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Buongiorno e bentrovatə alla newsletter di Solarpunk Italia 2024.

Questo mese Franco Ricciardiello, nel suo editoriale, tira le fila di tre anni appassionati trascorsi insieme, come collettivo, e insieme a tutte le persone che si riuniscono intorno al nostro universo solare e propositivo.
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Buona lettura.

Editoriale Solarpunk Italia

Tre anni sono passati da quell’11 gennaio 2021 quando iniziammo questa avventura del sito Solarpunk Italia, con una redazione a quattro: oltre al sottoscritto, Giulia Abbate, Romina Braggion e Silvia Treves. Da allora si è riunito intorno a noi un gruppo di collaboratori fissi, che è il vero cuore di questa impresa: Antonio Ippolito, Marco Melis, Riccardo Muzi e Matteo Scarfò.
Quando esordimmo, erano in pochissimi in Italia a conoscere il Solarpunk, o anche solo a averlo sentito nominare. Cercammo e traducemmo interventi da autori e autrici di altri paesi per spiegare cosa fosse il movimento, perché fosse nato da un’esigenza nata contemporaneamente in più punti del mondo, e quanto fosse importante permeare anche la letteratura del nostro paese di questa ventata di idealismo, insoddisfazione per come vanno le cose e attivismo per il cambiamento.

Abbiamo rilasciato interviste sulla stampa e internet, partecipato a trasmissioni tv e registrato podcast, presenziato a festival, convegni e conferenze.
Paradossalmente, abbiamo incontrato le maggiori resistenze e incomprensioni all’interno del fandom di sf, cioè tra gli appassionati più attivi di fantascienza, che per natura avrebbero dovuto essere i più ricettivi verso un movimento letterario che ha molto da spartire con l’immaginario del futuro. Mentre in genere il Solarpunk viene visto con interesse, entusiasmo e consonanza in tutti gli ambienti culturali e del volontariato con i quali siamo entrati in contatto, dobbiamo constatare che una parte dei lettori di fantascienza si dimostrano insofferenti verso la novità — probabilmente per il suo carattere movimentista e anticapitalista, in una parola “politico”, considerato il conservatorismo di fondo del fandom italiano.

Dopo tre anni, vedo con soddisfazione che, anche senza fare ricorso all’etichetta Solarpunk, sempre più opere letterarie incorporano temi sulla sostenibilità, sulla giustizia ambientale, sull’equilibrio nel rapporto con il pianeta e le sue risorse; vedo anche diffondersi la consapevolezza che l’unico modo per salvare la nostra civiltà dai terribili scenari preconizzati dalla distopia è quello di lasciarci alle spalle il capitalismo.
Noi proseguiremo in questo discorso quasi quotidiano con chi vorrà seguirci.
Buone letture.
Franco Ricciardiello

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I prossimi appuntamenti

La New Wave: febbraio-maggio 2024
Terzo ciclo del Club di Lettura di Solarpunk Italia, ancora dedicato alla New Wave.
Ci sono ancora un paio di posti disponibili

La vignetta del mese
LA COLLABORAZIONE CONTINUA!

Le amiche e gli amici del Commando Jugendstil realizzano una vignetta solarpunk al mese, per la nostra newsletter. Grazie di cuore!
La vignettà è condivisa anche, in inglese, con la rivista Solarpunk Magazine. Ecco l’undicesima – e penultima, sic! –  vignetta.

La Fabbrica

Nella società solarpunk c’è una fabbrica che è un monumento storico, la cui vicenda si insegna a scuola. La Giusta Transizione, da basso, solidale, in Italia è iniziata lì.
Abbandonati da padroni e politici dopo l’ennesima crisi industriale, con la spada di Damocle del licenziamento sopra le teste, i lavoratori hanno occupato la fabbrica e hanno messo insieme un piano industriale alternativo: basta parti di autovetture, da domani si produrranno bici da carico e pannelli solari!
E in questa cartolina dal futuro della fabbrica vediamo come hanno installato i loro pannelli solari di ultima generazione: flessibili e adattati su forme organiche ricavate sopra un grappolo di piccole turbine eoliche. Energia dal Sole e dal vento, a “kilometro zero”.
Con il contributo di attivisti e organizzazioni varie, i lavoratori hanno raccolto il capitale necessario a iniziare, si sono costituiti in una cooperativa e si sono messi al lavoro, e seguendo il loro esempio decine di altre fabbriche hanno deciso che potevano fare a meno dei padroni. Lavoro per tutti e valore sociale, una società trasformata: insieme lavoratori e attivisti hanno ribaltato le sorti della battaglia e vinto un futuro migliore per tutti noi.
Questa può sembrare una storia del futuro, ma è una storia di oggi: la fabbrica occupata GKN ha bisogno del nostro aiuto per realizzare il suo piano di Giusta Transizione.

Leggi la storia completa e diventa membro della cooperativa con un contributo al sito https://www.insorgiamo.org.
Spargi la voce dovunque tu conosca altre persone di coscienza.
La storia di domani si fa oggi, e solarpunk è un verbo che vuol dire lottare.
  Commando Jugendstil
Il racconto del mese, dalla collana solarpunk “Atlantis”

Atlantis n. 28: “Il nostro seme inquieto”
di Giulia Abbate

Scaricalo qui

I post del mese, dal blog di solarpunk.it
Claire Vaye Watkins, “Deserto americano”, recensione di Franco Ricciardiello
Solarpunk prima del Solarpunk. Il carattere anticipatore di “The Word For World Is Forest
Club di lettura di fantascienza: “La New Wave — nuova edizione”
Premee Mohamed, “La migrazione annuale delle nuvole”, recensione di Marco Melis
“Planet of the Humans”: un documentario sul lato oscuro del mondo green
Intervista a Claudia Corso Marcucci

Dal nostro archivio, un articolo selezionato per voi
“Bassa tecnologia”: perché la sostenibilità non deve dipendere da soluzioni ultratecnologiche.
Traduzione di Giulia Abbate
Pubblichiamo oggi un interessante contributo relativo a un tema che abbiamo già toccato qui sul blog, e che affronteremo ancora: il low-tech, ovvero un approccio, pratico ed esistenziale, a “bassa tecnologia”.
Pochi dispositivi, semplificazione, riuso, ricerca di soluzioni che riducano e non aumentino la quantità di oggetti, acquisti, manutenzione, “confort” e così via.

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Per questo mese è tutto. A rileggerci!
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