di Marco Melis
Claudia Boscolo, La tempesta e l’orso, Industria & letteratura, 2024, €13,00
All’inizio era qualche goccia, poi divenne un rivolo. Scendeva in modo uniforme lungo una trave e ricadde sull’intonaco che se ne imbevve rapidamente. Si formò una chiazza umida mentre da un’altra trave, una di quelle portanti, il getto si riversava sul bambino. Erano circa le undici di sera e il piccolo era addormentato, di un sonno profondo. Fu risvegliato dal terrore di aver bagnato ancora il letto e corse fuori controllandosi il pigiama. La madre lo sentì lamentarsi e lo raggiunse, ma il cotone degli indumenti era asciutto. Tornarono assieme nella camera e accesero la luce. Un fiotto precipitava sulla parte superiore del materasso, all’altezza del cuscino. La madre spostò il piumone e lo trovò inzuppato.
La tempesta Vaia, che ha devastato i boschi del Trentino e del Veneto alla fine di ottobre 2018, è al centro de La tempesta e l’orso, un ibrido all’intersezione fra narrativa, reportage e saggio. La storia di questo drammatico evento atmosferico si intreccia con quella dell’orso M49, vittima di una surreale persecuzione. Il libro vuole indagare il legame fra le radici storiche e culturali dell’Europa, i miti e le tradizioni, l’arte contemporanea, il turismo, gli iperoggetti e il cambiamento climatico nel tentativo di comprendere il groviglio del presente.
Claudia Boscolo è laureata in Lettere all’Università di Trento e ha conseguito il dottorato di ricerca in Italian Studies presso la Royal Holloway University of London. Si occupa di filologia e critica letteraria, ed è specializzata nella letteratura franco-italiana del Trecento. È docente di ruolo di Lingua e Letteratura italiana presso i licei della Provincia Autonoma di Trento e collabora regolarmente con varie riviste e quotidiani.
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