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Alice Bigli, La scintilla dell’utopia. Rileggere Gianni Rodari con i bambini, Edizioni San Paolo, 2020, p. 170.

In occasione dei cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, ecco un saggio ricco di sorprese, diviso in tre parti. La prima è una biografia che ripercorre vita e opera dell’autore nei suoi aspetti più significativi. La seconda analizza l’opera di Rodari attraverso dei percorsi tematici che rimettono al centro di possibili percorsi di lettura i grandi valori e le idee di infanzia e società che attraversano i suoi testi: pace, uguaglianza economica e sociale, fratellanza, solidarietà, etica, valore del lavoro, rispetto per l’infanzia, fiducia nel futuro e altri. Viene così messa in luce l’idea di utopia come capacità di vedere le criticità della realtà e del presente e immaginare, anche attraverso l’invenzione fantastica, un futuro migliore. La terza indaga titoli di altri autori contemporanei capaci di proseguire i percorsi di lettura individuati tra i testi di Rodari e di suscitare un dialogo aperto, oggi, tra adulti e bambini sui temi e sui valori centrali per l’autore.

La scintilla dell’utopia è un saggio focalizzato sulla riscoperta del Gianni Rodari filosofo e politico in chiave profonda e affatto superficiale, attraverso le sue opere rivolte a3 bambin3 e ragazz3.
Propone percorsi di lettura destinati alle persone adulte interessate a un dialogo collaborativo, concreto, impegnato, inconsueto, stimolante con le persone alle quali Rodari ha dedicato la sua vita e la sua intera opera.

Lo stimolo alla creazione del saggio si legge a p. 30, nella citazione a un articolo di Vanessa Roghi:

Insieme alla consacrazione arriva la banalizzazione di Rodari da parte di chi prende la sua Grammatica della fantasia come un libro di ricette per inventare storie (l’Artusi della favola, scrive lui), togliendo dal metodo dialettico dell’immaginazione ogni portato politico (perché l’obiettivo deve essere sempre quello di immaginare un mondo migliore).


Sebbene il saggio non sia il primo e, probabilmente nemmeno l’ultimo, dedicato a Rodari, è innegabile la peculiare capacità di Bigli di recuperare, svelare e indicare tragitti utopici legati alle visioni rodariane inerenti tematiche tralasciate troppo spesso
nell’approccio adulto al mondo bambino, soprattutto nel contesto odierno.

La prima parte del saggio è dedicata alla biografia di Gianni Rodari dalla quale emerge, tra le altre, una caratteristica imprescindibile per chi tenta di progettare e praticare un futuro migliore per ogni essere vivente. A p. 56 si legge: “Uomo capace di ridere molto soprattutto con i bambini, e di far ridere molto, Rodari non è un uomo allegro, si sforza piuttosto di esserlo, avendo una visione dell’ottimismo come scelta politica.”
Nella seconda parte, Bigli rintraccia e approfondisce le opere rodariane suddividendole nei concetti di povertà; avarizia – con il richiamo ai beni comuni -; emigranti, mestieri, disoccupazione; democrazia e libertà; guerra e pace; impegno individuale; ottimismo e fiducia nel futuro; divisione dei ruoli tra uomini e donne e, inoltre, l’infanzia, le sue ricchezze i suoi diritti e la scuola.
Alla seconda parte, Bigli ne aggiunge una terza in cui allarga la panoramica sui sentieri percorribili, offrendo un’ulteriore bibliografia relativa alla narrativa – utopica? immaginifica? scomoda? – concepita da autrici e autori contemporane3 e inserita in una dimensione più politico/sociale che disimpegnata, sebbene altrettanto giocosa.

La necessità dell’integrazione alla letteratura rodariana è esplicitata a p. 69: “ […] la  dimensione politica e sociale forse è diventata rara nei testi contemporanei per l’infanzia che, pur in un’offerta di grande qualità, sembrano puntare oggi a raccontare più svolte individuali che collettive: virtù private, dello spirito, relazioni tra singoli e sguardi intimi più che slancio per la collettività e visione politica.”
Infatti l’autrice prende per i capelli la persona adulta, sia essa educatrice/insegnante/genitore, e la toglie dal buco confortevole in cui si è rintanata per scampare la fatica di intraprendere un dialogo davvero proficuo per le menti bambine, in cui la leggerezza della risata possa coinvolgere lo sviluppo di domande, di perché, capaci di crescere individui pensanti e consapevoli.

A tal riguardo si preoccupa di citare, a p. 104, un passaggio della “Grammatica della fantasia”nel quale Rodari esterna, in maniera affilata e visionaria, la sua concezione di creatività e immaginazione:

“Le  fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle favole. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché, in apparenza, non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro o lo sport (se non diventano un affare). Servono all’uomo completo. Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi che sappiano usare la loro immaginazione.”


In conclusione, per dipanare la complessità dell’attuale contesto storico sono necessari sforzo e impegno, immaginazione e creatività.

Il saggio di Alice Bigli è uno strumento idoneo per instillare la scintilla dell’utopia in coloro che già hanno in mano, in potenza, la costruzione del futuro sulla base di ciò che saremo in grado di lasciare loro.
E perché no, è anche uno strumento per mantenere viva e onorata la memoria di un grande maestro della letteratura per l’infanzia.

Romina Braggion

Alice Bigli (biografia e immagine tratte dal suo sito Allenatori di lettura)

Sono una lettrice appassionata sin da bambina.
Crescendo e ampliando gli orizzonti delle mie letture mi sono resa conto di quanto sono preziosi tutti quei libri definiti comunemente per bambini o per ragazzi. Ho deciso che la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza sarebbe stata l’oggetto dei miei studi e del mio lavoro.
All’università è stato fondamentale l’incontro con il professor Antonio Faeti, fondatore della cattedra di letteratura per l’infanzia. Mi sono laureata in Scienze dell’Educazione con una tesi in letteratura per l’infanzia.
Da vent’anni mi occupo di formazione e aggiornamento di insegnanti, librai, bibliotecari, genitori e educatori sui temi dell’educazione alla lettura e della letteratura per bambini e ragazzi. Ho lavorato in diverse biblioteche e poi, per quindici anni, in una libreria specializzata di Rimini.
Progetto, creo e conduco attività di educazione alla lettura per le scuole di ogni livello in diverse province italiane.
Conduco gruppi di lettura di preadolescenti, adolescenti e adulti. Collaboro con riviste specializzate e editori di libri per bambini e ragazzi e scolastici.
Sono una mamma adottiva e l’incontro tra questo percorso di vita personale e la mia professione mi ha portato a occuparmi anche di formazioni su libri e lettura per genitori adottivi.
Nel 2007 ho ideato e fondato Mare di libri – Festival dei ragazzi che leggono di cui sono presidente.
Ho firmato la prefazione di Ci piace leggere, Add Editore, 2018, e coordinato il lavoro dei volontari di Mare di libri nella scrittura del testo.
Ho pubblicato La scintilla dell’Utopia. Rileggere Gianni Rodari con i bambini, San Paolo Editore, 2020.
Dal 2020 recensisco per la rivista Liber
Ho pubblicato Leggere piano, forte, fortissimo. Come allenare alla lettura, Mondadori, 2022.

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