Conosci il detto africano? Ci vuole un villaggio per crescere un bambino. Ecco, noi potremmo diventare quel villaggio.
Scaricalo qui: Lasciate fare a Elvis, Delos Digital
Magliana, Roma Sud, in un futuro non troppo remoto: per scongiurare gli effetti della crisi climatica, l’Italia ha preso drastiche decisioni che influiscono pesantemente sulla vita di tutti i giorni. In quanto portinaio di un grande stabile, Elvis ha un osservatorio privilegiato sui fatti che in una torrida settimana d’estate rischiano di trascinare il vicinato in un devastante tutti contro tutti. Un’improvvisa interruzione nella distribuzione dell’acqua, e l’aggressività dei palazzi vicini nell’intercettare i droni con la fornitura d’emergenza, costringe i condòmini a mettere da parte i piccoli contrasti se vogliono procurarsi l’acqua per sopravvivere. Sotto il sole implacabile che martella le strade e gli edifici della borgata, gli abitanti del condominio imparano con l’esperienza che la solidarietà offre più vantaggi della guerra tra poveri: affrontare insieme la crisi idrica insegna loro che malgrado la lotta ce l’abbiano nel DNA, perché la loro vita non è mai stata facile, una comunità solidale offre un incomparabile vantaggio rispetto a un conflitto che consuma risorse. E così, senza recriminazioni per l’età d’oro del consumismo sfrenato, Elvis e i suoi si dimostrano adatti al futuro sostenibile che ha ridimensionato la civiltà industriale.
Città, civiltà post industriale, trasformazione urbana, relazioni interpersonali in un racconto lungo dell’autrice di “La notte in cui tutte le donne”
The ninth issue of Atlantis – collection of italian solarpunk, is the novelette “Leave It Up To Elvis” by Laura Silvestri
DO YOU KNOW THE AFRICAN SAYING? IT TAKES A VILLAGE TO RAISE A CHILD. WE COULD BECOME THAT VILLAGE.
Magliana, South Rome, in the not too distant future: to avoid the effects of the climate crisis, Italy has taken drastic decisions that heavily affect everyday life. As the concierge of a large apartment building, Elvis has a privileged observatory on the facts that in a torrid summer week risk dragging the neighborhood into a devastating free-for-all. A sudden interruption in the distribution of water, and the aggressiveness of the neighboring buildings in intercepting the drones with the emergency supply, forces the tenants to put aside small conflicts if they want to obtain water to survive. Under the relentless sun that hammers the streets and buildings of the township, the residents of the condominium learn that solidarity offers more advantages than the war between the poor: facing the water crisis together teaches them that despite the struggle they have it in the DNA, because their life has never been easy, a supportive community offers an incomparable advantage over a conflict that consumes resources. And so, without recriminations for the golden age of unbridled consumerism, Elvis and his friends prove to be suitable for the sustainable future that scaled back industrial civilization.
CITIES, POST-INDUSTRIAL CIVILISATION, URBAN TRANSFORMATION, INTERPERSONAL RELATIONS IN A NOVELETTE BY LAURA SILVESTRI
Le neuvième numéro d’ATLANTIS – collection de solarpunk italien, est le roman court “Laissez faire à Elvis” de Laura Silvestri
CONNAISSEZ-VOUS LE DICTON AFRICAIN? IL FAUT UN VILLAGE POUR ÉLEVER UN ENFANT. ICI, NOUS POURRIONS DEVENIR CE VILLAGE
Magliana, Rome du Sud, dans un futur pas trop lointain: pour éviter les effets de la crise climatique, l’Italie a pris des décisions drastiques qui affectent lourdement la vie quotidienne. En tant que concierge d’un grand immeuble, Elvis dispose d’un observatoire privilégié sur les faits qui, par une chaude semaine d’été, risquent d’entraîner le quartier dans une mêlée dévastatrice. Une interruption brutale de la distribution d’eau, et l’agressivité des immeubles voisins à intercepter les drones avec l’alimentation de secours, obligent les copropriétés à mettre de côté les petits conflits s’ils veulent obtenir de l’eau pour survivre. Sous le soleil implacable qui martèle les rues et les immeubles de la borgata, les habitants de la copropriété apprennent par expérience que la solidarité offre plus d’avantages que la guerre entre les pauvres: affronter ensemble la crise de l’eau leur apprend que malgré la lutte qu’ils ont dans le ADN, parce que leur vie n’a jamais été facile, une communauté solidaire offre un avantage incomparable sur un conflit qui consomme des ressources. Et donc, sans récriminations pour l’âge d’or du consumérisme débridé, Elvis et son peuple se révèlent aptes à l’avenir durable qui a réduit la civilisation industrielle.
CITÉS, CIVILISATION POST-INDUSTRIELLE, TRANSFORMATION URBAINE, RELATIONS INTERPERSONNELLES DANS L’HISTOIRE DE LAURA SILVESTRI
El número nueve de ATLANTIS – colección eBook de solarpunk italiano, es la novela corta “Deje que lo haga Elvis” de Laura Silvestri
¿CONOCES EL DICHO AFRICANO? SE NECESITA UN PUEBLO PARA CRIAR A UN NIÑO. AQUÍ, PODRÍAMOS CONVERTIRNOS EN ESE PUEBLO.
Magliana, Roma Sur, en un futuro no muy lejano: para evitar los efectos de la crisis climática, Italia ha tomado decisiones drásticas que afectan fuertemente la vida diaria. Como conserje de un gran edificio, Elvis tiene un observatorio privilegiado sobre los hechos que, en una calurosa semana de verano, corren el riesgo de arrastrar al vecindario a una devastadora batalla campal. Una interrupción repentina en el reparto de agua, y la agresividad de las edificaciones vecinas al interceptar los drones con el suministro de emergencia, obliga a los condominios a dejar de lado pequeños conflictos si quieren sobrevivir. Bajo el sol implacable que golpea las calles y edificios del municipio, los vecinos del condominio aprenden con experiencia que la solidaridad ofrece más ventajas que la guerra entre los pobres: enfrentar juntos la crisis del agua les enseña que a pesar de la lucha que tienen en el ADN, porque su vida nunca ha sido fácil, una comunidad solidaria ofrece un beneficio incomparable sobre un conflicto que consume recursos. Y así, sin recriminaciones por la edad de oro del consumismo desenfrenado, Elvis y su gente demuestran ser adecuados para el futuro sostenible que ha reducido la civilización industrial.
CIUDADES, CIVILIZACIÓN POSTINDUSTRIAL, TRANSFORMACIÓN URBANA, RELACIONES INTERPERSONALES EN LA NOVELA DE LAURA SILVESTRI
L’autrice
Nata a Roma nel 1982, Laura Silvestri si laurea a ventiquattro anni in Ingegneria gestionale;e inizia a lavorare nell’ambito del project management e, successivamente, nella logistica internazionale. Parallelamente, si cimenta con i primi passi nella scrittura creativa, prediligendo il genere fantasy e la fantascienza. Nel 2016 comincia la sua collaborazione con la casa editrice digitale Wizards & Black Holes, con la quale pubblica il racconto lungo fantasy Come la luna e il sole e il mese successivo partecipa all’antologia 3000 ab Urbe Condita. Sempre nel 2016 pubblica il romanzo Nel nome della Dea con Giovane Holden Edizioni, premiato nella sezione romanzi della quinta edizione del premio letterario nazionale Streghe, Vampiri & Co.” Ha pubblicato quattro volte con Delos Digital, tra cui La notte in cui tutte le donne nella collana Futuro Presente.
L’incipit
Dice che il futuro è verde.
Dice che se continuiamo così, tutto ritornerà decente nel giro d’una ventina d’anni.
Dice, dice… ma chi lo dice?
Io no di certo. Vabbè, ci sarebbe pure da considerà che io non so’ mica ‘no scienziato. Facendo il portinaio a Roma Sud, tutto quello che so del futuro è che, se i condomini del civico diciassette non se danno ‘na calmata, qua non arrivamo manco a dopodomani. Con o senza riscaldamento globale. Perché ogni giorno ce n’è una.
Per esempio oggi, sotto al balcone della signorina Ceccarelli, va in scena la centomilionesima replica dello show dell’anno, “Mancini-padre che vole menà al rumeno del secondo piano”. Io me lo guardo dall’alto, intanto che le annaffio i gerani con l’acqua fresca e mineralizzata del suo estrattore idrico da esterni. Un attrezzo di design. Roba che se mi vendo un rene per comprarmene uno uguale, forse mi danno tre caramelle di resto.
Però dice che il futuro è sostenibile. A me pare che prima bisognerebbe fa’ la gente sostenibile, perché qua le persone so’ pesanti.
Mancini-padre agita i pugni verso l’alto, poi si indica un braccio gonfio come una zampogna, e non soltanto per i muscoli. È tutto rosso sotto la manica arrotolata della divisa da guardia giurata, dove troneggia un pomfo grosso quanto un mandarino. – ’Ste cazzo de zanzare vengono pe’ colpa della palude che t’aritrovi sur terrazzo! – inveisce l’italico pater familias.
Il cappello di Tiberiu dondola a destra e sinistra, le mani che impugnano zappetta e innaffiatoio si allargano in un gesto sconsolato. Persino dal balcone di sopra posso sentirlo sbuffare, circondato da decine di vasiere dove cumuli di terra sfidano la gravità, in un trionfo di zucchine e cespi di lattuga. –Ce sta Tevere dietro casa, mo problema so’ i pomodori miei?
– Sine! – Dal cortiletto due metri per due, Mancini-padre sventola l’avambraccio buono, tatuato da simboli che non oso interpretare. – E se non te la smetti de buttamme la merda de sotto, vengo su e te gonfio.
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