotterranee, custodite da una congregazione di “janas”, le fate della tradizione isolana a cui si attribuiscono le costruzioni megalitiche o “domus de janas”, che costellano il paesaggio; sono però “janas” capaci di indossare i mascheroni zoomorfi ancestrali come di usare la realtà aumentata e hackerare i congegni dei figli di papà che arrivano dal continente per esercitarsi in nuove speculazioni, senza mai uscire, in realtà, dal loro vizioso metaverso. Quella che sembrava l’invincibile arroganza di una finanza ai limiti della legge si scontrerà con le forze della natura scatenate e guidate da “fate” custodi di un rapporto sacro con le forze della natura, dove c’è posto anche per la tecnologia, purché al servizio dell’uomo.
Un racconto denso, incalzante e maturo, che si vorrebbe vedere espanso o proseguito per sfruttare più a fondo le potenzialità.
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