di Franco Ricciardiello
John Brunner, IL GREGGE ALZA LA TESTA (The Sheep Look Up, 1972) traduzione di Renato Prinzhofer, 394 pagine, Narrativa d’Anticipazione, Editrice Nord 1975
Nessuno, tranne forse il compianto John Brunner nel suo brillante romanzo Il gregge alza la testa, ha mai descritto qualcosa nella fantascienza che sia lontanamente simile alla realtà del 2007 come la conosciamo.
William Gibson, 2007
Abbiamo già scritto in questa rubrica di Tutti a Zanzibar, il romanzo con il quale nel 1968 lo scrittore britannico John Brunner (1934-1995) avviò una tetralogia conosciuta nel mondo anglosassone come Club de Rome Quartet, con cui affrontò quattro distinte questioni sociali. Nel primo romanzo si trattava, naturalmente, della sovrappopolazione; nel secondo, L’orbita spezzata (The Jagged Orbit, 1969), raccontava la violenza del potere USA nell’affrontare le tensioni razziali. Il terzo volume è il presente Il gregge alza la testa, forse il più celebre della serie. Ambientato nel futuro prossimo, descrive il terrificante degrado ambientale del pianeta, dal momento che nessuna entità statale né organizzazione internazionale è riuscita a frenare il disastro ecologico.
L’autore addossa la responsabilità principale della situazione ai “duecento milioni di esemplari più stravaganti e nocivi della nostra specie”, gli americani, brodo di coltura e centro nevralgico del capitalismo predatorio.
Il titolo del romanzo è tratto da un’elegia pastorale di John Milton, Lycidas (1638):
The hungry Sheep look up, and are not fed,
But swoln with wind, and the rank mist they draw,
Rot inwardly and foul contagian spread
La versione italiana recita: “Il gregge alza la testa, ed è digiuno / nel vento aspira una nebbia mefitica / marcio di dentro, colpito dal contagio”.
Il gregge alza la testa, scrive Renato Prinzhofer nella prefazione alla prima edizione italiana, “nasce dalla contestazione giovanile americana degli anni Sessanta”; per Joanna Russ è “la profezia di una catastrofe ecologica, morale e politica”.
Come gli altri del Club de Rome Quartet, il punto di vista è esploso in un puzzle di frammenti da ricomporre: brani di giornale (apocrifi), audio di telegiornale, messaggi pubblicitari, canzoni, e così via, con l’intento di conferire alla trama un respiro globale, di riprodurre la giungla dell’eccesso di informazione, e per fornire al lettore un panorama della situazione internazionale senza appesantire la vicenda.
La narrazione è ambientata in un futuro non specificato (che potrebbe già essere per noi il passato prossimo), e copre un arco di un anno, da dicembre a dicembre. Il pianeta Terra è inquinato in modo irreversibile dall’attività umana, aggravata dalla rapacità del capitalismo. Per esempio, le falde acquifere risultano ormai contaminate pressoché ovunque, anche nei paesi avanzati, lo smog ristagna in aree densamente abitate come la California, le onde gettano in spiaggia l’immondizia e la plastica che soffocano i mari.
Negli USA è al governo la destra; disinteressata al disastro ecologico, si preoccupa di infiltrazioni comuniste in Honduras e occupa militarmente il paese. I parlamentari del partito Repubblicano sostengono che qualsiasi tentativo di imporre limiti all’attività industriale per mitigare il disastro, sarebbe un attentato alla libertà.
Nel resto del pianeta la situazione è fuori controllo. Il sudest asiatico è praticamente deforestato dai defolianti americani (quando Brunner scrive, la guerra del Vietnam è ancora in corso), e il terrorismo dei disperati isola sempre di più l’America nei suoi confini.
Brunner segue diversi protagonisti, i principali sono l’ecologista Austin Train, i cui seguaci vengono definiti “trainiti” e accusati di catastrofismo; il magnate del petrolio Jacob Bamberley, che presiede anche a una fondazione che distribuisce nel terzo mondo il Nutripon, cibo coltivato in impianti idroponici; Hugh, figlio adottivo di Bamberley, che accusa il padre per la catastrofe del Nutripon avvelenato dal contenuto di recipienti d’acciaio sversati nell’ambiente. Molti altri personaggi intrecciano le loro vite in situazioni di degrado e inquinamento, e l’interesse particolare contrasta anche i tentativi di porre rimedio: significativo è l’episodio dei filtri Mitsuyama che si rivelano fonte di batteri letali. Intanto, la classe dirigente USA si convince di essere vittima di un attacco batteriologico, mentre nel paese al collasso si moltiplicano attentati terroristici, e la situazione diventa totalmente ingovernabile.
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