a cura di Romina Braggion
La home page del sito Solarpunk Italia è stata caratterizzata nel suo terzo anno di vita dalla grafica di Claudia Corso Marcucci; nel ringraziarla per la disponibilità, proponiamo come ormai da tradizione un’intervista sul suo lavoro.
Romina Braggion (RB). Ciao, Claudia, sono molto lieta di intervistarti. Vorrei porgerti il benvenuto su Solarpunk Italia ma già da un anno sei presente sul sito con due emblematiche immagini che hanno contraddistinto il solarpunk italiano per tutto il 2023.
Potrei partire proprio dal tuo contributo per noi. Invece preferisco scoprire chi sei e soprattutto farlo scoprire a3 nostr3 followers.
Perciò, Claudia, raccontaci un po’ di te, una specie di classica domanda che si pone durante i colloqui per un’assunzione. Solo che stavolta puoi evitare di dire che ami il lavoro di squadra e che dai il massimo sotto pressione…
Claudia Corso Marcucci (CCM) Però è vero, amo il lavoro di squadra, infatti faccio pallavolo e gioco come libero (o libera? Che bel nome comunque) proprio so che un gioco pulito dipende anche da me, che servo “solo a difendere”. E già è un’informazione. Per il resto faccio la grafica e nel tempo libero disegno e leggo, moltissimo, fantascienza e femminismo principalmente, o ancora meglio fantascienza femminista.
RB: Hai sempre saputo di voler diventare un’illustratrice? Oppure è stata una folgorazione a un passo dall’iscrizione a Ingegneria biomedica oppure a Economia e finanza?
CCM: In effetti sì, l’ho sempre saputo, fin dalle elementari. Il mio passatempo preferito era disegnare e ho avuto anche molte soddisfazioni al riguardo, insomma le maestre mi complimentavano parecchio e infatti il mio percorso è stato linearissimo. Dopo le medie mi sono iscritta al liceo artistico e poi all’accademia di belle arti. Solo negli ultimi due anni di università mi sono dedicata all’arte contemporanea, lasciando un po’ da parte il disegno.
RB: Quale aspetto o fase ti appassiona di più durante la creazione di un’immagine?
CCM: Mi piace tantissimo l’ideazione. Cercare pose, sfondi, palette di colori, vestiario e lasciarmi ispirare per creare una nuova immagine. Ho tantissimi sketchbook a casa e devo dire trovo siano la parte più divertente del mio lavoro, nonché tra le mie “opere” che preferisco!
RB: Da qualche tempo leggo fumetti, di var3 autor3, specialmente dedicati al target ragazzi e anche albi illustrati per l’infanzia. Ho scoperto che è fondamentale l’equilibrio fra tre ingredienti: testo, illustrazioni e grafica.
Ti è mai capitato di illustrare un fumetto? Se sì, in cosa si differenzia dal creare una copertina di un libro, per esempio?
CCM: Purtroppo non ho mai illustrato un fumetto anche se mi piacerebbe! Il problema principale è che non ho una storia da scrivere. Ho fatto delle pagine singole in passato ma sono piccolissime cose. La differenza che ho trovato è che nella illustrazioni devo condensare tutto ciò che avviene nel libro o comunque ricreare un punto saliente per indurre curiosità nel lettore o nella lettrice, mentre nel fumetto c’è più spazio per una narrazione. Devo dire che in realtà io ho iniziato come lettrice di fumetti, in particolare con Witch, penso che abbiano avuto un impatto fondamentale nella mia volontà di iniziare a disegnare.
RB: A ogni modo anche le illustrazioni hanno varie parti che devono bilanciarsi affinché ne scaturisca un’opera piacevole?
CCM: Certo! Penso la cosa fondamentale sia la composizione e le proporzioni, non intese in senso virtuosistico ma proprio degli elementi dell’immagine. Anche i colori riescono a cambiare del tutto un’opera in certi casi.
RB: Ti piacerebbe realizzare, un giorno, un fumetto solarpunk? Quale sarebbe il pubblico a cui vorresti rivolgerti? Mi sembra che l’offerta italiana, in tal senso, sia ancora più scarsa dei romanzi.
CCM: Mi piacerebbe moltissimo! E ho già in mente il pubblico di riferimento: mi piace particolarmente il pubblico giovanile, anche pre-adolescenziale, perché vorrei che magari qualcuno o qualcuna si appassionasse come ho fatto io al mondo fantastico e fantascientifico e al disegno, proprio grazie ai fumetti.
RB: Le due illustrazioni realizzate per il sito Solarpunk Italia, per il 2023, riflettono uno stile ben preciso e identificabile. Immagino che, come i racconti e i romanzi, anche le illustrazioni vengano rielaborate e reinterpretate da chi le fruisce. Ho interpretato a mio modo le tue proposte, così come ha fatto ognuno di noi solarsoc3.
Ora ti chiedo: qual è il significato che tu hai voluto imprimere alle immagini? Cosa hai voluto comunicare?
CCM: Ah che bella domanda! In realtà le risposte sono semplicissime: nella prima ho immaginato quello che per me è il solarpunk, un futuro pieno di luce che è anche la nostra energia in armonia con il nostro pianeta (o qualsiasi altro pianeta che abbia un sole e voglia rispettare l’ecosistema locale), un mondo dove il “progresso”, anche se non amo questa parola, è rispettoso di tutte le specie e non è necessariamente solo funzionale ma anche bello e vivibile.
La seconda è più cupa anche se nel centro spicca uno scorcio di sole: volevo rendere l’idea di scoperta, di un mondo migliore o del genere solarpunk in generale. Per me è stato un po’ così, in un mondo letterario zeppo di distopie scoprire ancora una speranza.
RB: Secondo te, quali devono essere le caratteristiche di un’opera grafica per essere definita Solarpunk? Esistono artist3 delle arti visive, tradizionali e nuove tecniche, che si possono già identificare con il solarpunk?
CCM: Seguo molto il Commando Jugendstil e mi ispiro spesso da tumblr che ha una comunità di solarpunkers (si dice così?) nutrita e ricca di ispirazioni. Noto che spesso l’estetica rimanda allo stile Liberty, e capisco molto bene anche il perché, sia per la grande voglia di utopia del movimento sia per gli spazi luminosi.
A me piace molto lo stile “atompunk” per esempio ma credo che fondamentale sia principalmente la luminosità delle opere, quindi nonostante tutto si riescono a miscelare un po’ elementi e stili.
RB: Hai progetti in cantiere di cui puoi parlarci?
CCM: Sto lavorando per un’autrice di fantascienza con cui ero molto desiderosa di collaborare, ma non so se posso dire qualcosa, e poi naturalmente con Laura Coci c’è sempre un progetto in cantiere. Ci vediamo tutte e tutti a Montaretto a maggio, mi raccomando!!
RB: Infine hai un progetto su cui vorresti cimentarti, un sogno nel cassetto?
CCM: Mi piace moltissimo fare le illustrazioni, come si è intuito. Il mio sogno è continuare a farle, magari illustrare un racconto o un libro, oltre alla copertina, mi piacerebbe molto. Una cosa come le Cuspidi edite da Moscabianca per intenderci!
RB: Claudia, grazie infinite per il tempo che hai dedicato all’intervista e grazie ancora per il prezioso supporto grafico che ha reso ineguagliabile il nostro sito e la News Letter per tutto il 2023.
Grazie a voi per la fiducia e il supporto!
Romina Braggion
Nata a Pietrasanta nel 1997, Claudia Corso Marcucci ha conseguito la laurea triennale in Grafica all’Accademia di Belle Arti di Carrara, con un progetto di tesi che verteva sulle relazioni tra arte contemporanea e scienza. Appassionata dall’argomento, ho frequentato la magistrale in Arti Visive presso l’Università di Bologna continuando ad interessarsi di arte-scienza-tecnica e laureandosi con una tesi monografica su Pinot Gallizio.
Appassionata di arte contemporanea e fantascienza, cerca di combinare i suoi interessi con il percorso creativo che ha intrapreso, lavorando come illustratrice e graphic designer.
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