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Qualche mese fa, siamo statx contattatx da una persona che ci ha chiesto di parlare insieme su un argomento sul quale non eravamo preparatx, o per lo meno, non in relazione al solarpunk. Questa persona è Marco Casalino: educatore, ricercatore e molto altro, e l’argomento sul quale sollecitava la nostra riflessione è quello della pedagogia.

Con lui si è instaurato sin da subito un dialogo continuativo e denso di spunti. Abbiamo raccolto con gratitudine la sua sollecitazione: ragionare su educazione e pedagogia, infatti, è molto importante in relazione alla società, e dunque all’immaginazione di una società futura e migliore.

Ospiteremo presto un contributo di Casalino sull’argomento, sperando possa essere l’inizio di una nuova e proficua strada di ricerca. Nel frattempo, abbiamo pensato di conoscere meglio Marco, e di farlo conoscere a chi ci legge, dandogli il benvenuto come amico e contributore di Solarpunk Italia.

Giulia Abbate


Giulia Abbate: Raccontaci chi sei e di cosa ti occupi.

Marco Casalino: Chi sono? Sono un curioso. Credo che la risposta alla domanda non possa essere che questa. Mi sono laureato in scienze politiche ma ho sempre amato l’antropologia e in particolare gli studi di Aime e Staid. Ho lavorato come istruttore di nuoto con i disabili in piscina e ho provato, senza risultati, a far partire un gruppo di istruttori e istruttrici di nuoto che rifiutasse la collaborazione sportiva. Nel frattempo ho lavorato come accompagnatore in un progetto di educazione libertaria a Genova, Officina del crescere, formandomi in particolar modo con le opere di Colin Ward.

Attualmente sono un elettricista in un cantiere navale ma continuo a ricercare la tematica dell’apprendimento intorno a me. Prima la riuscivo a sviluppare in Officina del Crescere, ora con chi mi circonda.

GA: Perché hai pensato di contattare noi di Solarpunk Italia? Come ci hai trovati e cosa ti interessa del solarpunk?

MC: Ho sempre pensato di essere un libertario ma di quelli ottimisti, propositivi, che cercano di immaginare un futuro migliore e che si attivano per farlo.
Ho sempre rifiutato il romanzo distopico contemporaneo perché non lascia speranza: “La disfatta del genere umano ci sarà sicuramente.” Credo invece che l’essere umano abbia le capacità per migliorarsi e per costruirsi un mondo migliore, libertario. Deve però superare il sistema attuale, quello del capitalismo e dell’imperialismo .

Sono una persona concreta, razionale e quindi amo immaginare come possa essere il futuro dopo la Rivoluzione contro il capitalismo. Negli anni mi hanno aiutato a immaginarlo Colin Ward in particolare e a livello di romanzi Ursula K. Le Guin che rimane un faro nei miei momenti di sconforto.

Ho ritrovato tutto ciò nel genere Solarpunk. Racconti o romanzi che utilizzano la scienza e ti danno una speranza: “non è detto che il genere umano debba estinguersi!”, “possiamo farcela a non distruggere del tutto l’equilibrio naturale”. Credo che oggi sia molto importante questo ottimismo, soprattutto per le nuove Generazioni.

Leggendo poi i racconti presenti nelle raccolte edite da Delos Digital Edizioni ho avuto il piacere di ritrovare tematiche a me care, quale per l’appunto, l’apprendimento. Allo stesso tempo però mi chiedevo come le società immaginate e descritte dagli autori potessero essere tali; quale era stato il percorso umano, conoscitivo, educativo?

Inoltre ho potuto constatare che sono stati organizzati incontri con realtà politiche quali extinction rebellion e vedendo che oltre alla letteratura c’era l’interesse a chi si attiva ho deciso di rivolgermi subito a voi.

GA: Fantascienza, pedagogia, anarchia: tre temi distinti e molto ampi, tra cui hai trovato punti di contatto. Ce ne vuoi parlare?

MA: Intanto sottolineo che anarchia è tutto. Per nostra fortuna e forse anche sfortuna abbiamo nel nostro bagaglio culturale l’arte in tutte le sue forme oltre all’educazione e alla lotta di classe. Questa forse ormai dimenticata.

Per quanto riguarda il pensiero pedagogico possiamo dire che nel movimento anarchico se ne parla almeno da più di 100 grazie a William Godwin, padre di Mary Shelley. Grandi esponenti del movimento anarchico hanno dato vita o supportato le scuole libertarie. Nel primo dopoguerra le scuole libertarie nascevano dentro le fabbriche per formare i figli degli operai.

Chi ha collegato invece le tre tematiche è la già nominata Ursula K. Le Guin. Autrice anarchica ha pubblicato in particolare un romanzo che è un collante tra i tre temi, “I reietti dell’altro pianeta”. In questo romanzo l’autrice immagina e descrive una società libertaria che però è divenuta immobile, si è incacrenita. Nel descrivere i personaggi di shevecj e della figlia, Le Guin fa un ampio panorama del funzionamento della scuola su Anarres ed anche qui pone l’attenzione sulle conseguenze dell’immobilismo e della mancanza di critica. Leggendo il suo romanzo ho potuto riflettere sul fatto che i gruppi di condivisione, le assemblee libertarie, se non si è veramente autonomi e orizzontali, rischiano di sfociare in gruppi chiusi all’esterno, nei quali diviene difficile andare contro corrente ed esprimersi. Lo dico anche per esperienza.

GA: Dacci un consiglio di lettura. Quello che vuoi.

MA: Di Letture ne avrei moltissime da consigliare ma cadendo nel banale e a costo di ripetermi, suggerisco Ursula K. Le Guin e “i reietti dell’altro pianeta, e “anarchia come organizzazione “ di Colin Ward.

Del primo ho già detto sopra. Il secondo lo consiglio perché Ward dimostra in modo pratico perché anarchia è organizzazione e non una mancanza di regole. Purtroppo il termine ha questo connotato nel gergo comune e vuoi per orgoglio o per altro, credo che la lettura sia indispensabile. Soprattutto per coloro che si definiscono anarchici.

Infine, sempre in “anarchia come organizzazione, c’è un ottimo capitolo sui campi gioco per i bambini e sulle motivazioni per cui andrebbero rasi al suolo per lasciare semplicemente sabbia, utensili vari, legna e libertà di movimento ai bambini e alle bambine.

“I pilastri dell’educazione”, da http://pedagogiaparaconcursos.blogspot.com
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