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Silvia Treves

Nel lungo passato del nostro pianeta tantissime forme di vita hanno migrato per trovare ambienti migliori quando il loro era divenuto troppo ostile. Le hanno portate il vento (spore e semi), le ali, le zampe, i piedi. Talvolta le migrazioni garantiscono l’equilibrio degli ecosistemi: le varie specie di zooplancton, per esempio, migrano ogni notte dalle profondità marine verso la superficie per nutrirsi di fitoplancton, svolgendo un ruolo fondamentale nel ciclo del carbonio che contribuisce a regolare il clima terrestre.

Oggi, le specie migrano per sfuggire all’aumento delle temperature planetarie, ma sono ostacolate proprio da noi, la specie responsabile della crisi climatica.

Secondo un rapporto recente della Convenzione sulla Conservazione delle Specie Migratorie, le specie che migrano su lunghe distanze sono tra le più minacciate: di 1.189 specie monitorate il 44% è in declino.

Le Pittime reali, per esempio, sono uccellini che pesano 300 g e, ogni anno, volano per 13.000 km, dalla Siberia all’Australia. Affinché questo viaggio estenuante abbia successo devono poter contare su corsi d’acqua, siti di riposo e vie di volo sicure.

Quando i membri di una specie si riuniscono per migrare, però, richiamano l’attenzione dei cacciatori. La situazione è anche peggiore sott’acqua: il 90% delle specie ittiche migratorie è a rischio di estinzione.

Gli antenati degli animali che migrano attualmente hanno seguito per molte generazioni percorsi transnazionali messi a punto dall’esperienza, ma solo l’8% del territorio protetto mondiale è unito. I confini tra le nazioni costringono le specie migratorie a percorrere lunghe distanze attraverso terre e mari privi di protezione; recinzioni e muri coprono più di 32.000 km di confini politici del mondo.                                       

Eppure, secondo una simulazione riguardante 12.700 specie di uccelli e mammiferi, entro il 2070 un terzo di esse dovrà trasferirsi in altri paesi per adattarsi al riscaldamento globale.

Anche all’interno delle nazioni le recinzioni e il filo spinato possono dividere gli ecosistemi a metà. Le specie fluviali del pianeta sono bloccate da migliaia di dighe; esistono milioni di canali sotterranei che dovrebbero agevolarli nell’attraversare strade e ferrovie, ma spesso la scarsa manutenzione e una progettazione sciatta riducono questi canali a piccoli rivoli che non servono a nulla.

Come spesso accade, ciò che consente alla specie predominante – la nostra – di muoversi a piacimento, impedisce alle altre di spostarsi secondo natura e mette a rischio la loro vita: è il caso delle grandi arterie stradali, dove molte specie mammifere vengono decimate da incidenti mortali.

Un recente studio su settanta specie in tutto il mondo mostra che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte in quasi un terzo delle specie considerate.  In quelle rare o già minacciate, anche basse percentuali di morti stradali possono metterne a rischio la sopravvivenza; accade a molti cervidi, tra cui gli alci, che già sono cacciati durante l’anno.

Le femmine vengono uccise più spesso sulla strada; questa vulnerabilità provoca ulteriori problemi dato il loro ruolo principale nell’allevamento dei piccoli.

Mantenere senza strade le aree che ospitano specie minacciate può fare la differenza.

La nostra specie dimostra spesso la propria irresponsabilità nei confronti degli altri viventi. Tuttavia, gli umani possono stupirci felicemente, correndo rischi e investendo tempo e ingegno per favorire la migrazione di specie in pericolo.

Dichiarati estinti in Europa dal xvii secolo a causa della caccia incontrollata, gli ibis eremita stanno tornando a nidificare in Italia e in Svizzera. La maggiore difficoltà è far nascere piccoli in natura; l’autunno scorso due coppie ci sono riuscite, in Friuli e in Toscana.

Silvia Treves

Questa è la storia  della migrazione degli ibis guidata  da una squadra di volo. Non fatevi ingannare dall’aspetto scarruffato di questi uccelli. A guardarli bene, sono bellissimi. 

Fonti

Gli articoli indicati sono pubblicati da The Conversation

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